È una giornata come un’altra. In pausa studio, apro le mie finestre virtuali sul mondo. E tra giudizi politici affrettati, notizie del MiBACT che, facendo i dovuti scongiuri, darà la possibilità alla parte gialla d’Italia di tornare nei cinema, nei teatri e nelle sale concerti a fine marzo (posto che ancora esistano queste realtà in quelle zone), appare un post particolare. Questo.
Fermate le rotative! Torna il Riviera International Film Festival!
Personalmente sono felice che un festival a cui sono legato, a cui tutti noi di MacGuffin siamo legati, continui il suo corso (e già sto ad immaginare gli occhi lucidi del prof. Riccardo Cavagnaro, della dottoressa Rosa Bartolone e del dottor Francesco Gamberini).
Perché tra film di finzione e documentari so che ci sarà da strofinarsi le mani e da rifarsi gli occhi. So che gli ospiti saranno di spessore. Ma soprattutto perché, pochi attimi dopo, ho parlato con il programmer del festival, Massimo Santimone che mi ha dato qualche notizia.
Me lo aspettavo? Beh, sì. Anche se la domanda giusta sarebbe “Ci speravi?“… Purtroppo bisogna entrare nell’ordine di idee che nulla è scontato, men che mai in questo momento storico di pandemia e incertezza. E se il Riviera International Film Festival porta una buona fama internazionale e una serie di edizioni sempre in crescita (dal punto di vista di ambizioni e qualità generale di ospiti, eventi e film), sulle sue spalle ci sono pochi anni di vita. Non solo, sulle sue spalle grava anche un azzardo non indifferente: l’edizione del 2020.
Un vero salto nel buio. A differenza di altri festival, il Riviera International aveva cercato un approccio più aperto, rendendo disponibile gratuitamente sul suo sito i film in concorso, dando la possibilità al pubblico di votarli attraverso i direct di Instagram. Un’edizione molto piccola e sperimentale, ma rischiosa (dato anche il periodo estivo). Lo ammetto. Ero tutt’altro che ottimista.
Temevo che si sarebbe rivelato un passo indietro. Temevo che magari l’azzardo non avrebbe ripagato. E invece, a quanto pare, sono stato smentito e tutti noi possiamo metterci di nuovo ad attendere l’inizio di questo particolarissimo evento.

Certo, tu frequentatore del Riviera, sai che ancora per un po’ ti mancheranno le passeggiate per la bella e tranquilla Sestri Levante. Ti mancherà incontrare protagonisti e guest star in giro e poterci parlare. Ti mancheranno le masterclass e le feste. E soprattutto ti mancherà maledettamente l’atmosfera informale e stupenda di quelle giornate che solo chi le ha effettivamente vissute può comprendere e rimpiangere…
Ma il festival va avanti. Questo è l’importante. In tempi migliori, magari, potrai tornare a percorrere, insieme a vecchie e nuove facce, quella strada che collega il Cinema Ariston e l’ex convento dell’Annunziata.
Poche sono le informazioni a nostra disposizione riguardo questa nuova edizione in arrivo, ma il buon Massimo Santimone ha comunque cercato di darci qualche elemento… Lasciamo la parola a lui, quindi.

E dato che nella conversazione è saltata fuori una considerazione in merito al vincitore dello scorso anno, il film Relativity, anche noi del MacGuffin alterneremo qualche piccolo consiglio riguardo la precedente edizione del Riviera International.
Film per cui, diciamo dovreste davvero “rizzare le orecchie”. Se li trovate in vendita o se sono su un catalogo qualsiasi, non esitate e guardateli!
“RIVIERA INTERNATIONAL 2020” VS “RIVIERA INTERNATIONAL 2021”
Direi di cominciare facendo un piccolo bilancio relativo allo scorso “Riviera online”. Ad un anno cosa ci puoi raccontare di quell’anno e di quell’edizione sperimentale?
