Film

The Flash – Il miglior cinecomic di sempre? Anche no!

Classificazione: 3 su 5.

C’è una strana ironia nel fatto che il primo film dedicato a uno dei supereroi più veloci del mondo dei fumetti ci abbia messo così tanto tempo ad approdare nelle sale. Annunciato inizialmente nel 2014, The Flash ha impiegato ben 9 anni a vedere la luce del sole, causa riscritture del copione, continui cambi di regista (almeno 6 o 7 se non vado errato), Covid, nuova gestione del DCEU e, ultimo ma non meno importante, la scia di morte e distruzione lasciata dal protagonista Ezra Miller nel corso del 2022. Tanto per fare un confronto, nello stesso arco di tempo l’omonima serie tv della CW con Grant Gustin ha avuto modo di iniziare e finire.

Alla fine comunque questo benedetto film è uscito, preceduto tra l’altro dalle lodi sperticate di… be’, chiunque! James Gunn, David Zaslav, Stephen King, Tom Cruise… tutti coloro che hanno avuto l’occasione di vederlo in anteprima ne hanno parlato come del “miglior cinecomic DC dai tempi del Cavaliere Oscuro. Una pubblicità niente male per una pellicola non solo molto attesa, ma che ha l’ingrata responsabilità di portare a termine il vecchio DCEU e traghettarlo nel nuovo universo creato da Gunn stesso, denominato (fantasia, portami via) DCU.

Flash
“Aspettate, quella… è davvero una data di uscita?”

Scritto da Christina Hodson (Bumblebee, Birds of Prey) e ispirato in parte alla celeberrima run a fumetti Flashpoint, il film di Andy Muschietti (IT – Parte 1 e 2) ruota intorno a Barry Allen (Miller) che scopre di poter viaggiare nel tempo. Deciso ad impedire l’omicidio della madre, il nostro eroe torna indietro fino al giorno del tragico evento e cambia il passato. Così facendo però crea accidentalmente un universo alternativo in cui i metaumani non esistono, Superman non è pervenuto, Eric Stoltz è il protagonista di Ritorno al futuro (gulp!) e Batman/Bruce Wayne non è più Ben Affleck, bensì il Michael Keaton dell’era Tim Burton. Con l’aiuto di quest’ultimo, di una propria versione più giovane e della kryptoniana Kara Zor-El/Supergirl (Sasha Calle), il Velocista Scarlatto cercherà in tutti i modi di fermare il redivivo Zod (Michael Shannon), intenzionato a invadere la Terra come già visto ne L’uomo d’acciaio.

Batman
Immagini che puoi sentire (parte 1)

Se c’è una cosa che non manca a The Flash, quella è l’ambizione. Fin dal principio questo film è stato pensato per essere un grande evento cinematografico, capace di rivoluzionare l’universo DC e magari pure l’intero mondo dei cinecomic. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, perciò ora che l’opera è finalmente giunta a noi è naturale chiedersi: è davvero quel capolavoro tanto decantato da tutti? Risposta breve: no. Risposta più elaborata: che cavolo di droga si sono calati quelli che l’hanno affermato?

D’altro canto, se pensiamo a tutti i pasticci produttivi avvenuti dietro le quinte, poteva andarci peggio. Da questo punto di vista, il risultato finale è quantomeno accettabile, se non addirittura gradevole, a patto di abbassare le aspettative. Luci e ombre quindi, che provvederò ad esporre di seguito.

Flash 1, Supegirl e Flash 2
“Ok, siamo pronti e carichi!”

Iniziamo dagli aspetti positivi.

Punto primo: rende canonica la Snyder Cut.

E niente, per me ci possiamo anche fermare qui. Poche cose mi rendono felice come vedere la Warner rinnegare quell’abominio della Justice League di Joss Whedon. Tanto basta a farmi promuovere (pur con riserve) The Flash.

