Film

Thor: Ragnarok, una potente sbornia allegra e ignorante

Ok: Thor: Ragnarok è il migliore della sua trilogia, cazzo!

Di tutti i supereroi MCU, Thor è l’unico che ha avuto tre registi diversi nei tre diversi film, ciascuno con una direzione personale: se Branagh aveva conferito a Thor una lettura shakespeariana e Taylor ha fatto di Thor: The Dark World una favola fantasy-dark, Taika Waititi compie una scelta coraggiosa… buttando tutto in caciara.

Potrà sembrare strano, ma tra i tre registi Waititi è quello che di più ha preso una direzione stilistica e ne ha tenuto le redini salde dall’inizio alla fine. Ha portato avanti la sua idea e ha integrato efficacemente anche tutti le ingerenze creative della Marvel. I personaggi sono messi lì perché piacciono, eppure ciascuno di loro ha un senso, da Loki a Hulk passando per il cameo di… ma posso dirlo o è spoiler?

Nel dubbio, per vostra praticità, dividerò la recensione in due parti, una non-spoiler e l’altra superspoilerosa.

Thor: Ragnarok

Recensione non spoiler

Dicevamo: Thor: Ragnarok è un film gioioso, divertito, psichedelico. Ignorante. Da vedere assieme alla compagnia al cinema dopo una birra al pub. O due. O tre. Molti dicono che si è voluto emulare la formula guascona Guardiani della Galassia, ma la verità è che il film dei Guardiani ha un’estetica più vintage, raffinata, mentre Ragnarok è proprio un film tamarro e in pieno pride della sua tamarraggine.

La sua forza, come tipico dei film Marvel, sono i personaggi. A distanza di anni, il film si ricollega ai suoi predecessori e si tiene perfettamente. Difetto, se vogliamo, ma per me pregio: se non si sono visti i due Thor e i due Avengers, si perdono molti riferimenti.

E può essere utile pure un ripassino di Captain America: Civil War. Ricordate gli Avengers sulla Terra che si dividevano per gli accordi di Sokovia e che Thor era assente apparentemente ingiustificato? In realtà scopriamo che aveva le sue belle gatte da pelare anche lui.

Pure un altro personaggio si era bigiato la civil war, un certo omone grosso e verde che era sparito nel nulla alla fine di Avengers: Age of Ultron.

Bene: Thor e Hulk finiranno per formare il loro team in questo film, un po’ armata Brancaleone. I Revengers contano solo di quattro membri e uno di essi è… Loki. È definitivamente passato dalla parte dei buoni? Ni.

Thor: Ragnarok

Il quarto membro è una new entry: l’asgardiana Valchiria, un po’ seguace della falsariga disneyana recente delle eroine tutte d’un pezzo se non fosse che finalmente ha un difetto: è un’alcolizzata della peggior specie.

Ma chi è il grande nemico contro cui debbono coalizzarsi? Eravamo rimasti, alla fine di The Dark World, con Thor che tornava sulla Terra dalla sua Jane Foster e Loki che, all’insaputa del fratello, aveva preso le sembianze di Odino per prendersi il trono.

Il film riprende esattamente da quelle fila: il grande amore tra Thor e Jane è finito (ma dai, non l’avrei mai detto, sembravano così bene assortiti) e Thor dopo gli anni torna e finalmente mangia la foglia.

È lento, ma ci arriva.

Almeno Loki ha avuto tempo per godersi un po’ il trono.

Tutta la parte del ritorno dello Zio… volevo dire, del Dio del Tuono ad Asgard è molto divertente, con alcuni cameo-chicca. Ma siamo nella sezione a-spoiler e non vi dico nulla, vedrete.

Dicevamo, il nemico: si tratta di Hela, la Dea della Morte, interpretata nientemeno che dalla due volte premio Oscar Cate Blanchett.

Volevo mettere un’immagine della Blanchett ma questa illustrazione ufficiale era troppo bella

Nella mitologia norrena Hela è una dei tanti figli di Loki, ma c’è anche da dire che nel mito pure Loki è zio di Thor e non fratello, quindi anche in questo caso la versione MCU stravolge completamente il canone, sia mitologico… sia fumettistico. O almeno, di parecchie versioni del fumetto.

In realtà ho un po’ da ridire sulla cattiva: nonostante si tratti della Blanchett che fa il suo sporco lavoro, è l’ennesimo cattivo appannato dell’MCU. Meglio di Malekith, senz’altro, ma non ci voleva molto.

Inoltre, la “rivelazione” sulle sue origini mi ha fatto cagarissimo, è l’unica cosa che ho odiato. Sono quei colpi di scena (stile telefilm Sherlock episodio 4×03) che mi danno fastidio, perché stravolgono le informazioni fissate ormai da anni sui personaggi – disturbano il mio OCD insomma – in un film per altro che ha uno dei suoi piaceri maggiori nel suo linkarsi strettamente a tutto l’universo espanso.