Nemmeno nel peggiore degli zombie movies potevamo immaginare una pandemia del genere! Che stravolgesse la vita a tutti quanti e stravolgesse quelle che erano una serie di cose programmate, eventi, vacanze per la gente comune. Tutto quello che si era pensato di fare è stato cancellato.
Cancellare un festival (un festival tutt’ora nuovo come il nostro) vuol dire bloccare un qualche cosa che sta crescendo. Per tutti noi, che siamo gli organizzatori dall’inizio, è veramente come un figlio, come un piccolo bebè (o come un tamagotchi, te li ricordi?) a cui devi dar da mangiare poco per volta.
Noi l’anno scorso quasi non vedevamo una prospettiva per poterlo realizzare, ma alla fine abbiamo messo i pezzi che riuscivamo a mettere insieme (quei pochi che avevamo) e siamo riusciti a fare una mini edizione online che è andata molto meglio del previsto; anche perché abbiamo messo i film online ad agosto e ci sono state tantissime visualizzazioni. Devo dire che non ce lo aspettavamo. Nel senso, figurati, ad agosto c’era un po’ di apertura, la gente era al mare… e invece è andata molto meglio di ogni altra previsione.
Poi abbiamo fatto la serata di premiazione, dove siamo riusciti a far venire i vincitori del documentario e del film, che è stato Relativity (titolo originale Meine Ende, deine anfang, ndr.) di una regista di origine tedesca e metà giapponese, Mariko Minoguchi, e che in questi giorni sarà a Berlino a presentare il suo nuovo film come sceneggiatrice. Un film prodotto da Roland Emmerich.
[Nota di redazione: il film in questione è Tides, titolo originale Haven-Above sky, di Tim Fehlbaum, scritto da Minoguchi, dallo stesso regista e da Jo Rogers e prodotto da Roland Emmerich. Girato in inglese. Uscirà a Giugno di quest’anno in Germania.]Ha fatto il grande salto, insomma! Il film che aveva presentato da noi lo aveva sia scritto che diretto. Una regista veramente giovanissima.
Insomma anche un po’ il successo di questa micro edizione del 2020 ci ha spinto a cercare di fare quella del 2021 e sinceramente speravamo che la pandemia si rilassasse e andasse un po’ a scomparire. Non è stato così e quindi stiamo combattendo molto ferocemente per cercare di realizzare questa del 2021, quasi più del 2020. Ci stiamo lavorando con pazienza ed è ancora più duro mettere insieme i pezzi.
Senti, cosa ci dovremo aspettare di diverso dall’edizione di quest’anno? E per quanto riguarda gli ospiti?
C’è stata Claudia Gerini l’anno scorso che è stato il nostro super ospite. Abbiamo dato un premio a lei, l’Icon Award, che diamo ogni anno a quei personaggi iconici del cinema. (L’Icon Award, ndr.) Non è un premio alla carriera, si dà a quelle persone che possono anche avere vent’anni, ma sono già delle icone nel mondo dello spettacolo e la Gerini indubbiamente lo è (dato il passo a livello internazionale fatto con La passione di Cristo e John Wick (John Wick 2, ndr.). E l’anno scorso è stato un personaggio di spicco, oltre ad essere una bellissima persona!
Noi ora stiamo lavorando a quelle che saranno le Guest star che ci accompagneranno quest’anno. Sappiamo che abbiamo i Mokadelic, che sono gli autori della colonna sonora di Gomorra, dell’Immortale e altri film. Abbiamo Andrea Crosta, che è questo personaggio incredibile (avventuriero io lo chiamo, perché lotta contro il mondo per portare un messaggio ecologico importantissimo) e sarà lui il presidente della giuria documentari.

