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Stranger Things: anche meno

Cosa è andato storto?

Sentitevi usati, strapazzati e maltrattati, perché oggi mi servite come valvola di sfogo. Ho finito da pochi giorni la quarta stagione di Stranger Things e sto ancora sedimentando il pessimismo e il fastidio.

Prima di proseguire mi sento in dovere di confessarvi una faccenda: per qualche misterioso salto spazio-temporale ero ASSOLUTAMENTE CONVINTA (e lo sono stata fino alla fine) che con la quarta stagione si chiudesse anche la serie. Forse ero finita in qualche buco nero dell’informazione, in un wormhole di gossip cinematografico dozzinale, in un Upside Down di anticipazioni poco attendibili. Va’ a sapere. Quello che conta è che avevo un’Aspettativa: attendevo Il Finale.

A mia discolpa posso dire che ci hanno messo del loro: l’interruzione di stagione, con le sue rivelazioni, il cliffhanger di Nancy e il climax perfetto, mi aveva preparata psicologicamente a quello che sembrava, a tutti gli effetti, un Finale. È con questo spirito che mi sono approcciata agli ultimi due LUNGHISSIMI episodi della stagione quattro: suvvia, se la puntata di una serie TV dura quanto un film Marvel è ovvio che siamo davanti a un Finale, giusto? Giusto…?

! L’articolo contiene spoiler !

La quarta stagione di Stranger Things sembrava perfetta…

Ero davvero felice fino all’interruzione. Certo, c’erano parecchie ingenuità nella sceneggiatura, e avevo già la sensazione che quello sforzo corale esasperato potesse deflagrare in un impiastro poco coeso in salsa horror-revival. Però mi ero cucita la bocca ed ero salita sul carrellino sferragliante della giostra, ben felice di farmi trasportare in quel colorato monumento agli anni ’80 che è Stranger Things, e di godermi i diorama sempre sospesi tra Nightmare, i Goonies e Howard the Duck.

Meraviglioso il nuovo personaggio di Eddie, ben giocata Max, davvero emozionanti certi momenti – come la già iconica fuga dal mondo di Vecna sulle note di Running Up That Hill.

stranger things
Immagini che puoi sentire.

Ho trovato efficace anche la rivelazione sull’identità di 001 e molto gustose certe dinamiche tra i personaggi (Dustin e Steve li voglio in uno spin-off tutto loro). Certo, non sono mancati i momenti WTF, come la sistematica e certosina demolizione del personaggio di Jonathan. O qualsiasi scena in cui compare Argyle – che per me ha fatto a Stranger Things quello che Jar Jar Binks ha fatto a Star Wars. Tutto sommato però ci stavo dentro, anzi ero piuttosto fomentata, in attesa di quello che credevo essere il Gran Finale Taratabum.

steve dustin
Ho già un titolo per il loro spin-off.

È con questo spirito gioioso che mi sono approcciata alle quattro orette circa di visione degli ultimi due episodi della stagione. Come una dolce, piccola, figlia dell’estate.

Cosa è andato storto?

  • Troppa carne al fuoco: l’azione coordinata di quattro gruppi di personaggi principali (senza contare gli antagonisti) richiede una tenuta di sceneggiatura serrata, impeccabile. È una strada difficilissima, e un’impresa titanica che da Stranger Things è stata portata a termine solo in parte. Si creano quindi strane illusioni nello spettatore, del tipo: Robin, Nancy e Steve che vengono strangolati dalle radici per un tempo percepito di quattro mesi e non muoiono manco un pochino.
  • Dettagli abbandonati: per la serie “avevamo troppe cose da tenere sotto controllo e ce ne siamo scordati”. Un esempio? Il walkman. Durante la colluttazione tra Lucas e il JockCattivoDiCuiNonPossoRicordarePureIlNome, il JockPasticcione distrugge inavvertitamente il walkman di Max calpestandolo. Lucas se ne accorge e urla: si rende conto che Kate Bush è andata. Inserire un dettaglio del genere in sceneggiatura è funzionale se, nella sequenza successiva, l’assenza del walkman cambierà QUALCOSA. Ma vivaddio, non cambia un belino: quando Max incomincia a levitare (e dopo pure volendo sarebbe impossibile metterle le cuffie) Lucas è ancora impegnato nello scontro col JockCheMuoreMale. Ergo, la distruzione del walkman è utile quanto la presenza di Jonathan nel corso dell’intera stagione.
Jonathan Mike stranger things
Per qualche motivo non ci vogliono dire che Mike è gay, mentre Jonathan è morto ed è stato sostituito come Paul McCartney nel ’66.
  • La strada della pigrizia: scelta in TROPPE opzioni di sceneggiatura. Come la morte epica di Eddie: da spettatrice l’avevo “esclusa”, perché esageratamente scontata. Il rischio era andare a ricalcare in modo molto marcato certi passaggi della morte di Billy, dalla seconda stagione. Il sacrificio di Eddie, oltre a essere la strada più sciatta e banale per la chiusura del suo personaggio, viene svolto come un compitino: gratuito, veloce, cheap, col dito pigiato sul tasto dell’emozione facile. Gli sceneggiatori si comportano come se l’arco del personaggio lo portasse a un gesto di redenzione – rispetto al “non essere un eroe”. L’arco più coerente di The Banished avrebbe dovuto invece tendere alla riabilitazione, anche nell’ipotesi di un sacrificio, agli occhi della comunità.
  • C’è un po’ di Vecna in questo Freddy: meravigliosa la citazione a Nightmare on Elm Street nella prima puntata, mi sono emozionata come una dodicenne al concerto di Blanco. Il problema è che poi i Duffer continuano, e continuano, e continuano a strizzare l’occhio alla saga di Craven manco fosse un tic nervoso. Sul finale, quando le spoglie del mostro spariscono, la famigliola si riunisce in un precario happy ending e poi cambia il tempo, stavo per lanciare una ciabatta per la frustrazione. Ci mancava che finissero intrappolati in una cabriolet a strisce. Gli “omaggi” e le citazioni sono tra i cavalli di battaglia della serie ma qui la faccenda ha fatto un po’ il giro e a sensibilità mia è diventata fastidiosa. Tipo, la stessa differenza che c’è tra un complimento e un “Bei piedini, hai cam?”
“Famolo crepà Così. Debbotto, senza senso.”

Cosa mi aspetto da Stranger Things 5?

L’entusiasmo che mi ha accompagnata fino alla pausa di stagione si è trasformato in un certo disfattismo e a ‘sti prezzi ormai non mi aspetto NIENTE, dal finale che verrà. Mi aspetto di ingoiare a naso tappato un altro guazzabuglio di cafonate, che tanto con il fattore nostalgia a noi Millennial Stranger Things ce lo vendono comunque (oggi giornata di amare verità, signori e signore: è una consapevolezza che ho raggiunto quando all’ennesimo rewatch del finale di Stagione 3 mi sono alzata DI NUOVO col pugno al cielo a seviziare Limahl).

E voi cosa vi aspettate? Ma soprattutto: aspettate?

Sara Boero

Sua madre dice che è nata nel 1985, a lei sembrano passati secoli. Scrive da quando sa toccarsi la punta del naso con la lingua e poco dopo si è accorta di amare il cinema. È feticista di Tarantino almeno quanto Tarantino dei piedi. Non guardatele mai dentro la borsa, e potrete continuare a coltivare l'illusione che sia una persona pignola.
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