Ma veniamo alle cose belle: le botte. Un’intera sezione del film è ambientata nell’arena, dove avremo lo scontro del secolo: Thor VS Hulk. Stabiliremo, una volta per tutte, chi è l’Avenger più forte!

Thor: Ragnarok

O magari no.

Certo, c’è chi non è molto contento di rivedere Hulk. Loki non ha dimenticato l’umiliazione subita alla fine di Avengers

Quindi: botte, personaggi divertenti, umorismo slapstick, Jeff Goldblum che fa Jeff Goldblum. Tutti i protagonisti vengono valorizzati e si arriva a un epilogo che è una bomba, secondo me: avevo molto timore di vedere il Ragnarok finire in farsa e invece… per tutti i fulmini!

La fa salire tantissimo anche l’impiego della musica, soprattutto della canzone che è diventata un po’ il simbolo del film: la splendida Immigrant Song dei Led Zeppelin che alfine incontra la mitologia del Thor fumettistico. Il brano, infatti, è già di per sé notoriamente dedicato all’immaginario degli dei norreni e il momento in cui queste due realtà si incontrano è… un orgasmo.

 

Recensione spoiler

Thor Ragnarok

Partiamo dalle cose brutte (non i due gentiluomini qua sopra quindi): come in Thor: The Dark World, il pretesto da cui si dipana la trama è una cazzata allucinante. Thor e Loki vanno sulla Terra a ripescare Odino, in esilio da più di due anni (Loki l’aveva sbattuto in un ospizio per vecchi): appena il tempo di salutarlo e lui muore.

Problema: lui era l’unica cosa che “bloccava” il ritorno di Hela. Che, infatti… torna.

Che incredibile serie di coincidenze.

Inoltre si scopre che Hela è… no, non riesco a dirlo.

C’era già un fratello cattivo, serviva anche la sorella cattiva?

E che siamo, in Cenerentola?

Ma poi… Se Loki è adottato, perché Hela somiglia più a lui che a Thor?

Le domande si sprecano. Cassiamole.

Il film, tolto il cerotto di questo presupposto forzato, si salva con un buono sviluppo e un ottimo finale. Il Ragnarok ci sarà e avrà un’implicazione molto particolare.

Finalmente posso dire qui che nel film fa un cameo anche Doctor Strange.  Se avevate lasciato il culo sulla poltrona alla fine del suo film stand-alone durante i titoli di coda, avrete visto la scena bonus e dunque già sapevate che Thor va a chiedere aiuto allo Stregone Supremo di New York.

Thor: Ragnarok

È buffo vedere – per due secondi – Tom Hiddleston (Loki) e Benedict Cumberbatch (Doctor Strange) nella stessa scena. I due attori inglesi sono infatti amici di vecchia data, vicini di casa fin dall’infanzia, Tom è stato testimone di nozze di Cumberbatch e nonostante questo avevano in precedenza recitato insieme solo una volta, per un quarto d’ora, in War Horse di Spielberg. Chissà se avrebbero mai immaginato di ritrovarsi a lavorare assieme non in una produzione inglese, ma come personaggi iconici di un blockbusterone americano…

Ci sono altri gustosi cameo disseminati lungo Ragnarok: ovviamente quello di Stan Lee, glorioso come al solito, e poi in una particolare sequenza, bellissima, in cui viene messa in scena una tragedia sul palco che ha come protagonisti Thor, Loki e Odino interpretati da attori teatrali asgardiani. È una bella easter egg indovinare quali noti attori veri si celino sotto i costumi. Quello che “interpreta” Loki, senz’altro, lo riconoscerete, e persino io ho apprezzato l’ironia nonostante si tratti di un attore che non amo.

Beh, anche se siamo nella zona spoiler free della recensione di certo non vi racconto il finale: dico soltanto che mette un degno e credibile punto di chiusura a questa trilogia, è coraggioso e con una morale non banale.

Vi consiglio, come sempre, di rimanere per le due scene bonus dopo i titoli di coda. O almeno la prima, che è fondamentale e da considerarsi proprio un sotto-finale del film.

Sembra che infatti i nostri eroi norreni siano prossimi a intersecarsi con l’unica pellicola Marvel che finora si è incrociata poco con le altre: Guardiani della Galassia, appunto.

Questo golfo mistico di personaggi ci condurrà al prossimo film Marvel corale: Avengers: Infinity War.

Thor: Ragnarok

Appena finita l’attesa spasmodica per Thor: Ragnarok, sono già in ebollizione per questo.

Francesca Bulian

Storica dell'arte, insegnante, fangirl, cinefila. Ama i blockbusteroni ma guarda di nascosto i film d'autore (o era il contrario?). Abbonata al festival di Venezia. "Artalia8" su YouTube, in genere adora parlare di tutto ciò che di bello e sopportabile gli esseri umani sono capaci di produrre.
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