Viaggio all’interno del legal drama firmato Universal Cable Productions che vede tra i suoi protagonisti la neo Duchessa di Sussex Meghan Markle.
Non capita tutti i giorni di entrare a far parte della Royal Family. Lo sa bene Meghan Markle, nata a Los Angeles-California il 4 Agosto 1981, professione (ormai ex) attrice. Eppure da Sabato 19 Maggio 2018, data del matrimonio più chiacchierato dell’anno, il Royal Wedding, la statunitense è diventata ufficialmente moglie del Principe Harry d’Inghilterra, ricevendo niente meno che dalla Regina Elisabetta II il titolo di Duchessa di Sussex.
Nella sua (non proprio lunghissima) carriera da attrice, la neo Principessa ha svolto piccoli ruoli in serie tv come CSI, 90210, Fringe, Knight Rider o in film come Remember Me, Sballati d’amore, Come ammazzare il capo… e vivere felici.
Tuttavia, il ruolo più importante e longevo (dal 2011 al 2017) lo ha ricoperto nella serie tv Suits (letteralmente abiti), legal drama prodotto dalla Universal Cable Productions, ambientato a New York tra gli studi legali più potenti del Paese, nelle vesti di Rachel Zane, assistente aspirante avvocato nonché figlia di uno dei più autorevoli giuristi della città, Robert Zane.
Le stagioni di Suits finora andate in onda sono ben sette (per un totale di 108 episodi), ma lo show è stato confermato per un’ulteriore stagione con inevitabili addii eccellenti (e comprensibili) come quelli della Duchessa Meghan Markle e di Patrick J. Adams (i due sono strettamente connessi all’interno della vicenda).
UNA LOTTA AL POTERE CONTINUA TRA SPIETATI AVVOCATI E CONFLITTI D’INTERESSE
Quella di Suits è una mission molto ambiziosa: offrire un solido legal drama al pubblico, cercando di evitare la monotonia e i cliché legati al mondo delle cause giudiziarie in genere, il tutto con la giusta dose di passione, spregiudicatezza ed eleganza. A conferma di tutto ciò, l’incipit della serie presenta la storia di Harvey Specter (Gabriel Macht), affascinante avvocato yankee bramoso di successo, che ottiene, grazie alla sua spietatezza in campo legale, la promozione a socio senior in uno dei migliori studi di New York: il Pearson Hardman.
Harvey è un autentico pescecane che pare trovarsi alla grande nell’oceano di leggi ed emendamenti che costellano gli Stati Uniti, ma i predatori, è risaputo, non amano lavorare in team. Anche per lui però, vale il detto dura lex, sed lex e proprio per via della sua promozione è costretto a dover selezionare e scegliere un assistente legale che lo dovrà affiancare nelle sue infinite (ma sempre vincenti) battaglie giudiziarie. La scelta ricadrà su Mike Ross (Patrick J. Adams), un talentuoso ragazzo dotato di una spiccata conoscenza in materia legale dovuta alla sua memoria eidetica che, nonostante non rispetti le due prerogative richieste dallo studio di Harvey (essere laureato in legge, essere laureato ad Harvard), susciterà in lui l’interesse necessario che porterà i due a formare una coppia tanto spregiudicata quanto indissolubile.
Situazioni costantemente bordeline
La scelta di Mike Ross, per quanto essa sia proficua all’interno del Pearson Hardman, comporterà dei rischi potenzialmente nocivi per la fama e la credibilità dell’intero studio, poiché capite bene che eludere il regolamento interno per assumere un truffatore (un individuo che si spaccia per laureato quando non lo è ed esercita liberamente la professione di avvocato rientra in questa categoria), è un qualcosa di assolutamente anomalo, ma soprattutto illegale. Harvey e la sua brillante segretaria Donna Poulsen (una magnifica Sarah Rafferty) sono gli unici a essere a conoscenza del segreto di Mike e utilizzeranno qualsiasi mezzo per proteggerlo, facendo quello che sanno fare meglio: oltrepassare il limite.
Perché questa è l’essenza di questo show. Non esistono limiti che impediscano a tutti i protagonisti (e gli antagonisti) di Suits di raggiungere il risultato, la vittoria finale di un caso, una semplice promozione.
La trama vede coinvolti altri personaggi fondamentali come Louis Litt (Rick Hofmann, avvocato esperto in contabilità e amico/nemico di Harvey), Jessica Pearson (Gina Torres, socio titolare dello studio legale) e la già citata Rachel Zane, che sarà particolarmente colpita dall’intelligenza di Mike.
Nella serie tv Suits non mancano le guest star del calibro di Michael Phelps, il recordman e campione di nuoto americano, che riveste i panni di sé stesso durante la prima puntata della terza stagione, in quanto Harvey sarebbe il suo avvocato (oltre a essere quello di Michael Jordan e di altri personaggi che appartengono all’elite dello sport e dello showbusiness a stelle e strisce). Iniziate a farvi un’idea?
L’influenza di Mad Men
Se dovessi scegliere la serie tv che più si avvicina allo stile e alle dinamiche di Suits sceglierei con ogni probabilità Mad Men per tre semplici motivi:
– Viene citato molto spesso da Harvey e Mike nei loro botta-risposta.
– I dialoghi sono tremendamente efficaci e immediati e sfido chiunque a trovare una serie tv in cui sono così determinanti e centrali.
– Harvey Specter è l’alter ego di Don Draper: abiti su misura, classe, passato dubbio e incerto, leadership indiscussa, serve altro?
Se non la vedi non ci credi
Suits è a parer mio una serie tv inspiegabilmente sottovalutata. Non è il solito legal drama alla Law & Order per intenderci, ma uno show con un cast pieno zeppo di talenti che non risulta mai banale, mai noioso, mai ordinario ma sempre fuori dagli schemi e a volte da ogni logica. Chissà se il Principe Harry non abbia notato la splendida Meghan Markle proprio in una delle puntate di Suits, magari in uno di quei momenti che vedono Rachel di fronte al classico bivio sul proprio futuro: proseguire gli studi e intraprendere una carriera autonoma o imboccare il percorso sotto la protezione di papà Robert? Quello che è certo è che adesso la Markle non avrà dilemmi del genere, anzi…