Film

Sing Street: adolescenza, musica e il sentirsi felice/triste

MUSICA, DUBLINO E UNA PICCOLA BAND

Dublino anni ’80. Un adolescente appassionato di musica ha una situazione difficile in casa: divorzio dei genitori, un fratello depresso disadatto e tanti litigi e incomprensioni. Viene inoltre iscritto a un liceo cattolico dove le cose continuano a non andargli bene tra l’essere vittima di bullismo, il difficile rapporto con gli insegnanti e il prete rettore che lo disprezza per il suo taglio di capelli un po’ troppo estroso. Come se non bastasse il nostro Conor, il fortunato protagonista del film, è anche segretamente innamorato di una ragazza che bazzica fuori dalla sua scuola ma, come ogni adolescente timido che si rispetti, non ha il coraggio di dichiararsi. 

Decide così di formare una piccola band con alcuni suoi amici e cercare di far colpo sulla ragazza e sfondare nel mondo della musica grazie anche ai preziosi consigli del suo mentore/fratello maggiore (personaggio leggendario!). 

Fermo, fermo caro lettore! Non è questo il momento di lasciarsi prendere dal panico e giudicare questo film come l’ennesima lagnata “Young – Adult – Irish – British – Style” dove tutto è dolce e zuccheroso e insopportabilmente buonista! 

Sing Street è stata una bella sorpresa, non c’è altra definizione per descrivere questo piccolo gioiellino della cinematografia inglese degli ultimi anni. 

Il regista John Carney, famoso per il suo precedente film Tutto può cambiare, confeziona un film sulla musica e sull’adolescenza capace di intrattenere, divertire e commuovere lo spettatore senza mai risultare banale o insopportabilmente scontato. Ma andiamo con ordine.

L’ADOLESCENZA E ALTRI CASINI VARI…

È importante capire fin da subito che l’adolescenza raccontata in Sing Street non è trattata ai bassissimi e squallidissimi livelli di un qualunque pseudo film/libro firmato Federico Moccia; già questo dettaglio eleva Sing Street a livelli nettamente sufficienti. Ciò che rende questo film davvero raffinato è la capacità di saper guardare l’adolescenza come quella strana età dove sei un piccolo adulto con ancora i sogni di un bambino senza però fare troppe lagne o discorsi lacrimevoli. 

Perché alla fine tutti noi abbiamo sognato, o immaginato, almeno una volta, di cantare una canzone davanti a un pubblico in delirio con noi sul palco a saltare e urlare il nostro pezzo come se non ci fosse un domani.

Sogni che si scontrano con una realtà ostile e difficile da affrontare e capire per un adolescente che lotta contro un mondo adulto che non ha alcuna intenzione di accoglierlo. Geniale il cambio di look che il protagonista compie ogni giorno alla ricerca di una propria identità artistica-musicale e personale: vivere un giorno da punk, un giorno da poeta-maledetto, un giorno da New Wave…

Quella strana sensazione di essere sempre felice ma triste allo stesso tempo. L’essere felice/triste e riuscire a esprimere tutte queste contraddizioni nella passione che eserciti: la musica, la scrittura, il cinema…

I protagonisti del film inseguono il loro sogno di formare una piccola band e suonare e cantare la loro musica in una grigia Dublino che sembra non lasciare spazio a queste piccole adolescenziali evasioni dalla realtà che li circonda. 

Sotto questo aspetto è difficile spiegare quel senso di malinconia e nostalgia che Sing Street ti lascia. Tutti avremmo voluto vivere un’adolescenza simile, forse l’abbiamo vissuta, o la stiamo vivendo ma non ce ne rendiamo ancora conto. 

E poi quel noiosissimo mantra, trito e ritrito fino alla nausea che dice “…insegui i tuoi sogni, credi in te stesso, non mollare mai eccetera eccetera…” viene riproposto anche in questo film, ma con una originalità e un’intelligenza da farti continuare a sperare in ciò che credi.

Sarà quell’atmosfera Irish-British di foglie secche, pioggia e cieli nuvolosi, saranno i personaggio ognuno più interessante e divertente dell’altro (grazie attori adolescenti, finalmente un gruppo di attori under 20 che sa recitare come si deve, grazie davvero!), saranno quei tanti piccoli accorgimenti di trama così semplici quanto geniali… alla fine Sing Street rapisce il cuore dello spettatore, non può essere altrimenti. Sarà la superba colonna sonora…

LA COLONNA SONORA

Elemento centrale del film è la Musica con la M maiuscola. 

Una superba e iconica colonna sonora che vede dei grandissimi della musica New Wave, Rock Pop, Post-punk, Punk Rock tra i quali i Duran Duran, The Cure, a-ah, The Clash, The Jam, Motorhead e tanti altri (no Sfera Ebbasta non c’è per fortuna). 

Un film che trabocca di musica da ogni fotogramma, tantissimi gli album citati, i cantanti, le musiche, le atmosfere di quel glorioso periodo della cultura inglese. 

Musica come elemento di evasione, di riscatto, di opportunità di stare insieme e creare qualcosa che ti rappresenti. La bellezza di scoprire che è possibile essere una band con una propria identità musicale e non un’anonima cover-band senza ambizioni. Gradevoli anche le canzoni originali del film. 

Sing Street

NOTA FINALE

Un film che insegna tanto senza la pretesa di essere grande. Un piccolo gioiellino capace di affrontare con originalità tematiche già trattate milioni e milioni di volte senza annoiare lo spettatore. 

Il finale è esattamente ciò che vorremmo e dovremmo fare tutti per cercare di realizzare i nostri sogni, guardare per capire. Chapeau!

Leonardo Ceccanti

Ordinaria vita di un qualsiasi comune mortale, il cinema mi piace perchè mi piace, per il resto: faccio cose e vedo gente...
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