
Submergence: È l’egoismo a muovere il mondo
Submergence è il nuovo, si fa per dire visto che è uscito nel 2017 ed arrivato solo ora nelle nostre sale, film di Wim Wenders. Ottimo per venire spacciato da tutti come un grande film d’amore.
“Il destino li ha separati però il loro cuore non lo sa e quindi continuerà a battere sempre più forte” o qualcosa del genere, è una delle frasi che si trova di più cercando su Google.
Ma se in realtà tutti si sbagliassero? Magari pensare all’altra persona e voler vivere una vita insieme in realtà non c’entra nulla con il romanticismo e forse ci azzecca di più con la biologica e chimica?
Insomma serve per la sopravvivenza. Potremmo definirla praticamente una questione di endorfine che saltano qua e là, mentre gli innamorati hanno un assoluto bisogno di baciarsi e stringersi sempre più forte.
Potrei cadere nella tentazione di scrivere un pezzo cinico su quanto faccia schifo e sia inutile innamorarsi, così tanto per fare. Credo però di aver capito che se si fa uno sforzo, si mette la sveglia all’alba per correre dalla persona che ci piace o la si accompagna un pomeriggio in giro per negozi non lo si fa per amore, ma perché sacrificarci ci rende felice.
Siamo masochisti o c’è qualcosa sotto? Wim Wenders con la sua saggezza da vecchio regista con i capelli bianchi ci consiglia di esplorare dentro di noi e scoprire i sentimenti più nascosti.
Se si analizza Submergence come film d’amore infatti si rimane delusi. James e Danielle, interpretati da due attori belli e anche bravi si conosco, flirtano un po’, finiscono a letto e tac, eccoli pronti a sognare una vita insieme.
No non finirà bene. Non inizia con il c’era una volta sulla spiaggia della Normandia, né finisce con il vissero felici o contenti. O almeno non è proprio così evidente. Si ok il vero amore trionfa sempre su tutto, (giuro di non aver rubato questa frase a Frozen), però si può immaginare come sia difficile portare avanti una relazione a millemila chilometri di distanza o poco più. La Somalia e i mari del Nord, in effetti, non sono proprio così vicini.
James ha un lavoro particolare che non si capisce bene, è una spia o un cooperante internazionale esperto nella costruzione di pozzi nel deserto? Per altri invece è un crociato che merita la morte, ma neanche su questa affermazione ne sarei così sicuro. Questa celebre citazione del nonno Simpson è perfetta per saperne di più su questo personaggio.
McAvoy riesce a reggere la scena, improvvisandosi un po’ James Bond un po’ Casanova, peccato che i suoi occhioni azzurri riportano alla memoria il personaggio di Kevin, mettendo quindi leggermente ansia.
Lei invece è una oceanografa. Ah no cazzo mi sono sbagliato è una biomatematica. Perdonatemi tutti quei termini tecnici che ama usare, anche in maniera anche spocchiosa, mi hanno confuso.
Tra i due si percepisce una giusta alchimia sotto tutti i punti di vista. Le discussioni a metà tra il filosofico e la supercazzola, salvano senza mezzi termini il film.
Poi però gli eventi prendono una piega fottutamente Terrence Malick. La natura domina la scena, facendo diventare i protagonisti piccolissimi davanti al potere dell’universo e delle circostanze. Wenders fortunatamente non eccede con il pessimismo cosmico e la malinconia, dando la possibilità a James e Danielle di indagarsi dentro. I due, ovviamente in circostanze diverse, usano l’amore come ancora di salvezza.
James, rapito da uomini con idee non troppo simpatiche, si aggrappa ai ricordi con la speranza di scappare da quell’inferno. Danielle all’opposto,sta per gettarsi dentro qualcosa di molto pericoloso e viene frenata dai sentimenti che prova. Anche se è quasi grottesco il suo scazzo mondiale perché il tipo non risponde più ai messaggi, quando noi sappiamo che lui ha ovviamente altre preoccupazioni.
Per concludere è importare citare un attimo un altro personaggio. Il dottor Shadid (Alexander Siddig)
Il suo fanatismo religioso e i suoi comportamenti sono dettati si da un cultura e da un modo di interpretare la vita inconciliabile con il nostro, ma il suo egoismo non ci sconvolge. Questo serve a spiegare il fatto che nonostante le varie differenze ognuno agisce in modi più o meno leciti per soddisfare i propri interessi.
L’egoismo quindi è il fattore che muove il mondo. Sappiano tutti che a volte è più bello chiamarlo amore.