Quest’anno faremo qualcosa di ibrido. Nel senso, ci saranno dieci film e dieci documentari online e tre serate, se riusciamo. Ovviamente con “se riusciamo” ci riferiamo all’allarme Covid. Se il governo con i DPCM ci permetteranno di riempire un cinema a metà, con tutte le varie precauzioni, come abbiamo fatto l’anno corso con la premiazione, riusciremo a fare queste giornate live (potrebbero essere live anche un paio di masterclass). Purtroppo è tutto quasi in standby.
Noi ci muoveremo sulla base di quello che succederà con i vari passaggi, colori e quant’altro. Sicuramente faremo qualche altra cosa online (degli inserti, delle interviste con i registi, masterclass, magari, ancora non possiamo dire per certo).
Poi (faremo) le serate dal vivo, dove si proietteranno il film e documentario vincitore e ci sarà la serata di premiazione. Poi, se ci sarà spazio, in queste serate riusciremo ad inserire magari anche qualche altro film che ha vinto qualche altro premio. Ci stiamo muovendo per organizzare almeno due o tre serate. Il festival online, quello ci sarà indubbiamente, partirà il 20 maggio.
Sembra lontano, ma i tempi sono stretti.
Riguardo la parte online, la vostra selezione sarà sempre disponibile gratuitamente sul vostro sito?
No, quest’anno sarà su Mymovies.
Diciamo che ci siamo un po’ ingranditi sul punto di vista dell’online. Lo scorso 2020 è stata un po’ una sorpresa per tutti e tutti i festival si sono adattati di conseguenza. Adesso c’è una sorta di stabilità, si è capito che bisogna muoversi in un certo modo. E quindi Mymovies si è fatto una strada in questo settore e tantissimi festival (anche più grossi) sono stati visti sulla piattaforma.
Noi abbiamo fatto la stessa cosa. Ci siamo appoggiati a questa piattaforma, che farà vedere dal 20 al 30 maggio i nostri venti lavori (dieci film e dieci documentari). Per avere il pacchetto e vedere tutti i film, ci sarà una somma minima da pagare, si parla veramente di poco (cinque/sei euro). Ci sarà una programmazione come quella cinematografica, ogni giorno partiranno due o tre film.
Per altri dettagli aspettiamo. Come ti ho detto ancora siamo in standby e stiamo capendo come far funzionare la cosa.
Ci puoi dare qualche anticipazione, un qualche cosa sulla selezione di quest’anno?
Intanto ti posso dire “qualcosa” di negativo.
Noi cerchiamo sempre film di registi under 35 per quanto riguarda la fiction (i documentari sono sull’ambiente). Con i documentari ho avuto un po’ di fortuna, perché ho una maggiore possibilità di scelta, il che è una cosa stranissima!
Invece per i film, dato che il 2020 è stato un anno di totale stop ho una scelta molto minima.
Già io sono “penalizzato” a dover scegliere solo film di registi under 35. È difficile la selezione, non c’è questa grande possibilità di scelta. In Italia sicuramente ce ne sono pochi, nel resto di Europa un po’ di più. E proprio causa del grosso stop delle produzioni dell’anno scorso molti film non sono ancora finiti. Quindi sto veramente raschiando e vedendo tutti i film che sono stati in circolazione tra metà del 2020 a i primi mesi del 2021 per cercare di mettere insieme dieci film di un certo valore. Ne ho trovati, sto valutando. E questo è…

Temo che lo stop continuerà e la difficoltà di trovare film ci sarà anche il prossimo anno.
Gli altri festival non hanno questo “limite” degli under 35. Hanno cinque-dieci volte la scelta che ho io. Io con gli under 35 ho molte meno possibilità. Ma qualcosa si riesce a trovare. Anche perché cerco film da tutto il mondo, non solo in Italia o in Europa.
Perché avere maggiore scelta per i documentari è stata una cosa “stranissima”?
Stranissima perché è stata una casualità. Molti dei documentari sull’ambiente hanno anni e anni di lavorazione. Non sono documentari che vengono fatti nel giro di un anno, come può essere un film di finzione, che la produzione inizia e finisce magari un mese, due mesi dopo.
