Insomma, ormai ci siamo quasi. Ancora due puntate e anche la sesta stagione di The Walking Dead finirà in archivio. L’ultima volta che avevo parlato di questa serie era per commentare la prima puntata della seconda parte della stagione. Ricordate no? Quando cosa lì, quella bionda con i figli odiosi e deficienti, aveva fatto una fine gramissima assieme alla sua stupida prole. Bene, cos’è accaduto da allora ad oggi? Andiamo a vedere
Finalmente la storia è tornata a seguire, più o meno pari pari, quella tracciata dal fumetto. Che a me in realtà piacerebbe molto che The Walking Dead riuscisse a discostarsi, ma se quando lo fa viene fuori il trionfo del nonsense (tipo i Wolfes… ma ci rendiamo conto?), allora tanto vale che si affidino totalmente all’opera di Kirkman.
Viene infatti introdotto Jesus, personaggio che i fan del fumetto aspettavano da parecchio. Purtroppo la sua controparte televisiva non è neanche lontanamente carismatica come l’originale, ma pace, almeno è simpatico. Certo, qualcuno dovrebbe anche spiegarci che mese è , visto che Daryl gira in canotta e Jesus è vestito manco dovesse unirsi ai Guardiani della notte, ma va beh. D’altronde era così anche con Tyreese, che si teneva su quel fottuto capello di lana anche in sauna. Cari produttori, vi hanno mai detto che certe cose che funzionano nei fumetti, come ad esempio il look fisso dei personaggi, in televisione fa semplicemente ridere? Evidentemente no.
Comunque, dopo che Rick gioca al Do you Ringo con Michonne, i nostri arrivano ad Hilltop e fanno finalmente l’indiretta conoscenza dei Salvatori di Negan. Qua la serie, ricalcando il fumetto, se ne discosta leggermente in un particolare: i Salvatori ideati da Kirkman erano una sorta di mafiosi del mondo post apocalittico, poiché pretendevano dalle comunità che avvicinavano il pagamento della metà dei loro averi in cambio di una protezione continua dalla minaccia zombie. Un pizzo in piena regola. Nella serie invece, la soluzione adottata è stata un più semplice e diretto “O ci pagate o vi radiamo al suolo“. Personalmente, preferivo di gran lunga la prima soluzione, soprattutto perché perfettamente in linea con il capo di quella comunità, di cui parliamo più avanti.
In ogni caso, il ritmo della serie finalmente comincia ad ingranare, e questo anche grazie a soluzioni interessanti. La puntata 12, dedicata alla retata di Rick e compagni al covo di Negan, è infatti estremamente convincente, soprattutto perché scritta apposta per la serie. Certo, dal punto di vista tecnico è qualcosa di abominevole, con una sparatoria finale girata da cani strafatti di oppio, ma il succo è comunque di una cattiveria e di un cinismo non indifferenti. Così come la puntata successiva, nella quale Maggie e Carol si liberano dai loro prigionieri (nonostante le solite ore di chiacchiere inutili).
Purtroppo, quando The Walking Dead sembra aver fatto un passo avanti, subito dopo ne fa 10 indietro. Perché, nonostante abbia deciso di seguire il fumetto, continua ad esserne solo una pallida imitazione, e questo per precise scelte di sceneggiatura. Volete un esempio? Dai, prendiamo all’ora l’ultima puntata, quella della morte di Denise. Roba che non mi spreco neanche di preoccuparmi dello spoiler, perché tanto dai, siate sinceri: non ve ne è fregato un cazzo.
Ma d’altronde come potrebbe fregarvene? Un personaggio inutile, piagnucoloso e fastidioso, che ci metti metà stagione solo a ricordarti come si chiama (come tutti gli altri personaggi secondari del resto). Ma poi lo fai morire in quella maniera, cioè dai. Prima si vomita sugli occhiali (facepalm), poi parte con un pippone chilometrico che porcatroiachiudiquellaboccadelcazzo, e infine succede questo:
Ho visto scene dei Griffin che facevano meno ridere. Ma come fa lo spettatore a non esultare? A non saltare sul divano ed emettere un poderoso ruggito di assoluto godimento? Ma sul serio, questo doveva essere un momento triste?
E sapete qual è la cosa più ridicola? Che la stessa cosa succede nel fumetto ad un altro personaggio, ma uno che ha giusto un pelo di importanza in più. Vi sbatto l’immagine qua sotto, e vediamo se lo riconoscete. AH. SPOILER
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Immaginate di leggere belli comodi sul divano, di girare la pagina e di ritrovarvi davanti questo. Dire che mi si fermò il cuore è dire poco. E l’Abraham del fumetto è un personaggio con i controcoglioni, non l’orsetto bear della serie. Questo coraggio di eliminare senza pietà i personaggi principali è ciò che ha fatto del fumetto di The Walking Dead un’opera grandiosa, da leggere con il timore costante che ad ogni pagina possa succedere qualcosa in grado di sconvolgerti nel profondo. Come dicevo anche nel pezzo dedicato a Black Sails (occhio agli spoiler) la capacità di gestire la morte fa sempre la differenza, e lo show televisivo in questo senso fa ridere, almeno nelle ultime tre stagioni.
Perché muoiono solo i personaggi inutili, mentre gli altri continuano ad incespicare faticosamente, fra un dialogo osceno e una situazione ridicola. Ci ritroviamo impotenti ad osservare Abraham e Eugene (ormai giunto alla “fase due“…dio mio…) che bisticciano come bambini di tre anni, con Morgan che è passato dall’essere un tagliagole all’essere una macchietta fastidiosa e buonista e con Carol che da donna-Rambo sta diventando una suora rosario-dipendente. Il tutto senza assolutamente nessuna soluzione di continuità o di coerenza.
Comunque, c’è ancora speranza per salvare questa stagione e questa serie. Eccola qua:
https://www.youtube.com/watch?v=VvX6lGQxHlg
L’ho già detto nello scorso articolo, ma ora lo ripeto per essere chiaro: Negan è uno dei cattivi più fighi che abbia mai visto. Unico nel suo genere, totalmente indimenticabile. Nella sua follia è infatti nascosto un sincero desiderio di pace e di armonia, che lo rende un personaggio assolutamente ambiguo e indecifrabile. Negan non vuole uccidere, non vuole del male. Vuole una sola cosa: che tutti facciano quello che dice lui. Fare del male è solo il mezzo che è costretto ad utilizzare per piegare gli altri al suo volere. Un dovere dal quale non può in alcun modo esimersi.
Ma quando c’è da punire, Negan non è secondo a nessuno. Spietato, violento, volgare da dare il voltastomaco. E questo è il problema. Perché Negan sarebbe un personaggio perfetto da mettere nelle mani della HBO o da Starz, non certo in quelle della AMC, perennemente incatenate dalla censura. Pare infatti che saranno molte le scene che potranno uscire nella loro versione integrale solo in DVD. Ma d’altronde, da un canale al quale è concesso solo un limitato numero di “fuck” a stagione, non ci si poteva aspettare altro.
Per questo ho tanta, tanta, tanta paura che di Negan ci verrà offerta solo un’ombra, e questo personaggio non lo merita. Tuttavia, nonostante le premesse non facciano ben sperare, voglio crederci con tutto il cuore. Io credo in Negan. Pregate con me. E arrivederci al commento del finale di stagione, quando finalmente sapremo se il futuro di The Walking Dead sarà destinato al Paradiso, all’Inferno o al Purgatorio.
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