Film

Tolo Tolo: Checco Zalone non è Vasco Rossi.

“Nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli” diceva Oscar Wilde. Che sia anche il pensiero di Luca Medici? È in sala dal 1 gennaio Tolo Tolo: il nuovo attesissimo film di Checco Zalone già record di incassi. Ecco: chiariamo fin da subito che il mercato dell’arte non necessariamente è l’arte. Questo è da premettere, perché vedo troppi commenti che parlano di “storia del cinema italiano”, e mi chiedo se non sia più giusto parlare di “storia del mercato del cinema italiano”. È una sfumatura, ma per me è fondamentale non mettere sullo stesso piano Checco Zalone ed Ugo Fantozzi (per esempio). Perché è vero che abbiamo avuto il dispiacere di vedere Fantozzi 2000 – La clonazione, ma Cado dalle nubi non è Fantozzi, e Che bella giornata non è Il secondo tragico Fantozzi.

CHECCO ZALONE NON È VASCO ROSSI

Parliamo di record: ogni film di Checco è un evento fisso ed unico che registra cifre da capogiro al botteghino, così come ogni tour di Vasco è un evento fisso ed unico che registra sold-out sempre e comunque. Un colpo solo per poi tornare nella propria riservatezza fino al prossimo progetto. La differenza è che qualsiasi cosa faccia Vasco diventa oro, e che dopo 40 anni di carriera, può permettersi di fare uscire canzoni tremende come quelle che sono uscite dal 2012 ad oggi senza perdere nemmeno uno spettatore, Checco no. È come se lui pagasse il suo enorme successo con l’aspettativa, o peggio con l’attesa di vederlo inciampare. Quasi come se il pubblico, ogni volta che esce un suo film, lo aspettasse al varco del botteghino per chiedergli: allora?

Per cui, prendendo per vera una mia sensazione che vera potrebbe non essere, Checco deve dimostrare ancora tanto prima che il pubblico gli perdoni un fiasco e, considerato il peso delle cifre che ogni volta pende sulla testa di Luca Medici, questa volta potrebbe rischiare di finire il suo periodo da uomo record. Perché? Per due motivi: il primo è fisiologico, e cioè che nulla dura per sempre. Il secondo è indotto dal risultato di questo suo ultimo lavoro.

PER TOLO TOLO ZALONE VOLA IN AFRICA

Tolo Tolo

Checco qui è un imprenditore fallito che a causa dei debiti lascia l’Italia per andare a vivere in Africa. Qui trova uno scenario di disperazione (estremamente impomatata) per il quale si trova costretto ad intraprendere il viaggio della speranza insieme a gente che fugge da guerre, miseria e dalle poche prospettive di un futuro dignitoso in cerca di una vita migliore. Drammi reali, ma appena accennati. Luca Medici è sempre stato bravissimo a rappresentare la mediocrità che ci circonda, portando sullo schermo temi attuali e vicinissimi ad ognuno di noi. E qui fa lo stesso. Il protagonista è la perfetta rappresentazione di una qualsiasi bacheca di Facebook. Lui è populista, egoista, evasore. È tutto ciò che caratterizza la furbizia dell’italiano arrampicatore sociale che tutti noi abbiamo tra gli amici. Cita testualmente (“Italiani brava gente!”), ridicolizza, è fuori luogo pur essendo convinto di essere dalla parte della ragione.

TOLO TOLO: CHECCO, CHE VOLEVI FARE?

Però qual è lo scopo del film? Perché se, come ho ragione di credere, lo scopo del film era quello di fare riflettere sulla condizione dei migranti e su ciò che li spinge a lasciare la propria terra, accennandola in questo modo non ci riesce. Il tema della riflessione diventa quindi il contorno per raccontare il personaggio di sempre, senza il sostegno di una sceneggiatura che abbia lo stesso obiettivo dei film di sempre. Di conseguenza, se lo scopo del film era quello di rimettere in scena la versione 2020 dell’italiano medio non ci riesce completamente. Se invece lo scopo del film era quello di raccontare entrambi… Ci va coraggio, e forse un pubblico molto più ristretto. Offendere sarebbe davvero un attimo, e scrivere un’opera intelligente sarebbe di una difficoltà incredibile.

tolo tolo

IL LIMITE DI CHECCO ZALONE È IL SUO PUBBLICO

Se Luca Medici si fosse stancato di Checco Zalone lo capirei. Che Luca Medici si senta imprigionato nel successo del suo alter ego lo si potrebbe evincere dalla scelta di coscrivere un film con Paolo Virzì. Il problema è che, a questo punto della sua carriera, deve fare una scelta: o continuare a far ridere milioni di persone o ridimensionare il suo personaggio per un pubblico più ristretto e più fedele.

Perché da Cado dalle nubi Zalone ha fidelizzato due macro-gruppi: quelli che capiscono l’ironia che sta dietro al suo personaggio e quelli che inconsciamente si rispecchiano in lui, andando al cinema una volta ogni tre anni per ridere di sé stessi. Ma tenere entrambi i piedi in una scarpa non è possibile, e questo film ne è la dimostrazione. Chi si è sentito “preso in giro” dal proprio beniamino è chi del tema rappresentato se ne frega, ed anzi lo contrasta più o meno fortemente (diciamoci la verità). Chi invece va al cinema per assistere ad un film satirico patisce un po’ la leggerezza con cui vengono trattati i temi delicati. Ci va onestà, e raccontare a chi non si interessa di questi argomenti situazioni così drammatiche in un modo così patinato, rischia addirittura di essere un’offesa per chi quelle situazioni le ha vissute davvero.

Ciò non toglie che il tentativo di affrontare un tema così caldo e delicato, sfruttando l’enormità del proprio impatto mediatico è assolutamente lodevole.

CONCLUSIONI

Ma quindi Tolo Tolo è un brutto film? No! È un film ancora simpatico, con meno battute rispetto ai film precedenti e che quindi delude le aspettative di chi vuole vedere un film come Sole a catinelle.

È il film più brutto di Zalone? Da un punto di vista formale, tra un finale agghiacciante, diversi buchi di trama, ed analizzando la rappresentazione della maschera di Checco Zalone sì. Ma secondo me non va paragonato agli altri film, perché nasce con un obiettivo completamente diverso. Credo si possa considerare l’immaturo primo film di Luca Medici e Checco Zalone. Il primo è un regista immaturo, il secondo un personaggio maturo che adesso deve evolversi per non scoppiare.

E Paolo Virzì? Paolo Virzì aveva bisogno dei soldi per pagare il divorzio da Micaela Ramazzotti. È probabile che nel farsi i conti non si sia reso conto che i lavori per il film fossero iniziati, rivisti e finiti (che poi anche lì, ma come si fa a divorziare da Micaela Ramazzotti?? Sacrilegio!).

Tolo Tolo

 

 

Andrea Bruno

Classe 1996, musicista ed appassionato di cinema diffida dagli eccessi di felicità che molto spesso nascondo l'esatto opposto. Nostalgico amante del jazz e della filosofia (colonne portanti del suo progetto cantautorale come Andrea Millais), trova nel cinema la possibilità, per ognuno, di rispecchiarsi dentro a personaggi di film o serie tv al fine di alleviare quel frustrante senso di solitudine a cui ogni essere umano può essere soggetto.
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