Serie TV

The Strain: Guillermo Del Toro e i suoi Dracula a New York

The Strain e i vampiri come non li vedevamo da un po’: affamati, spietati e implacabili. Direttamente dalla penna di un vero maestro dell’orrore, sua maestà Guillermo Del Toro.

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Corey Stoll nei panni del protagonista Ephraim Goodweather

E se… ?

Ogni grande storia a mio avviso inizia da un “E se…?”, tesi prontamente dimostrata da Chuck Hogan e Guillermo Del Toro che si pongono evidentemente la seguente domanda: “E se riadattassimo il piano originario di Dracula ai giorni nostri?”. Chiarifico per quegli sciamannati che non hanno mai letto il capolavoro di Bram Stoker: il piano del conte è – in soldoni – quello di farsi spedire a Londra dentro la sua bella cassa da morto e, piano piano, contagiare una grande metropoli, portando in giro per il mondo il Verbo del Vampiro.

Ecco allora che all’aeroporto JFK di New York atterra un aereo con le luci spente, i portelli chiusi e con il quale non si riescono a stabilire contatti. Viene così contattato l’epidemiologo Eph Goodweather e il suo team per indagare su un misterioso morbo che ha ucciso quasi tutti i passeggeri. Il mistero si infittisce però quando i corpi spariscono dall’obitorio e comincia un vero e proprio bagno di sangue per le strade della Grande Mela.

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THE STRAIN -- Pictured: Richard Sammel as Thomas Eichhorst. CR. Frank Ockenfels/FX
Richard Sammel è il terribile Thomas Eichorst. Momento, momento, ma dove l’avete già visto…?

La serie, iniziata nel 2014, è tratta da una trilogia di romanzi del duo Del Toro/Hogan (The Strain, The Fall, The Night Eternal) e si propone immediatamente come una storia corale, in cui le vicende di una molteplicità di personaggi (tutti legati all’epidemia in corso) vengono a poco a poco a intrecciarsi. Ciò che veramente suscita interesse nello spettatore è vedere come gli autori (Del Toro è anche sceneggiatore) riescono a rendere in qualche modo credibile l’intero affresco inserendo una creatura come il vampiro in una New York assolutamente attuale, dove la gente posta su Facebook e gira con l’iPhone in tasca. Il trucco è semplice, anche se subdolo e geniale: la parola “vampiro” non viene pronunciata da nessuno, né buoni né cattivi, facendo in modo che sia lo stesso spettatore, passo dopo passo, a tirare in ballo i leggendari succhiasangue.

Game of Thrones docet

Che la gestione delle storylines sia ormai diventato un fatto ancor più essenziale nel mondo della serialità ce lo può dimostrare il successo mondiale di Game of Thrones, dove le numerosissime sottotrame vengono condotte avanti in modo sapiente e con pochi (ma pesanti) scivoloni.

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…proprio così: era il nazista che si faceva prendere a mazzate dall’Orso Ebreo in Bastardi senza gloria.

In The Strain uno dei valori aggiunti che elevano la serie, è proprio la capacità di far procedere in parallelo numerosi personaggi con i quali lo spettatore riesce ad empatizzare. Nonostante ci sia un vero e proprio protagonista, il dottor Goodweather di Corey Stoll, esiste una fitta schiera di comprimari, che reggono benissimo la loro parte e impreziosiscono la storia.

 

 

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“Mi manda Equitalia!”

I mostri e un cast di volti noti

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Sissignori, c’è anche Samvise Gamgee.

La mano di Del Toro si sente eccome, soprattutto nel “design” dei mostri e nella ricerca quasi ossessiva della fotografia multicolore, con i tagli di luce tanto apprezzati dal regista messicano. I suoi vampiri non infilzano colli coi loro mega-canini come da iconografia, ma sparano dalla bocca una specie di proboscide che si attacca alla giugulare dei malcapitati, succhiando loro il sangue e infettandoli.

La New York di The Strain è via via sempre più cupa e gotica, una sorta di Gotham City (che a sua volta era la copia quasi esatta di New York) in cui si muovono volti noti al gran pubblico. Anche senza star di calibro ci ritroviamo ad avere a che fare con attori iconici come Corey Stoll (Peter Russo di House of Cardsstavolta

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David Bradley. Ricordate il Gazza di Harry Potter?

con i capelli) Sean Astin (il Sam de Il Signore degli Anelli), David Bradley (il signor Gazza della saga cinematografica di Harry Potter e Walder Frey di Game of Thrones).

Insomma che se vi piacciono le serie horror – ma horror-horror, non come quella grandissima para-inculata di American Horror StoryThe Strain fa per voi: una storia avvincente, personaggi misteriosi e a cui ci si affeziona subito, sangue a fiumi e finalmente i vampiri come piacciono a noi. Pare finalmente che l’influsso di quello schifo di Twilight stia andando scemando… forse… vedremo… si spera…

 

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Aveva ascoltato troppo Tiziano Ferro…

 

Se siete fan della serie di Del Toro. fate un salto dai nostri amici di The Strain – Italia!

Federico Asborno

L'Asborno nasce nel 1991; le sue occupazioni principali sono scrivere, leggere, divorare film, serie, distrarsi e soprattutto parlare di sé in terza persona. La sua vera passione è un'altra però, ed è dare la sua opinione, soprattutto quando non è richiesta. Se stai leggendo accresci il suo ego, sappilo.
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