
Sing: la Illumination, la coerenza e il divertimento
È uscito un altro film firmato Illumination, facciamoci luce sopra! (Un giorno farò un provino a Colorado)
Torniamo seri. La Illumination Entertainment deve il suo successo ai due Cattivissimo me, allo spin off sui Minions e a Pets. Ora in sala troviamo Sing, il nuovo film d’animazione di questa casa nata nel 2007. Se come me vi siete chiesti da dove diavolo sia uscita questa casa, o ancor meglio se fosse necessaria, continuate a leggere. Ma continuate a farlo anche se vi interessa solo sapere di questo Sing.
La Illumination Entertainment è nata nel 2007 e, a dirla tutta, ha prodotto altri due film d’animazione oltre ai sopra citati. Si tratta di Hop e Lorax – Il guardiano della foresta (che vanta Danny de Vito al doppiaggio in diverse lingue). Questi ultimi hanno avuto meno successo, ma sappiamo invece che Cattivissimo me, con quelle diavolo di creaturine gialle chiamate Minion, è stato letteralmente ovunque.
La domanda, ora, è: cosa funziona di tutto questo? Perché i prodotti Illumination sono banalotti, ma vanno sempre bene? Proverò a rispondervi usando per l’appunto Sing.
La trama
Non starò a dirvi troppo di quanto accade; come già detto, lo sviluppo delle vicende di questi film è piuttosto banale e prevedibile. Si tratta della classica storia da talent movie, ma nel mondo animale. Ci sono cinque animali che sognano di cantare, ma l’ambiente da cui provengono e/o il loro carattere gli impedisce di perseguire il proprio sogno. Dall’altra parte c’è un koala, di nome Buster Moon, che dirige un teatro pieno di debiti, che tenta di rifarsi organizzando una gara di talenti e promettendo un premio piuttosto elevato che non possiede. Come in ogni talent movie che si rispetti, l’inganno di Buster verrà a galla nel peggiore dei modi, e sempre come da copione, sarà l’amore per le proprie passioni a far sì che tutti possano avere ciò che desideravano.
Fin qui quindi siamo sempre di fronte al pacchetto prevedibile, e già con Oceania avevo espresso il mio disappunto a riguardo. Eppure non ho intenzione di parlare male di Sing.
Perché?
Perché è un prodotto coerente. Tutti i film d’animazione della Illumination sono film di questo tipo: nulla di particolare, ma godibili. Il loro target è palesemente quello dei bambini della nuova generazione (a differenza, appunto, delle nuove direzioni Disney/Pixar), e ne consegue dunque l’assenza di contenuti di grande profondità. I personaggi sono, di conseguenza, più tendenti al demenziale e al tenero che non alla verosimiglianza, e l’intera vicenda punta a intrattenere, magari dando anche uno stralcio di morale, sì, ma non come obbiettivo centrale.
La Illumination ha avuto le idee chiare fin da subito: la loro è animazione d’intrattenimento, onesta e trasparente nel proprio intento. Non c’è profondità nei Minions, solo la stupidità slapstick e un sacco di versi incoerenti alternati alla parola “Banana”. Eppure si ride.
Con Sing forse si fa un passo avanti, perché c’è una maggiore coerenza di trama rispetto ai prodotti precedenti. E in effetti, oltre alle risate, abbiamo un paio di momenti effettivamente seri. Non solo, abbiamo un’ulteriore punto a favore della godibilità, ed è il numero incredibile di hit, recenti e non, presenti in colonna sonora, punto di forza di ogni talent movie che si rispetti. Che poi almeno non essendo un live action giustifichiamo di più certi discorsi stucchevoli, che quando li faceva il Channing Tatum di turno non aveva credibilità.

Tanta demenza, ma un valore importante

Insomma, non andate a vedere Sing né qualunque altro prodotto Illumination aspettandovi di uscirne entusiasti, o di vedere qualcosa che vi faccia divertire come Gli aristogatti o qualunque altro classico Disney. (Anche perché ancora il record assoluto di risate lo ha Le follie dell’imperatore, diciamocelo). Andateci una volta che avete voglia di vedere qualcosa che vi faccia staccare un po’ dai film impegnati, una volta che volete vedere qualcosa che non si ponga intenti che non riesce a raggiungere. La Illumination sa cosa può dare e cosa vuole, e quello dà. E quello che dà è divertimento, perché per quanto importante e bello sia tutto quel che il cinema e l’animazione possono darci, a volte c’è semplicemente bisogno di farci una risata. Anche se fosse per degli animaletti o per delle supposte gialle.