Film

Snoopy & Friends

Prima di iniziare a sproloquiare, permettetemi una piccola premessa: questa NON sarà una recensione oggettiva (le altre lo erano, non osate dire il contrario).
No, questa sarà una recensione accecata dall’amore per le mie adorate noccioline, per quei Peanuts che mi accompagnano fedelmente da 26 anni suonati a questa parte.

Oggi niente ironia, niente sarcasmo, né vetriolo, né acidume, soltanto AMMMORE, un amore che è esploso ulteriormente quando, lo scorso anno, ho saputo che sarebbe uscito nelle sale cinematografiche mondiali un lungometraggio dedicato al piccolo, grande mondo nato dalla fantasia di quel geniale poeta che fu Charles M. Schulz.

Peanuts

Il timore di una delusione cocente, che mi avessero trasformato il mio Snoopyno in una cazzatona colossale, era dietro l’angolo ma devo dire che, appena ho visto i primi fotogrammi, mi sono dovuta ricredere. Standing ovation per il regista, Steve Martino che, nonostante il nome che ci ricorda tanto (e con orrore) il marito della Belen, è riuscito a rendere alla perfezione, sul grande schermo e con la tecnica del digitale, tutta la poesia e la bellezza di questi personaggi. Conservandone anche il tratto grafico distintivo, al punto da faticare a distinguere le immagini sullo schermo da quelle sulla carta stampata (bellissimo il confronto tra le due versioni, durante lo scorrimento dei titoli di coda). Nessuna esasperata modernità, una generosa dose di gradita tradizione, che non guasta mai, come il tacchino ripieno a Natale.

In effetti, il fatto che il film sia nato da un’idea del figlio di Charles M. Schulz, Craig, e che sia stato scritto insieme a Bryan, il nipote di Charles, poteva costituire, già di per sé, una garanzia, ma io sono come San Tommaso, si sa: ho dovuto toccare con mano, ci devo sempre ficcare il naso, altrimenti non sono convinta.

peanuts-film

Per quanto riguarda gli aspetti più “tecnici” del film, dal punto di vista prettamente visivo la pellicola è un qualcosa di bellissimissimo. Bello, oggettivamente (stavolta posso ben dirlo, tzè!) bello, dai colori alla grafica, dalle ambientazioni alle espressioni “piatte” dipinte sul volto di Charlie Brown, Snoopy e tutta la banda, che ricordano in toto l’opera di Schulz. Come anche il fatto che i pensieri dei personaggi siano “a fumetti“, racchiusi dalle classiche nuvolette, o ancora che, di tanto in tanto, si affaccino sulla scena onomatopee e altri segni grafici tipici del mondo dei comics, come il volo tratteggiato di Woodstock.

Per (quasi) concludere, concedetemi una spoilerata in grande stile: finalmente, dopo più di 50 anni, la ragazzina dai capelli rossi ha un volto. Se non sapete di chi sto parlando, avete sbagliato articolo (e persona). 
Era ora, sono secoli che voglio vederla in faccia, questa mal… ehm benedetta ragazzina, e volete mettere la soddisfazione di godersi un Charlie Brown che, preso il coraggio a quattro mani, finalmente riesce a rivolgere la parola alla sua amata? La più grande rivincita dei nerd, non c’è che dire.

Tirando le somme, un film in cui non manca proprio nulla, dove ritroviamo il banchetto di consulenza psicologica di Lucy, dove gli aquiloni di Charlie Brown continuano a non volare, e i capolavori letterari di dubbio gusto scritti da Snoopy iniziano sempre con “Era una notte buia e tempestosa…“.

snoopy-peanuts-striscia-fumetto

Ok, adesso basta, vado ad asciugarmi la lacrimuccia di infervorata commozione e ad aspettare il Grande Cocomero nell’orto, anche se non è ancora Halloween. 

Arianna Borgoglio

Giornalista freelance, 26 anni, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Informazione ed Editoria, coltivo le mie passioni con tenacia e voglia di mettermi in gioco. Tra queste scrittura, letteratura, cinema, storia dell’arte, cucina – intesa come amore per il buon cibo più che predisposizione verso i fornelli! - viaggi, musica e chi più ne ha più ne metta. Nelle mie recensioni sono spietata... q.b., ma non è colpa mia: è che mi disegnano così ;)
Back to top button