Serie TV

The End Of The F***ing World 2: da carnefici a vittime

Che figata! Non ci sono altre parole per reagire all’uscita della seconda stagione di The End Of The F***ing World.

La cosa, forse ancor più bella, è che a distanza di due anni dall’uscita del primo capitolo, sono stati creati da zero nuovi episodi, distaccandosi completamente dalla graphic novel originale di Charles Forsman.

Fare una scelta di questo genere ha una doppia valenza: se da una parte a tutti fa comodo mungere una vacca da latte all’estremo, dall’altra si rischia di rovinare un prodotto e far incazzare anche i suoi fan più scatenati. Perché, diciamolo con tutto l’amore del mondo, toccateci tutto ma non sacrificate le nostre serie tv sull’altare del dio denaro, che se no poi saltano fuori casini alla Game Of Thrones.

Piccola nota di cronaca. Forse per paura di rischiare un grande Shame in pubblica piazza, David Benioff e D.B. Weiss hanno abbandonato l’idea di lavorare sulla nuova trilogia di Star Wars.

Immaginatevi quindi con quanta paura e hype ho aspettato il 5 novembre per scoprire in quali guai si fossero infilati questa volta Alyssa e forse James.

Fortunatamente basta vedere la prima puntata per capire che forse in questo caso la classica porcata del già visto e rivista è stata evitata. Non era prevedibile che durante il primo episodio non si vedessero i protagonisti principali, oscurati dall’arrivo di Bonnie. Una ragazza con una vita difficile, che ha dovuto ingoiare merda fin da bambina, per crescere veloce non come voleva lei, ma obbligata da una madre oppressiva e da una relazione malata.

La scena del rossetto è forte, violenta e inquietante. Un pugno allo stomaco sferrato subito dal regista Jonathan Entwistle come a dire, vi siamo mancati? Bene, siamo tornati senza paure o buone intenzioni.

ATTENZIONE ORA INIZIANO VERI E PROPRI SPOILER!

Questo nuovo personaggio, interpretato da Naomi Ackie, sposta gli equilibri portando con se un alone di mistero. Se iniziamo a scoprire fin da subito il suo passato, rimane meno chiaro come attuerà la sua vendetta.

Alyssa intanto ha provato a ricostruire la sua vita, cercare un lavoro e  dimenticare del tutto James anche se il passato ha intenzione di tornare. Ovviamente quando poteva succedere se non il giorno prima del suo matrimonio?

Una macchina rossa, uguale alla stessa esplosa due anni prima durante la prima fuga romantica, posteggiata davanti alla taverna, in mezzo al bosco dove pensava di aver trovato la propria pace, sconvolgerà nuovamente la vita della ragazza.

James è tornato, per fortuna aggiungerei, anche se le cose non sono più come una volta. L’incidente sulla spiaggia ha lasciato pesanti segni sul corpo del ragazzo  e la morte improvvisa del padre ha devastato del tutto il suo cuore fragile.

Totalmente rassegnato a una vita de emarginato, senza neanche il coraggio di tornare a casa, trova la forza in un proiettile con inciso il suo nome. In questo modo tira fuori le sue ultime energie per andare a cercare Alyssa nella speranza che non sia in pericolo.

Lei, con quella rabbia che ha imparato a conoscere e covare durante la prima stagione, se ne frega di tutto e di tutti, con quell’animo ribelle che i fan hanno amato dal primo momento.

Diventa così, senza volerlo veramente, l’ancora di salvezza alla quale James è costretto ad aggrapparsi con le unghie e con i denti per riuscire a sopravvivere.

Anche l’amore sembra cambiare. In un certo senso diventando più solido e meno visibile, che si nasconde e brucia sotto pelle.

Alyssa e James diventano  vittime dei propri sentimenti, delle promesse non mantenute e dei sogni infranti. Vittime di un beffardo gioco del destino giunto alla resa dei conti. Vittime della loro fottuta adolescenza, causa di sbagli e rimpianti.

Il loro lunghi viaggi in macchina non rappresentano più la speranza di una fuga ribelle, anzi si trasformano in un lungo pellegrinaggio nel quale è importante rimarginare le vecchie ferite del passato.

La scelta della colonna sonora si dimostra ancora una volta impeccabile, ricca di pezzi spesso sconosciuti ai più, che partono sempre al giusto momento e ci esplodono dolcemente nelle orecchie. Questo merita sicuramente almeno un ascolto.

Dopo la prima stagione, che senza dubbio è stato un colpo di fulmine, anche la seconda non mi ha deluso anzi. The End Of The F***ing World si conferma  quindi un piccolo gioiellino che merita di essere visto e rivisto. Siete delle brutte persone se non l’avete già fatto.

Non era semplice riuscire a non cadere nella banalità, creando un seguito artefatto. Fortunatamente si è rimasti fedeli ai progetti originali, dimostrando che si può fare un seguito senza mandare tutto a puttane. Mi raccomando imparatelo tutti.

Se il regista, gli sceneggiatori e Netflix hanno intenzione di rinnovarla per altre stagioni devono mettere in conto che può funzionare solo se si continua a seguire questa linea che abbiamo visto nei nuovi episodi. Ovviamente non sarà facile  sviluppare in maniera quasi poetica questo microcosmo che prende vita dalla relazione dei due giovani. Se questo non sarà più possibile, tranquilli, l’ultima scena è perfetta per salutare per sempre Alyssa e James.

 

 

 

Nicolò Granone

Simpatico, curioso, appassionato di cinema, sono pronto a esplorare l'universo in cerca di luminosi chicchi di grano da annaffiare e far crescere insieme a voi, consigliandovi ogni tanto film da scoprire qui alla luce del Sole.
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