Ma in generale tutta la pellicola è una sorta di celebrazione dell’immaginario snyderiano, per diretta ammissione di Muschietti. Il regista argentino è infatti un grande fan del buon Zack e ha cercato di omaggiare il più possibile il lavoro del collega. Un impegno evidente già nella scelta di ambientare gran parte della storia durante gli eventi de L’uomo d’acciaio e confermato da una marea di riferimenti e easter egg relativi al cosiddetto Snyderverse.

Generale Zod
“Sto tornando, merde!”

Non nascondo di provare una certa soddisfazione nel vedere che un autore così ingiustamente detestato si sta prendendo (indirettamente) una rivincita sullo studio che lo ha allontanato, venendo preso come modello proprio dal tizio incaricato di “terminare” il vecchio universo DC.

Zack Snyder 1 – Warner Bros 0

Un altro punto a favore del film è il cast. Al di là delle vicende personali, Ezra Miller resta un ottimo attore e qui ha fornito una fantastica doppia interpretazione, risultando credibile sia nella versione adulta e seria del personaggio sia in quella più giovane e costantemente strafatta. Mi spiace solo che, visti i suoi problemi con la legge, è difficile che lo rivedremo in futuro, per quanto Gunn e Muschietti continuino a sostenere il contrario.

Barry Allen e Barry Allen
Ezra Miller che spiega al giovane se stesso i casini che combinerà nel 2022

Quanto a Michael Keaton, lui era un Batman figo all’epoca e continua ad esserlo ancora oggi. Eccentrico, sornione, intelligentissimo e dotato di una coolness incredibile anche quando è conciato come il Grande Lebowski, il suo Bruce Wayne sopravvive con pochi scossoni al passaggio dal mondo gotico di Burton al più realistico DCEU e ruba la scena a tutti con poca difficoltà. Molto carismatica anche la Supergirl di Sasha Calle, per quanto sia stata vergognosamente sottosfruttata.

Immagini che puoi sentire (parte 2)

Menzione speciale per Ben Affleck, un grande Cavaliere Oscuro mai veramente capito o totalmente apprezzato. Sfortunatamente The Flash rappresenta il suo canto del cigno, ma almeno se ne va con dignità e lasciando a Barry una toccante lezione sull’accettare anche le cose brutte che accadono nella vita. Nonostante il poco tempo a disposizione, ho adorato la prova dell’attore, così come mi è piaciuto molto (a parte due scene coinvolgenti alcuni neonati “volanti” e un certo lazo della verità) il lungo e spettacolare prologo action a lui dedicato, che mi ha fatto rimpiangere ancora di più il The Batman che avrebbe dovuto dirigere e che non vedremo mai.

Addio Batfleck, sarai sempre nei nostri cuori!

Tagliando corto, si può dire che The Flash è un’opera avvincente e divertente che potrà piacere a molti. Ci sono tante belle scene d’azione (l’assalto al silos in Siberia è la migliore), parecchi momenti emozionanti (relativi principalmente alla madre di Barry), un’ironia tutto sommato riuscita e un gran rispetto per il passato cinematografico della DC.

Cos’è che non funziona quindi?

Affrontiamo subito l’elefante nella stanza: gli effetti speciali sono aberranti. Punto.

Sembra incredibile che un blockbuster da 200 milioni di dollari abbia una CGI da videogioco per PS2, ciononostante per tutti i 140 minuti di durata si ha l’impressione di assistere non a un prodotto fatto e finito, bensì a una copia lavoro non ancora completata. Ciò è sconvolgente soprattutto se consideriamo che il responsabile degli effetti, John “D.J.” Des Jardin, è lo stesso dei film del DCEU di Snyder, i quali al confronto paiono Avatar.

Il peggio è riservato alle scene ambientate nella “Cronosfera”, nonché alla già citata sequenza dei neonati, dove questi ultimi sono realizzati con una computer grafica talmente brutta da far rimpiangere l’oscena Reneesme bambina di Twilight. E no, signor Muschietti, è inutile che mi dici che i VFX sono volutamente strani per simulare il punto di vista di Flash. Sappiamo tutti e due che è una gran stro**ata.

The Flash Bad CGI
Per dire, questo è il livello!

