
The Circle: che anno è il 1984?
Dovete tirarvela con gli amici e avete bisogno di un argomento di conversazione che unisca letteratura, citazioni colte, fanciulle bellissime, mostri sacri e naturalmente cinema? Signore e signori, in anteprima assolutissima ed esclusivissima ecco a voi The Circle. Come fa ad unire tutto questo? Semplice: si parla di Dave Eggers, ma in qualche modo anche di Orwell, ci sono Emma Watson e Tom Hanks, e per centodieci minuti è tutto un inanellarsi di riferimenti a storia ed attualità.
Dietro alla macchina da presa c’è James Ponsoldt, che già aveva omaggiato la letteratura americana con The End of the Tour: questa volta però anziché per David Foster Wallace l’infatuazione è per il già citato Eggers, al punto da coinvolgerlo nella scrittura della sceneggiatura di The Circle. Oltre a questo, che già di per sé potrebbe essere interessante, sul grande schermo compaiono uno come Tom Hanks nel ruolo dell’ambiguo affarista Eamon Bailey e la neonata eppure già affermatissima Emma Watson nei panni della giovane idealista. La trama in breve? 1984, però nel terzo millennio.
The Circle è una super compagnia che si occupa di informatica, traffico dei dati, semplificazione; il sogno di ogni giovane e brillante laureato è quello di lavorare lì, soprattutto di questi tempi bui che stando al film sono destinati a durare ancora parecchio, e Mae non fa eccezione. Incastrata in un aberrante servizio clienti nella periferia americana, quando la fidata amica Annie le procura un colloquio per The Circle crede di essere davanti all’occasione della vita: perché lì è tutto più bello, più colorato, più scintillante. Certo, tocca donare gran parte del proprio tempo all’azienda, ivi compresi agghiaccianti weekend costellati di feste aziendali e gare sportive, ma si sa, tutto pur di esprimere il proprio potenziale. Se aggiungiamo che tuo padre ha un disperato bisogno dell’assicurazione sanitaria, indossare la maschera della carismatica e promettente nuova recluta è d’obbligo.
La filosofia di The Circle? Tutto deve essere immediato, tutti devono essere connessi, tutti devono potersi esprimere; e poco importa della privacy. Per il capo supremo della compagnia, fusione neanche troppo velata tra Steve Jobs e Marc Zuckerberg, il problema semplicemente non si pone: secrets are lies, i segreti sono bugie, quando siamo osservati ci comportiamo meglio, e allora perché non farlo ogni singolo minuto di ogni singolo giorno di ogni singolo essere senziente? Trasparenza totale, insomma. A patto, indovinate un po’?, che questa non intacchi la stanza dei bottoni dell’azienda.
The Circle è nel complesso un film interessante e godibile, seppure a rischio prolissità. Emma Watson mantiene per tutti i centodieci minuti la stessa espressione compita degli incontri all’Onu, ma la vera rivelazione è Tom Hanks, che finalmente abbandona i panni del buono e si immerge in un ruolo cinico e cattivissimo. L’unico problema del film? Il fatto che nel frattempo il grande pubblico abbia conosciuto Black Mirror, e che specialmente con gli ultimi, seguitissimi episodi, si sia in qualche modo abituato all’idea di distopia. Se però Black Mirror si limita a fare una caricatura dello Zeitgeist, The Circle va oltre, e ci mostra le conseguenze di certe storture, dai workaholic che si privano di cibo e sonno pur di partecipare all’ennesima e inutile riunione, ai colleghi incaricati di valutare il tuo indice di socievolezza, alla comunicazione che deve sempre prevalere sull’introspezione; conseguenze che tutto sono, fuorché rassicuranti.