Questa storia delle stagioni divise a metà è esasperante. È un po’ come finire la sessione all’Università, quando ti culli nell’illusione che i prossimi esami non arriveranno mai. Ecco, con The Walking Dead è uguale. E ci sono cascato un’altra volta.
Perché, come tutti gli anni, quando a dicembre è arrivato il mid-season ero così ingenuo da credere che per un po’ non avrei avuto Rick e soci fra le scatole, e avrei potuto dedicare il mio prezioso tempo a serie ben più gustose e meritevoli (tipo Billions, che ho finalmente avuto il tempo di spararmi e ommioddio). E invece niente, non sono passati neanche due mesi e The Walking Dead è tornato a sgomitare con prepotenza nella mia agenda, calpestando tutto e tutti e strappandomi il controllo sul lunedì sera senza alcuna pietà.
Eh sì, non avete idea di quanto mi sia mancato il carisma di Rosita, oppure la fiera determinazione di cosa lì… come si chiama… quella che non si capisce se sia più inutile o fastidiosa da guardare… niente, la devo googlare.
Tara!!! Minchia quanto mi è mancata Tara, non ne avete idea. Eeeeeeeh già. Sono ancora qua. Purtroppo.
Quanto vi odio
Scusate, forse ho iniziato con troppa cattiveria questo pezzo. Il fatto è che io in questa storia sono una vittima. Vittima di una serie che la maggior parte del tempo mi annoia, e se non mi annoia comunque difficilmente mi appaga. Una serie in cui le gioie ci sono anche, ma sono così rare e sporadiche che quando arrivano è già un miracolo se non te le sei perse durante un bel sonnellino.
“E allora perché devi per forza scriverne e scassarci i maroni con le tue lamentele?” Domanda più che legittima. Beh, perché gli altri membri della redazione mi hanno costretto stiamo comunque parlando di una storia alla quale sono affezionato (unicamente grazie al fumetto), e di una serie che è una delle più seguite del mondo. Insomma, ignorarla sarebbe poco professionale.
Va beh, bando alle ciance, come sono andate le prime due puntate di questa ultima parte di stagione?
Innanzitutto Negan non compare mai, e già si parte male. Intendiamoci, è cosa buona e giusta che il bel faccione sorridente di Jeffrey Dean Morgan non spunti dal nulla ogni settimana, altrimenti il giochino diventerebbe ripetitivo, smorzando di brutto il senso di minaccia e di pericolo incombente. Avevo però già scritto di come questa serie sia ormai totalmente Negan-dipendente, e questo principalmente per colpa del livello di sfiga imbarazzante che imperversa inesorabile fra le file di Alexandria.
Siate sinceri, ma a voi fotte davvero qualcosa di ogni cosa che fa, dice e pensa gente come Rosita? Sasha? Gabriel? Aaron??? Tara??!?!? Davvero non riesco a capacitarmi di come questa serie si sia rivelata assolutamente incapace di creare un gruppo di personaggi secondari per i quali poter parteggiare sinceramente. Per dire, mi sono appena sparato le prime tre stagioni di Vikings nel giro di una settimana, e preferirei sacrificare il 90% del cast di The Walking Dead piuttosto che veder morire uno come Rollo.
Domanda: com’è possibile che una serie che dura ormai da sette anni non riesca più a suscitare il minimo coinvolgimento emotivo, a parte rarissime eccezioni?
Risposta: è scritta con i piedi.
LE CONSULTAZIONI DI RICK
La 7×09 e 7×10 sono due puntate di chiacchiere, di trattative, di pianificazioni. Sono il preludio all’imminente guerra contro i Salvatori, quindi è anche comprensibile che il ritmo non sia sfrenato.
Il problema però è che poi ti tocca sorbirti le menate di quell’insulso, viscido verme di Gregory, un personaggio scritto e caratterizzato in maniera così piatta e banale che mi chiedo come facciano gli attori a non addormentarsi fra una battuta e l’altra. Ad Andrew Lincoln in particolare andrebbe fatta una statua d’oro, visto che, armato del suo strepitoso talento, si batte con le unghie e con i denti per salvare la credibilità e la dignità di ogni singola scena, e il più delle volte ci riesce pure. Chapeau.
Se il confronto con Gregory è imbarazzante, quello con Ezequiel è sicuramente più interessante. Ok, si poteva fare di meglio della storiella del sasso spacca-carri, però il dialogo funziona, e, soprattutto, Re Ezequiel è carismatico e ben scritto. Grazie a Dio.