Altri difetti riguardano la gestione dei personaggi secondari. Di Supergirl ho già parlato, ma non va meglio ai villain: sia Zod che Dark Flash non solo hanno uno screen time fastidiosamente limitato, ma soffrono anche di una caratterizzazione superficiale, in particolare il primo (è chiaro che viene dato per scontato che il pubblico conosca già tutto di lui da L’uomo d’acciaio). Stesso discorso vale per i genitori di Barry, inizialmente fondamentali per la storia e poi subito dimenticati, per non parlare di Iris West (Kiersey Clemons), completamente inutile ai fini della trama.

È molto frustrante inoltre ritrovare una vecchia e sgradita conoscenza del DCEU, ovvero i problemi di montaggio. I tagli brutali abbondano, specialmente nella seconda metà, dove per effetto di questi il ritmo subisce una brusca accelerata e diversi archi narrativi si risolvono nell’arco di una scena. Sul finale poi stendiamo un velo pietoso: che sia frutto di un reshoot è talmente evidente che per un attimo ho avuto dei flashback della Josstice League.

Supergirl
Una foto a caso di Sasha Calle, perché sì!

Infine c’è la questione multiverso.

The Flash si inserisce nel recente filone di film e serie tv incentrati sul tema, di cui fanno parte anche Spider-Man – Un nuovo universo, Loki, Doctor Strange nel Multiverso della Follia e il premio Oscar Everything Everywhere All At Once. Purtroppo non riesce a sviluppare l’idea in maniera pienamente soddisfacente. Certo, non aiuta l’essere uscito a così poca distanza da quel gioiello di Spider-Man: Across The Spider-Verse, dinnanzi a cui qualsiasi confronto è inevitabilmente impietoso. Tuttavia era lecito aspettarsi qualcosa di meglio.

Non che manchino buone intuizioni a livello visivo, come le sfere a rappresentare i diversi mondi che sembrano uscite direttamente da un albo a fumetti (a tal proposito, occhio ai tanti sorprendenti cameo, purtroppo rovinati dalla brutta CGI). Tuttavia il funzionamento del multiverso e del viaggio nel tempo, illustrato dal Batman di Keaton (che ovviamente sa tutto di fisica quantistica perché… é Batman!) con l’aiuto di un piatto di spaghetti (giuro, non me lo sto inventando), è confuso, illogico e poco convincente. Senza contare che è un modo molto paraculo per giustificare la presenza di personaggi di altri universi nel DCEU.

Bruce Wayne
“Grande Giove! Non state pensando quadrimensionalmente!”

Dove si tocca il fondo è proprio nell’epilogo, con quell’apparizione a sorpresa di quel particolare personaggio interpretato da quel determinato attore che, oltre a farti domandare “ma perché?”, solleva mille dubbi sulla natura del DCU. Sarà un reset? Una realtà alternativa? Una “trasformazione” del DCEU? Io devo ancora capirlo.

Insomma, The Flash doveva essere il “sogno bagnato dei nerd” da un lato e la pellicola che metteva ordine nell’universo cinematografico DC dall’altro. Invece abbiamo avuto un prodotto godibile ma nulla più, al termine del quale siamo più confusi di prima.

Quel che è certo è che tutta la faccenda getta un’ombra sulla gestione di queste IP da parte di James Gunn. Al di là dell’incertezza riguardante il futuro della saga, possiamo ancora fidarci di uno che per mesi ha spacciato il film di Muschietti come la cosa migliore successa all’umanità dalla venuta di Cristo?

Sia chiaro, gli vorrò sempre bene per Guardiani della Galassia e The Suicide Squad, ma forse non è stata una scelta saggia affidargli tutta la baracca. Spero tanto di essere smentito quando uscirà Superman: Legacy.

Fabio Ferrari

Classe 1993, laureato al DAMS di Torino, sono un appassionato di cinema (soprattutto di genere) da quando sono rimasto stregato dai dinosauri di "Jurassic Park" e dalle spade laser di "Star Wars". Quando valuto un film di solito cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma talvolta so essere veramente spietato. Oltre che qui, mi potete trovare su Facebook, sulla pagina "Cinefabio93".
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