Film

I Tenenbaum: pastelli e simmetrie per dipingere una reale, sconclusionata, adorabile famiglia

Colori pastello, simmetrie più che perfette, espressioni malinconiche: ladies and gentlemen, vi presento Wes Anderson. Sta a voi decidere se amarlo o detestarlo.

Sì, perché restare indifferenti al regista texano meno texano che si possa immaginare e alle sue atmosfere da casa delle bambole, dove non succede quasi nulla e tutto è avvolto da una nuvola di poesia, è difficile.

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Un  buon modo per sciogliere il ghiaccio è partire con uno dei suoi film più famosi e più riusciti: The Royal Tenenbaums, anno 2001. Dove Royal è anche il nome del capostipite di una divertente e disastrata famiglia dell’upper class: un Gene Hackman gigione come non mai, che ha come scopo riconquistare la moglie Etheline dopo una vita di vizi e tradimenti. Etheline, che altri non è che Anjelica Houston, aristocratica e algida as usual, è però stanca e desiderosa di ricominciare con il nuovo compagno, un medico tanto perbene quanto noioso.

I figli non sono d’aiuto: i due si ritrovano infatti a gestire degli adulti in piena crisi adolescenziale. Nell’ordine: Chas, altrimenti detto Ben Stiller, che dopo la morte della moglie veste solo con una tuta rossa e obbliga i figli e il cane ad esercitazioni notturne casomai scoppiasse la Terza Guerra Mondiale; Eli Cash (Luke Wilson), tennista prodigio ormai decaduto e segretamente innamorato della sorellastra Margot, una Gwyneth Paltrow ancora più insopportabile del solito – caschetto biondo, occhi truccatissimi, pelliccia avvolgente e depressione galoppante. A tutto questo si aggiunge Richie (Owen Wilson), storico vicino di casa “che avrebbe sempre voluto essere un Tenenbaum” ed amante di Margot – che per inciso è sposata con Bill Murray ma ovviamente non lo apprezza. È proprio vero che chi ha il pane non ha i denti.

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Royal fingerà gravissimi problemi di salute pur di rientrare in casa, e da lì le giornate prenderanno una piega inaspettata: i nipotini verranno spinti a fare le peggiori bravate, Margot darà più di una svolta alla sua vita, e così il marito ed il fratellastro.

Risate e malinconia si alternano piacevolmente con Wes Anderson, e The Royal Tenenbaum è probabilmente l’espressione più riuscita della cifra stilistica di questo regista: suddiviso tra i capitoli delle pagine di un libro confetto, così come confetto sono le scenografie, e accompagnato da una colonna sonora impolverata e bellissima – una su tutte, Stephanie Says dei Velvet Underground, porta a desiderare di venire adottati da questa sconclusionata e adorabile famiglia.

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Salvo poi rinsavire, perché come insegna Royal giunti all’ultimo capitolo è giusto stringere tutti in un abbraccio, lasciarsi trasportare dalle note agrodolci di una canzone dei Beatles ed andare avanti con la propria regale, folle, inimitabile vita.

Francesca Berneri

Classe 1990, internazionalista di professione e giornalista per passione, si laurea nel 2014 saltellando tra Pavia, Pechino e Bordeaux, dove impara ad affrontare ombre e nebbia, temperature tropicali e acquazzoni improvvisi. Ama l'arte, i viaggi, la letteratura, l'arte e guess what?, il cinema; si diletta di fotografia, e per dirla con Steve McCurry vorrebbe riuscire ad essere "part of the conversation".
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