
A Single Man: l’alta moda mette in scena eleganza e rimpianti
All’ultimo Festival di Venezia critica, pubblico e gabbiani sono andati in brodo di giuggiole per la seconda, e per il momento ultima fatica di Tom Ford, Nocturnal Animals: dal trailer sembra un noir elegante e crudele, con protagonista indiscusso l’ultimo modello di occhiali dello stilista di cui sopra. Protagonista a cui il neo-regista è piuttosto affezionato, considerando che l’ha fatta da padrone anche nella sua opera prima, A Single Man.
Sebbene all’epoca dell’uscita nel 2009 non abbia brillato per incassi, A Single Man è un film che merita davvero di essere visto – o meglio, contemplato. In primo luogo per la trama, basata sull’omonimo romanzo di Christopher Isherwood: è il 1962, la crisi di Cuba è nell’aria ma nelle università californiane la vita scorre ancora tranquilla. Fin troppo tranquilla per il professor Falconer, ruolo cucito addosso a Colin Firth con la perfezione di un abito d’alta moda, come quelli che indossa per 95 minuti. Quest’ultimo ha perso l’amato compagno da qualche mese, e fatica a trovare una ragione per continuare a vivere, tanto da decidere di farla finita. È con questa risoluzione che comincia A Single Man: il film descrive la giornata di Falconer, tra flashback della sua vita passata, chiacchierate e rimpianti con l’amica ed ex amante alcolizzata e cinica, una superba Julianne Moore insolitamente bionda, ed incontri platonici con prostituti spagnoli (Jon Kortajarena).
Ma soprattutto, la giornata del professore viene scossa dall’incontro con Kenny (Nicholas Hoult), studente interessante ed interessato, che fra una birra ed una nuotata riuscirà a far rinascere nel professore la voglia di vivere. E tuttavia, una sorte tanto ironica quanto meschina è dietro l’angolo.
Tom Ford è stato direttore creativo di Gucci ed Yves Saint Laurent, per poi fondare un suo marchio nel 2004, e una sua casa di produzione cinematografica nel 2007; un successo dopo l’altro, culminati con la regia di quel gioiello raffinato e discreto che è A Single Man. Tutto, in questo film, lascia intendere che dietro la macchina da presa ci sia uno stilista: dalla fotografia calda e patinata, alle inquadrature da rivista di moda, all’attenzione maniacale per gli oggetti.
Nonostante ciò, A Single Man è quanto di più lontano ci possa essere da un film freddo e distaccato; al contrario, la storia di George Falconer è degna dei mélo più drammatici. C’è il compagno di una vita mai dimenticato e tuttavia irrimediabilmente perduto, c’è la polvere della colta città universitaria di provincia, c’è la solitudine di essere gay e quasi anziano in una società che ha appena cominciato ad approcciarsi alla questione; eppure, Tom Ford riesce nell’impresa di rendere la sofferenza del protagonista con toni acuti, ma mai eccessivi. Per farlo si avvale di un attore la cui attinenza al personaggio gli ha valso la Coppa Volpi, e di abiti e scenografie perfetti – come perfetta deve essere una sfilata per uno stilista, d’altronde.
A Single Man ha stupito tutti per la bravura di Tom Ford nel tessere storie, oltre che vestiti; tanto da far sì che il fermento per l’uscita imminente di Nocturnal Animals abbia superato quello per le prossime collezioni della sua maison.