I documentari sono lavori che durano anni: anni di ricerca, di riprese in varie parti del mondo… Quindi è successo che magari c’erano dei lavori già finiti dal punto di vista delle immagini e montati “serenamente” durante il periodo di lockdown. E quindi è successo che quest’anno ho avuto molta più scelta.
PRIMO CONSIGLIO “MACGUFFINIANO”:
ISAAC
Cosa può portare a stravolgere la vita di quattro persone? Un nome, un semplice nome.
Un regista torna in Lituania dopo venticinque anni di soggiorno statunitense per girare un film basato su un fatto realmente accaduto durante una rappresaglia antisemita nel 1941: l’omicidio di un ebreo di nome Isaac da parte di un suo vicino di casa.
Piccolo tassello di un vasto mosaico di odio e morte, questo fatto porta con sé un enorme peso, anche a molti anni di distanza. Se già “rispolverare” il fatto potrebbe essere indiscreto, il modo accurato in cui il regista lo racconta nella sua sceneggiatura attira l’attenzione di molte persone.
Tra queste anche un agente del KGB che, insieme alla sua squadra, si mette subito a lavoro per scavare nel fattaccio e indagare sul possibile coinvolgimento del regista.
Il giovane regista ci racconta questa detective story in tre atti piena di segreti e emozioni forti attraverso quadri arricchiti da sinuosissimi movimenti di macchina. A questo giallo viene dato un passo silenzioso e posato, montando inquadrature che vanno da una durata di tre minuti (ricordandoci piani sequenza della Hollywood classica, complessi, ma non virtuosi) ad una durata di quasi dieci (risultando visibilmente lunghe e inticate, molto audaci nei movimenti).
[Vi lasciamo questo magnifico video di Every Frame a Painting per approfondire la differenza tra un piano sequenza hollywodiano classico e uno più lungo e virtuoso, a cui siamo abituati oggi con registi come Iñárritu]Quello di ISAAC è un giallo di segreti, ma è anche una storia di colpe, che scavano nel loro portatore e lo svuotano, rendendolo passivo e aggressivo. Quando quel nome entra nella vita dei quattro personaggi principali, in un momento ci si ritrova su un binario senza ritorno sul quale tutti i passeggeri sono costretti (chi dalle circostanze, chi da sé stesso) a viaggiare, sconvolgendo le loro vite.
Come un detonatore, il nome Isaac innesta una reazione a catena, che porta alla distruzione di due vite, dimostrando come il passato possa ancora avere un effetto dirompente. Chi ha vissuto quei fatti, al sentirne parlare, sente riaffiorare senza pietà i ricordi più forti, e chi vorrebbe avere il pieno controllo del passato, come l’agente del KGB, pronto a tutto pur di farlo riemergere e perseguire i colpevoli, con una determinazione e una fermezza pari a quella dell’angelo della morte.
Questo giallo ci mostra, quindi, la potenza del passato e l’ossessione degli esseri umani per esso. Che sia l’ossessione per raccontare questo passato, o quella legata alla colpa, che sia quella per i ricordi o quella della ricerca inflessibile della verità dei fatti.
LA TRISTE MALEDIZIONE DI ESSERE GIOVANE
Secondo quella che è la tua testimonianza del mondo produttivo, perché i giovani sotto i 35 anni hanno tutta questa difficoltà ad emergere?
In Italia è molto difficile che un regista under 35 riesca a trovare una produzione importante. Non ti parlo di piccole produzioni indipendenti, ma medie (neanche grandi medie!). È molto difficile che ci riesca un trancinquenne, di solito ci riesce attorno ai 40. Nel resto di Europa, con tantissimi bandi che ci sono e soprattuto con l’appoggio dei paesi… Guarda, ti faccio un esempio.

