Film

Stargate: ovvero, la mia tv anni ’90

Stargate unisce fantascienza e archeologia, dando vita a un film accattivante, vivido nella memoria di tutti i trentenni.

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Anno 1994. Roland Emmerich partorisce Stargate – La porta per le stelle, e con questo film segna per sempre la mia infanzia. Voglio dire, quale infanzia non è rimasta colpita dal connubio di Antichi Egizi e Alieni? Non c’è nulla di più meraviglioso e chiunque sostenga il contrario non ha un’anima. Forse lo eguaglia solo Cowboys & Aliens, ma magari ne parliamo in un’altra recensione.

Dicevamo. Egitto e alieni. Il film di Emmerich (un Emmerich un po’ più ispirato di 2012) mescola fantastico e storia, fantascienza e archeologia, con creatività e, ammettiamolo, con splendidi trucchi ed effetti speciali, trasformando la più classica delle trame dietrologiste in un adorabile film di fantasia. È un film da Oscar? Certo che no. Ma è entusiasmante? Oh, sì che lo è!

stargateNel 1928, in Egitto, alcuni scavi archeologici portano alla luce uno strano cerchio di pietra e un enorme anello metallico inciso di strani geroglifici. La figlia dell’archeologo, Catherine, curiosando, ruba un amuleto raffigurante l’occhio di Ra; quasi settant’anni dopo proprio lei chiede aiuto al dottor Daniel Jackson (James Spader, del quale potete leggere un focus qui) per continuare le ricerche su quegli stessi geroglifici. Tutto il materiale è ormai in mano ai militari, che vorrebbero sfruttare le possibili scoperte in campo bellico; capo del team è il colonnello Jack O’ Neil (Kurt Russell). Immediatamente scatta l’attrito tra i due gruppi, scienziati da un lato e militari dall’altro, ma, quando Jackson riesce a decifrare i geroglifici sull’anello, i due gruppi sono costretti a collaborare.

stargateL’anello è infatti uno “stargate” o, come viene tradotto in italiano, una “porta per le stelle”: un passaggio nello spazio, uno wormhole verso un pianeta alieno. Attivato lo stargate, Jackson (munito di amuleto di Ra), O’Neil e un gruppo di soldati attraversano il passaggio per scoprire cosa si trova al di là, e a quel punto si ritrovano catapultati in un pianeta desertico e simil – egizio, governato da un’entità aliena che si fa chiamare Ra. Tre lune brillano nel cielo giallo e contornano la gigantesca piramide di Ra, in realtà l’astronave con cui l’alieno viaggia per le galassie cercando un modo per sfuggire alla morte imminente. Qui ha rubato il corpo di un nativo, e con le sue sembianze schiavizza gli abitanti nella miniera locale del minerale di cui è composto lo stargate.

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Non continuo la trama (anche se sono sicura che sia nota più o meno a tutti) ma ovviamente il gruppo di terrestri dovrà fronteggiare ogni genere di avventura nel breve tempo speso sul pianeta. Necessari alla riuscita della missione saranno le conoscenze storiche di Jackson, quelle più pratiche di O’Neil, e l’amuleto misterioso…

Insomma, un bel film, una favola fantasy, nata con il riuscito intento di intrattenere lo spettatore grazie alla capacità del regista di sviluppare al meglio l’unione di storia antica e fantascienza. Un film, inoltre, che ha anche saputo riscuotere tale successo di pubblico da meritarsi un intero franchise di serie tv e pellicole home video.

Io me lo ricordo visto e rivisto sul divano, a tutte le età, sempre con gli occhi a cuore.

Ricordatevi di fare un salto dai nostri amici di Il Cinematografo!

Giulia Cipollina

28 anni, laureata, lavoro in un negozio di ottica e fotografia. Come se già non bastasse essere nerd: leggo tanto, ascolto un sacco di musica e guardo ancora più film - ma almeno gli occhiali per guardare da vicino posso farmeli gratis.
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