Serie TV

The Boys 2, un manuale di sputtanamento e plot twist [NO SPOILER]

The Boys torna con la seconda stagione, confermata di corsa dopo il successo della prima, e spacca il culo a tutto e tutti.

Devo essere sincero, avevo apprezzato molto la prima stagione ma non pensavo si potesse fare tanto meglio. Badate bene, mi sarei accontentato comunque perché il livello era già notevole eh, non voglio dire il contrario. Però questa seconda stagione ha spinto così tanto sull’acceleratore da lasciarmi sballottato come non succedeva da anni!

The Boys era per me una di quelle serie che guardi volentieri ma che non si ergono mai al di sopra delle altre. Una di quelle serie a cui manca sempre il guizzo sotto porta che le fa risaltare nel mare di palta dello streaming. Ecco, la seconda stagione di The Boys è stato esattamente quel guizzo.

the boys 2

Per chi non conoscesse la serie, la storia è tratta dal fumetto omonimo di Garth Ennis e Darick Robertson e l’adattamento è di Eric Kripke (Supernatural) che si occupa anche della regia. Se però non avete mai sentito parlare di questa serie allora dovreste chiedervi perché siete qui andare a leggere la recensione della prima stagione che trovate qui.

THE BOYS AND THE GIRLS

La seconda stagione di The Boys si apre con un senso generale di smarrimento, lo stesso che attanaglia il nostro Billy (Karl Urban) dopo aver scoperto che la propria moglie (Shantel VanSaten) è ancora viva e sta tirando su il figlio frutto dello stupro subito da Homelander (Antony Starr). Hughie (Jack Quaid) è con M.M. (Laz Alonso), Frenchie (Tomer Kapon) e Kimiko (Karen Fukuhara) ma è incazzato a morte con Billy per il modo in qui sono andate a finire le cose nella prima stagione.

the boys 2 the boys

Sul fronte Vought invece, Starlight (Erin Moriarty) è sul punto di scoppiare, soppressa dall’ipocrisia e dalla malvagità che si rintana all’interno della Vought Tower. Ed ecco che dal nulla salta fuori la nuova eroina Stormfront (Aya Cash), settimo componente dei Seven. Come ben potrete intuire dai trailer sarà proprio lei la nuova agitatrice di masse che monopolizzerà l’attenzione di tutti. Ma non fatevi ingannare dalle apparenze perché le relazioni tra personaggi sono tutto tranne che banali!

the boys homelander stormfront

Questa, in breve, la situazione dalla quale ripartono i nostri protagonisti e le nostre protagoniste. E qui c’è già la prima novità rispetto alla prima stagione. The Boys 2 non si concentra più sul personaggio di Hughie come spettatore delle vicende ma l’intera serie si trasforma in una staffetta tra i personaggi principali, che a turno seguono in prima persona l’evolversi delle vicende. E ciò significa che, a turno, tocca finalmente anche alle ragazze essere protagoniste e a beneficiarne è tutta la serie. Il discorso si può allargare anche ai personaggi comprimari maschili a dirla tutta, perché anche loro emergono dallo sfondo e si scoprono più che mai tridimensionali.

COMPLOTTI E QUOTE ROSA

Questo argomento mi lancia direttamente al secondo punto che mi ha fatto amare la seconda stagione di The Boys, ovvero l’arte dello sputtanamento. Un elemento che era (già) chiaro ma che acquisisce ancora più forza alla luce di quello che succede nel mondo reale. La critica nei confronti dell’uso sconsiderato dei mezzi di comunicazione è totale e l’intro della puntata 2×07 dice tutto. Quello di The Boys è un mondo tale e quale al nostro, eccezion fatta per i Supes.

Ad un linciaggio virtuale si può scampare solo spostando l’attenzione della massa o costruendo una difesa basata sullo stesso linguaggio. La verità diventa un elemento sfuggevole e soggettivo mentre le teorie complottiste dilagano. A differenza del fumetto (dove non ci sono riferimenti ai social network), la serie si aggiorna ai tempi che corrono ma lo fa rimanendo fedele all’idea di Ennis e Robertson, ovvero facendo ironia pesante e scorretta ogni volta che ce n’è l’occasione.

the boys girls

E la grande occasione è anche quella di mettere in mezzo discorsi di genere, parità di sesso e diritti delle donne. Ovviamente scimmiottando le grandi produzioni Disney-Marvel dove tutto risulta forzato, pretestuoso e stuccevolmente corretto (Avengers…coff-coff…Endgame). Ma The Boys si spinge addirittura oltre, perché se da una parte prende per il culo gli altri, dall’altra si impegna in prima linea per dimostrarsi migliore. I personaggi femminili della seconda stagione di The Boys sono fondamentali, Stormfront su tutte, perché non si limitano a cooperare nelle missioni degli uomini, anzi, le anticipano e le portano a termine in autonomia. Non faccio spoiler perché se no poi finisco alla gogna, però se avete già finito di vedere anche l’ultima puntata sapete a cosa mi sto riferendo.

MA LA VERA SORPRESA È…

Che sono tornati i cazzo di colpi di scena! Dopo non so più quanti anni mi ritrovo a guardare una serie che mi prende dall’inizio alla fine, facendomi sobbalzare ogni volta che le cose non vanno in maniera scontata. E per fortuna di questi plot twist ce n’è eccome! Per non parlare di quei momenti che nonostante non siano colpi di scena fanno rimanere sbalorditi per l’assurdità/genialità.

the deep

Insomma, The Boys è durissima da classificare come “serie sui supereroi” perché i temi che tratta non hanno niente a che vedere con quelli mostrati rispettivamente da Marvel o DC. E l’ironia che la permea non è nemmeno comparabile a quella di un Deadpool o di Guardiani della galassia. Quella di The Boys è satira, pesante nei confronti della nostra società e alludente alla scena politica che sta accompagnando gli USA alle prossime elezioni.

Se a tutto questo aggiungete anche una parte tecnica lodevole (sia la fotografia che la colonna sonora sono pregevoli) e un casting sempre più azzeccato per le new entries, per come sono andate le cose finora, penso proprio che questa seconda stagione di The Boys sarà la candidata numero uno per essere la mia serie preferita del 2020. Vedremo se la seconda stagione di The Mandalorian sarà in grado di tenere questo passo!

Adesso scusate ma vado a farmi una maratona di Breaking Bad perché non voglio scendere con la gradazione alcolica.

Stefano Ghiotto

Studio Architettura e si sa, al giorno d'oggi non ci si può più mantenere facendo l'architetto. Quindi cerco di fare qualsiasi altra cosa nella speranza di non arrivare mai alla prostituzione. Mi piacciono i film con trame complicatissime (che alla fine ti danno la stessa sensazione di benessere del bagno di casa tua dopo una giornata in Università) e le serie che non si caga nessuno come le patatine gusto "Cocco e curcuma".
Back to top button