Nei paesi del nord Europa (Olanda, Danimarca, Norvegia) c’è una… chiamiamola “Film Commission” (in realtà è qualcosa di molto più grande)… che aiuta tantissimo i giovani emergenti. Quindi loro (i giovani emergenti, ndr.) hanno dei budget per realizzare le loro opere che sono molto molto alti.
Un po’ questo succede anche nei paesi dell’est, che sono paesi in via d’espansione dal punto di vista cinematografico.
Da quelle parti ne stanno venendo fuori tantissimi (di emergenti, ndr.). E anche lì chi gestisce l’affare pubblico sa che i giovani che si occupano dello spettacolo (in questo caso di Cinema) possono essere una voce importante per portare fuori il loro paese e farlo conoscere un po’ in tutto il mondo.
A trentacinque anni i giovanissimi magari sono ancora sceneggiatori, direttori della fotografia, pian piano si fanno strada e fanno il loro primo film da regista.
Noi al Riviera International con i registi under 35 abbiamo quasi sempre avuto, un 80/85% di film che erano opere prime. Come vedi, quindi, c’era un 34enne che c’era arrivato e che aveva fatto il suo primo film.

Quello che poi io cerco di fare, e anche questo quest’anno è molto difficile, è trovare delle registe donne in modo da sentire la loro voce. Cosa che abbiamo sempre fatto da quando è nato il Riviera International film festival, cercare di dare spazio alle autrici e registe femminili. E, anche per lo stop di cui ti parlavo prima, questo è un pochino più complesso.
È così. Purtroppo è difficile che un under 35 riesca a realizzare il suo film. Ti dico, io ne vedo tanti (di film degli under 35, ndr.), almeno un centinaio di film all’anno. Ma se l’anno scorso ne vedevo circa cento quest’anno ne avrò visti circa quaranta.
Secondo te allora perché in Italia, con tutte le strutture che ci sono (DAMS, Centro sperimentale…) e che dovrebbero creare i nuovi addetti ai lavori, non ci sono queste giovani voci?
Ci sono, ma non gli viene data la fiducia che dovrebbero avere!
Parliamoci chiaro, i produttori e i distributori non rischiano tanto dei loro soldi per cercare di lanciare qualcosa di cui non sono sicuri. Chiaramente in mezzo al mucchio ci sono tanti lavori incredibili. Noi negli anni abbiamo avuto un Michele Vannucci che aveva fatto Il più grande sogno, Ludovico Di Martino, che ora ha fatto il suo secondo film che si chiama La belva (quello con Fabrizio Gifuni, si trova su Netflix), che da noi era arrivato con la prima opera, Il nostro ultimo. Ci sono i casi.

E poi io ho un altro enorme paletto. Noi, al Riviera International, facciamo vedere registi under 35 non ancora distribuiti in Italia. Quindi quei quattro registi under 35 italiani validi che hanno avuto un appoggio produttivo importante hanno già una distribuzione. Noi vogliamo dare spazio a film che possono avere più difficoltà ad essere visti nei normali circuiti.
Poi è successo che da noi sono arrivati dei film di registi giovani che poi sono anche stati distribuiti, ad esempio Curtiz, che ha vinto il miglior Regista, che ora è su Netflix; abbiamo dato un premio a Summer Survivor, che poi è stato distribuito (ed è tutt’ora) su SKY, il film russo Muori papà muori è stato distribuito (da Koch Media, Midnight factory, ndr.).
[Nota di redazione: trovate i nostri giudizi su questi film su questo articolo collettivo]Insomma, preferiamo prendere film non ancora distribuiti per dar loro qualche chance in più e quando lo sforzo è ripagato, noi ne siamo assolutamente contenti.
SECONDO CONSIGLIO “MACGUFFINIANO”:
SUPERNOVA
Dal Macguffin una proposta per i titolisti italiani. Visto che spesso sentono l’obbligo di aggiungere sottotitoli a titoli di film stranieri, noi per Supernova proponiamo questo: …e in un attimo fu il caos.
