
The Suicide Squad, James Gunn l’ha fatto di nuovo (centro)
The Suicide Squad è esattamente quello che Suicide Squad avrebbe dovuto essere: un filmone con i controcazzi.
Okay, scusatemi per avervi già spoilerato la mia opinione sul nuovo film di James Gunn (non che il titolo dell’articolo fosse poco eloquente) ma penso sia la prima volta che scrivo una recensione con un sorriso a 32 denti.

E il bello (opinabile) è che questa espressione ebete ce l’ho da 3 giorni, ovvero dal momento in cui mi sono seduto al cinema. Già di per sé l’evento mi aveva messo di un inaspettato buonumore, forse perché era la prima volta che tornavo al cinema dalla riapertura. Fatto sta che tutto felice mi siedo, aspetto e cominciano a passarmi davanti agli occhi le immagini di quel Suicide Squad di 5 anni fa che andai a vedere con un’aspettativa alle stelle.
Il 2016 era il pieno del mio periodo rehab dai film a tema supereroi, tanto che non andavo a vederne uno dal lontano 2012. Mi avevano un po’ rotto il cazzo, la qualità mi sembrava in calando e avevo scoperto il fantasmagorico e attraente universo femminile. L’unica eccezione che ero pronto a fare era proprio per il film di David Ayer, film che si sarebbe rivelato quella cagata a spruzzo di notevole entità che tutti conosciamo.
Colpo di grazia e ciaone, ho ricominciato a vedere film sui supereroi solo tre anni dopo. Quindi capite che io, seduto lì ad aspettare questo nuovo The Suicide Squad, me la stavo facendo addosso.
E INVECE È ARRIVATO IL NOSTRO AMICO JAMES
Neanche il tempo di assaporare la mia cochina che il film parte come una molla! La colonna sonora spacca, teste che esplodono e arti che volano. Un circo di violenza inaudita che dopo 10 minuti fa scoppiare a ridere l’intera platea. Solamente l’introduzione del film sarebbe da applausi.

Da lì The Suicide Squad parte per davvero, dopo qualche breve flashback per rimettere insieme i pezzi della squadra e la loro missione. La trama è semplice e lineare, con i componenti della squadra che vengono arruolati per mezzo di ricatti da Amanda Waller (Viola Davis) per compiere una missione suicida. I personaggi sono in quantità imbarazzante ma diciamo che i “protagonisti” sono Bloodsport (Idris Elba), Harley Quinn (Margot Robbie), Rick Flag (Joel Kinnaman), Ratcatcher II (Daniela Melchior) e Pacemaker (John Cena).

L’obiettivo della missione si trova sull’isola di Corto Maltese e ha a che fare con regimi antiamericani e forme di vita aliene. E anche qui finalmente un movente semplice e credibile per tenere insieme le redini della storia. Caro David (Ayer), come vedi non ci voleva molto per dare senso ad un film tratto dai fumetti.
TUTTO MOLTO LINEARE MA MAI BANALE
A differenza del suo predecessore, James Gunn confeziona un film dalla trama tutto sommato semplice, che però non scade mai nel banale. E soprattutto i protagonisti sono tutti villains credibili, esseri umani (e non) deprecabili che agiscono solo per cercare di salvarsi la pelle. Il massimo della cattiveria di Suicide Squad era Harley Quinn che spaccava una vetrina per rubare una borsa -facepalm-.

Non ci sono buchi di trama, ai personaggi viene concesso il giusto minutaggio in modo da dare un background ad ognuno di loro, le scene di azione sono deliziosamente splatter e il tutto è rivestito da un alone di black humor che fa ridere come matti dall’inizio alla fine. Difficile da credere vero?
Sì, ma dal regista di Guardiani della Galassia e di una perla come Super potevamo aspettarcelo. Non per dire, ma James Gunn è l’unico regista fino ad oggi ad aver girato film sia per la Marvel che per la DC. Ed è lo stesso che ha ammesso di aver parlato con i pezzi grossi delle rispettive case per un possibile crossover al cinema. Un folle. E in quanto tale perfetto per The Suicide Squad.
THE SUICIDE SQUAD – MISSIONE SUICIDA (PER DAVVERO STAVOLTA)
Per una volta possiamo pure non lamentarci di traduzioni o sottotitoli dati alla belin di cane a film stranieri in Italia. In effetti quel Missione suicida calza a pennello per The Suicide Squad, perché la sensazione che alla fine del film possa anche non arrivarci nessuno vivo è forte.

La sceneggiatura finalmente non risparmia i “protagonisti” dal pericolo di morte e nonostante possa sembrare scontato dal titolo non lo è affatto. I supercattivi di The Suicide Squad sono tutti relativamente normali e mortali se escludiamo Polka-Dot Man (Abner Krill) e King Shark (voce di Sylvester Stallone). E comunque pure loro non sono invincibili, nessuno lo è. FINALMENTE.
Ma il grande merito di questo film è quello di presentarci questa feccia umana come dei simpaticissimi bastardi in balia di un mega-ricatto da parte del governo degli Stati Uniti. E lo spettatore non può far altro che innamorarsi ancora una volta di una splendida Margot Robbie o di commuoversi di fronte ad una specie di Hulk-Squalo che sta imparando la differenza tra mangiare le persone e farci amicizia. E potrei citare ancora ogni singola scena del film.

ECCO COSA SUCCEDE QUANDO SI DA CARTA BIANCA AD UN GENIO
Come già detto prima, James Gunn non è nuovo in ambito di cinema supereroistico atipico. Se con Super aveva sfoderato tutta la sua malattia mentale con un budget da vacanza in tenda e con Guardiani della Galassia aveva potuto contare su fondi milionari a patto di rimanere nel disneycally correct, con The Suicide Squad riesce ad unire i due mondi in un’esplosione di budella e risate grassissime.

Forse tra di voi c’è qualche amante di Deadpool perché è proprio un film con un’ironia scorretta e poi rompe la quarta parete e minchia fanculo mamma ho dodici anni sono un pazzo ma secondo il mio modesto parere The Suicide Squad gli caga in testa. Perché, pur rimanendo nella stessa area d’azione, si prende delle responsabilità mica da ridere. Quali? Semplicemente rianima un intero universo cinematografico, quello DC, che ormai era caduto in coma farmacologico dopo quella mattonata sui maroni in slow motion che era la Zack Snyder’s Justice League (ma qui c’è una recensione positiva).
Cosa aspettarsi adesso da questo confuso e sminchiato DCEU non riesco bene ad immaginarlo (dato che ci sono decine di progetti diversi su universi paralleli diversi) ma di sicuro James Gunn tornerà a breve con la serie spin-off su Peacemaker. E di sicuro l’asticella della qualità dei film sui supereroi si è alzata ancora, proprio come successo dopo Spiderman di Raimi, The Dark Knight di Nolan e Guardiani della Galassia dello stesso Gunn. Peccato soltanto per la pandemia e lo streaming che non permetteranno a questo film di avere il successo commerciale che gli compete.
Io nel dubbio torno al cinema a vederlo di nuovo e voi se non siete ancora andati fatelo lesti!
P.s. Ricordatevi di non affezionarvi ai personaggi del film come suggerisce la locandina <3