Film

The Girl in the Spider’s Web – Un mal riuscito Bond Movie al femminile

Questa ancora brucia. Quanta fiducia ho riposto in questo progretto… in questo film. Quanta! Il seguito della saga Millennium iniziata dal mio maestro David Fincher nel 2011 porta il nome di The Girl in the Spider’s Web (in italiano, Millennium – Quello che non uccide) ed è diretto da un altro regista. Ha una protagonista diversa. Ha un co-protagonista diverso. Potrei continuare all’infinito…

Non c’è storia, scusate.

Ma io non ho gettato la spugna, manco per il pipo. In fondo, Fede Alvarez è un regista promettente e capace (vedere Man in the Dark per credere), Claire Foy è un’attrice di fama riconosciuta e molto apprezzata… Cosa potrebbe andare storto? Mica potranno rovinare una saga con un materiale di base grandioso (i romanzi di David Lagercrantz) e già dei buoni film europei alle spalle. VERO The Girl in the Spider’s Web?!

Non pensavo di essere in un Bond Movie

Il seguito è diretto, continuativo di Uomini che odiano le donne; per cui è necessario aver visto il primo. Almeno per avere un’idea del contesto e dei personaggi. L’hacker Lisbeth è di nuovo sola e continua (a quanto pare) a dare la caccia a “uomini” violenti con mogli, amanti o prostitute. Ma gli spettri del passato e una rete terroristica stanno per farle visita…

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Un appunto, così a bruciapelo: la Foy non è Rooney Mara. Molto meno sensuale, molto meno cattiva e convincente nei panni di un personaggio che aveva trovato la sua controparte perfetta nella bellissima Rooney. Questa versione di Lisbeth è molto meno forte in tutti i sensi, anche emotivamente. A lasciare la protagonista abbandonata a sé stessa, una batteria di attori non eccezionali, molto scolastici dove non spicca nessuna prova degna di nota, compreso il nuovo Mikael Blomkvist (Svenir Gudnason). Dove sei Daniel Craig? Tornate da me!

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The Girl in the Spider’s Web soffre di un recast un po’ destabilizzante che ci si poteva aspettare, a differenza di certe castronerie in sceneggiatura: Steven Knight, autore di film come Locke e degli script per Peaky Blinders qui toppa in pieno, scrivendo un discreto spy movie, ma dimenticandosi per strada forza e spessore narrativo. Non ho letto personalmente i romanzi, ma c’è stato un cambio di registro troppo netto: abbandonata la formula più autoriale e del puro thriller, The Girl in the Spider’s Web deriva nel Bond Movie alla Spectre che dovrebbe portare alla luce dettagli inquietanti sul passato di Lisbeth, ma in realtà è solo una tamarrata.

Goduria per gli occhi e occasione sprecata

Prima di sferrare il colpo di grazia, diamo a Cesare quel che è di Cesare: esteticamente, The Girl in the Spider’s Web è meraviglioso. Cupo, freddo, si respira davvero aria di freddo vento del Nord Europa. Fede Alvarez, poi, riesce comunque a cavarsela in un paio di momenti davvero eccezionali come la scena iniziale e un paio di inseguimenti a bordo della moto.

Però, davvero, nel 2018 ancora dobbiamo salvare un film in cui il cattivo non ha un minimo di carisma, i cattivi a sorpresa, se possibile, sono ancora più imbecilli e dove i personaggi secondari sono meri oggetti in funzione della trama? L’agente di un qualche servizio segreto americano interpretato da Lakeith Stanfield è l’esempio più palese. A un certo punto, mi stavano sanguinando le orecchie all’idea di sentire altre boiate.

Dall’uso di gadget inverosimili, cliché da mani nei capelli e situazioni al limte del credibile, del tormentato personaggio di Lisbeth e del suo mondo rimane ben poco. Siamo di fronte a un blockbuster come tanti, non più ad una (ormai) serie di film sulla spaventosa violenza fisica e psicologica. O meglio, questa rimane, ma centellinata con avara parsimonia. Non metto in dubbio che The Girl in the Spider’s Web piacerà ad alcuni, ci si può divertire, ma non sarà di certo un sequel indimenticabile.

“Il passato è come un buco nero, più ti avvicini più rischi di scomparire”. Mai altra frase presente nel film fu più azzeccata: The Girl in the Spider’s Web svanisce di fronte all’idea di quello che era e quello sarebbe potuto essere. Mannaggia la puttana.

Davide Casarotti

Antipatico e logorroico since 1995. Scrivo di Cinema da quando ho scoperto di non saper fare nulla. Da piccolo volevo fare il cuoco, crescendo ho optato per il giornalista; oggi mi limito ad essere pessimista, bere qualche birra con gli amici e andare al Cinema da solo. Giuro, non sono una brutta persona.
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