Sembra una giornata come le altre, su una strada come le altre che passa in mezzo a paesaggi e agglomerati di case come gli altri. Eppure sarà proprio qui che una giovane donna, intenta a lasciare un marito ubriacone, verrà investita insieme ai figli. La macchina che la investe sembra quasi l’elemento di disturbo in questo paesaggio comune: non solo è un modello lussuoso, ma è guidato da un pezzo da novanta della politica. Terrorizzato dall’incidente, l’uomo lascia la macchina e si allontana dal luogo, rifugiandosi in mezzo ai boschi. Questa è solo la prima tessera del domino, perché con l’arrivo dei soccorsi, della polizia, dei curiosi, dei familiari delle vittime, ma, soprattutto, col ritorno del pirata, la situazione diventerà sempre più ingestibile.
Il 34enne Bartosz Kruhlik segna con questo Supernova il suo esordio alla regia. Partendo da una disgrazia stradale, che potrebbe quasi passare inosservata in una copertina di notizie di cronaca, il regista decide di spingere l’acceleratore sulle conseguenze di quell’atto. In modo quasi grottesco si susseguono una serie di coincidenze, fatalità e dinamiche sempre più tragici e sempre più gravi, che porteranno i protagonisti e le varie figure di passaggio di quella strada, sempre più vicini al punto di non ritorno.
Un film ancora adesso attuale. Come detto, cattivo, cupo, ma con un tocco quasi ironico e satirico nel tratteggiare la società e il potere.
L’autore dell’articolo preferisce non rischiare nel dire qualcos’altro. Il film è abbastanza breve e ambientato in un punto preciso, con pochissimi cambi di location, e ruota insistentemente intorno ad un gruppo di personaggi.
Come il precedente Isaac non fate l’errore di farvelo scappare. Il Riviera International ci aveva regalato nel 2020 davvero una piccola perla di satira!
EPILOGO:
PROSPETTIVE, SPERANZE E AMBIZIONI PER RIVIERA INTERNATIONAL 2021
Va bene dai, un’ultima domanda e ti lascio andare… Quali prospettive per questa edizione?
Parlo a mio nome, da programmer del festival. Due cose mi stanno a cuore. La prima è che si torni alla normalità. Per tutti e per tutti i settori.
Nel mio caso che un festival sia un festival. Con le proiezioni al cinema, la gente che arriva, parla, chiacchiera, condivide, incontra grossi divi del mondo dello Spettacolo, con cui magari nascono delle connessioni lavorative. Perché il festival nasce per questo: per creare connessioni tra gente che opera in quel settore, gente che vuole entrarci in quel settore! Che può avere consigli su come muoversi. Poi noi abbiamo sempre avuto ospiti molto informali…
Quindi per me la prima cosa è il ritorno alla normalità. Per tutti!
Io spero che non sia il futuro questo. Così come deve tornare il Teatro, così come devono tornare i concerti e il Cinema così devono ritornare i festival.

La seconda è che il nostro festival (come il 2020 ci ha confermato) sia una bella vetrina per questi film, che sono ancora un po’ troppo sconosciuti e che meriterebbero di più. Aldilà dei documentari che hanno un valore educativo, e quindi devono essere visti a tutti i costi (infatti da noi vengono anche le scuole).
A questi registi under 35, che non riescono ad avere un buono spazio, noi di Riviera International cerchiamo di dare quello spazio. Possiamo non riuscirci sempre. Può essere una cosa difficile. Però nel corso degli anni è andata bene, abbiamo aiutato molti. E, lo ripeto, ne siamo molto contenti. Nonostante siamo solo al quinto anno. Quindi siamo un festival giovanissimo, ma pur essendo giovani abbiamo avuto dei grandi risultati.
E noi del MacGuffin non possiamo che augurarvi di raggiungere questi traguardi… Cheers!