Il problema è che, dopo ore e ore di chiacchiere che sembravano dovessero portarlo a stringere questa benedetta alleanza con Rick, Ezequiel manda tutto in vacca, trasformandosi da Sovrano giusto e potente a sosia afroamericano di Bersani, che le palle magari poi le tira anche fuori, ma non prima di essersi preso mesi e mesi di palate di merda sulla faccia.
Come sempre, in The Walking Dead prevale la volontà di allungare i tempi, di esasperare e stiracchiare ogni situazione. Un vero e proprio furto di minuti preziosi della nostra vita. Ira.
In ogni caso, Il Regno e i suoi abitanti hanno sicuramente carisma e potenziale narrativo (come ad esempio Richard, al quale sono già molto più legato rispetto a molti dei subumani di Alexandria), quindi spero che qualcuno tagli al più presto la gola a quel pacifista maledetto di Morgan, in modo da farli scendere in guerra nel minor tempo possibile.
Ah, c’è anche Carol. Ma a me Carol provoca l’orticaria da almeno quattro stagioni, quindi lasciamo stare che è meglio.
Il giro di consultazioni di Rick termina con un vero e proprio colpo di scena: la comparsa della comunità-spazzatura mangia-lattine. Un finale di puntata che mi ha davvero sorpreso, in quanto, nel fumetto originale, di questo nuovo gruppo non c’è traccia. D’altronde, avevo già scritto come nella serie Rick e soci fossero incredibilmente più deboli rispetto alla loro controparte cartacea, in quanto, oltre ad essere poveri e sfigati (e senza materassi), disponevano solo di due pistole contro l’esercito ultra corazzato dei Salvatori.
Insomma, bisognava inventarsi qualcosa per rendere credibile la nascita di un’alleanza anti-Negan, e l’ingresso di Jadis e dei suoi uomini-rumenta casca proprio a fagiuolo.
ZOMBIE A CASO, MA DIVERTENTI
E gli zombie? Essendo che per i nostri ormai i morti non rappresentano più una vera minaccia da secoli, gli sceneggiatori sono costretti ad inventarsi, per ogni puntata, un momento zombie totalmente no-sense. La 7×09 ci regala una scena-zombie di puro delirio maledettamente spettacolare: Rick e Michonne che spazzano via un’intera orda di morti viventi con un cavo di metallo attaccato a due macchine in corsa. Spettacolo.
Certo, rimane il piccolo problema che The Walking Dead era nata come una storia che coltivava l’ambizione di essere realistica, mentre ora ci sbattono in faccia come se niente fosse una scena che è un misto di Asylum, Z Nation e Fast and Furious. Ormai gli autori non ci provano nemmeno più ad escogitare trovate credibili, buttarla in delirio è molto più facile.
Il secondo momento zombie no-sense vede un Rick Grimes in versione Luke Skywalker, gettato in una fossa dove ad aspettarlo non c’è il Rancor, ma tal Winslow, cioè un CLAMOROSO Zombie-corazzato di lame e spuntoni che ommioddio che spettacolo.
Roba che se in Resident Evil ti trovavi davanti una roba del genere sapevi già che potevi salutare tutte le munizioni e i kit medici che ti erano rimasti. In passato quel fenomeno di Greg Nicotero ci aveva già regalato un numero impressionante di zombie memorabili, ma questo potrebbe davvero ambire al premio di “Morto vivente più figo di tutti i tempi“.
Certo, è TOTALMENTE no-sense. Ma pace. Magari più avanti ce lo spiegano.
Lo scontro fra Rick e lo zombie-lama è figo, però c’è stata una cosa che nel finale mi ha fatto storcere parecchio il naso: quando Rick finisce Winslow, la telecamera non riprende la scena. Che sia veramente arrivata la censura in The Walking Dead dopo le polemiche sull’eccessiva violenza dello show? Voglio sperare di no. Anche perché se mi togliete pure lo splatter rimane davvero ben poco di cui rimanere allegri.
Insomma, fra uno sbadiglio e l’altro, fra un momento riuscito e tre da facepalm, The Walking Dead si avvia a passo di bradipo verso quella che sarà la guerra totale ai Salvatori. La settimana prossima torna Negan, e quindi si torna a sperare con tutto il cuore che Lucille si sazi delle inutili cervella di Tara.
La speranza è l’ultima a morire.
A parte Tara, che probabilmente non morirà mai.
Che palle.
Ti prego, pensaci tu
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