
The End? – L’Inferno Fuori: nuova frontiera del Cinema italiano o sòla megagalattica?
The End? – L’inferno fuori è il nuovo capro espiatorio dei dibattiti da bar sul futuro, sulla bellezza o su quanto faccia schifo il Cinema made in Italy. Il film di Daniele Misischia ha spaccato in due il pubblico; mi ci tuffo a capofitto!
È dallo scorso anno che sento parlare di The End? – L’inferno fuori (conosciuto inizialmente come In un giorno la fine); fatemi dire subito che, questi, credo siano due dei titoli peggiori di cui abbia memoria. Ok, adesso mi sento meglio. Dovevo sfogarmi con qualcuno! Stavo dicendo? Ah già… Dallo scorso Festival del Cinema di Roma a oggi, la mia curiosità è cresciuta man mano, dopo trailer, clip e recensioni che più discordanti tra di loro di così, si muore. Capita? Perché è un Horror… e si muore… No?!
Di che cosa tratta The End?, vi stareste chiedendo voi: beh, racconta di un broker, Claudio Verona, che, durante una normale mattinata di lavoro in ufficio, rimane intrappolato in ascensore. Per condire al meglio il lunedì mattina che tutti noi sogniamo, per le strade di Roma si sta diffondendo un’epidemia “zombie”.
Finalmente, in Italia si torna a fare horror! Aria fresca, odore di aria fresca. Ora però, procediamo per gradi. Con calma.
E IO CHE MI ASPETTAVO UNO ZOMBIE MOVIE
Con mia grandissima sorpresa, The End? vuole andare decisamente oltre l’essere (e sembrare) un “semplice” zombie movie di serie B; per tutto il film rimaniamo con Claudio, per poi scoprirne il carattere, l’indole e capire che, in fin dei conti, ci troviamo di fronte a un totale pezzo di merda. O, più semplicemente, un comune uomo. La gabbia in cui viene rinchiuso lo protegge e lo condanna a vivere 24h di puro inferno interiore, altro che quello “fuori”. Un vero cinico, un pessimo marito, pronto a sfruttare le persone, mai titubante dal passargli sopra; pronto a scavalcarli, manco fossero dei cadaveri. Occhio che mordono, però!
Assistiamo a un discreto percorso evolutivo, forse un po’ prolisso, ma sicuramente credibile ed efficace. Un bel quid in più direi. E poi, Alessandro Roja è… beh lui è Er Dandi! Che je voi di’! Sempre in parte, sguardo di ghiaccio che è un marchio di fabbrica e, a questo giro, riesce a reggere tutto il peso di The End? sulle proprie spalle, con la giusta dose di carisma.
Un racconto molto più umano che zombesco, che grazie a un cast di contorno centellinato, ma azzeccatissimo (nota di merito ad un magnifico Claudio Camilli), riesce, a più riprese, con telefonate in stile Locke, a dare quel senso di claustrofobia e ansia necessario come il pane con l’affettato.
COSA FUNZIONA E COSA NO
Registicamente, Misischia guida l’occhio di The End? in maniera molto accurata, dimostrando di saperci fare parecchio con la camera a mano, senza mai rendere le scene d’azione caotiche o confusionarie. Scatti in avanti con zoom ipercinetici, slowmo a caricatori che si svuotano sulle teste degli infetti aggiungono quel tocco di tamarraggine, che forse manca ancora un goccio. Comunque, se pensate sia facile, andate voi a girare un film intero in un ascensore. Se poi mi rievochi 28 giorni fopo fuori da Castel Sant’Angelo… io approverò sempre, Daniele!
Inoltre, il tanto criticato makeup è tutto fuorché pessimo o mal realizzato; ne ho sentite di ogni, tipo, “ridicolo”, “improponibile” e, a sto punto, tirando le conclusioni, la gente deve aver visto il film con le fette di salame sugli occhi. Tutto amalgamato a fiumi di sangue, una spolveratina di splatter ed effetti speciali che non stonano assolutamente. Dannati critici con la puzza sotto il naso…
Ma, ahimè, ora, tocca fare il guasta feste: The End? non è esente da difetti. Difetti belli grossi. Innanzi tutto, una prolissità, già accennata, in più momenti, che ammazza il ritmo e la tensione del film; vogliamo poi parlare della logica di alcune scelte, o della presunta “sospensione dell’incredulità”? La coerenza va sempre rispettata, dunque mi limito a dire questo, senza fare spoiler. Chi ha visto capirà, cof cof… super forza dopo non aver mangiato per un giorno… cof cof…
La cosa che, però, più fa storcere il naso, è la TOTALE assenza di paura e (per quanto mi riguarda) di apprensione per il personaggio di Claudio. L’ascensore è una vera fortezza e, in cuor nostro, per quasi tutto The End?, sentiamo che il broker romano rimarrà bello che all’asciutto dal diluvio universale che si è abbattuto sulla capitale. Scusate se è poco…
DUNQUE? PROMOSSO O BOCCIATO?
L’Inferno fuori, forse, è quello che si è scatenato per due settimane sui social: la misteriosa epidemia in stile Danny Boyle ha contagiato un sacco di persone, aizzate e cariche di un odio immotivato verso un film che, forse si prenderà un po’ troppo sul serio, ma è sicuramente un progetto interessante, coraggioso, che prova a porre le basi per un futuro franchise (?).
Chiaro che, parlare di The End? come “Il capolavoro del Cinema Italiano del 2018!” o “Siamo ritornati ai tempi di Bava e Argento!” mi sembra fuoriluogo, fuori contesto, ed estremamente esagerato. Anche perché, per essere uno zombie movie con i contro cazzi, manca completamente dello spessore autoriale/politico di gente come Romero, se vogliamo fare i pignoli. The End? – L’inferno fuori è sicuramente riuscito nell’intento di dividere il pubblico; io? Da che parte sto? Chiaramente…
Promosso. Con qualche lieve carenza.