Film

Toro scatenato, il violento capolavoro di Scorsese

Storie di boxe al cinema ne abbiamo viste abbastanza nel corso degli anni. Anzi, spesso viene utilizzato un film sul pugilato per raccontare qualcosa di molto più profondo, per esempio la storia di “Hurricane” Rubin Carter, che parla di razzismo, o Million Dollar Baby che parla di eutanasia. Toro scatenato invece vuole solamente (si fa per dire, stiamo parlando di un capolavoro) raccontare la storia violenta di un uomo triste e solo, quella del pugile Jake LaMotta soprannominato “Toro Scatenato” o “Toro del Bronx”. Probabilmente una delle storie tipiche dell’America anni ’40. Tenete a mente che non tutta la violenza viene riversata sul ring, ma anche su parenti e amici (la moglie è tipo un punching-ball).

Pronti ad affrontare il Toro Scatenato?

 

Trama: Jake LaMotta (Robert De Niro) è un pugile peso medio italo-americano con un pessimo carattere, allenato e gestito dal fratello Joey LaMotta (Joe Pesci). Jake ha dei colpi potentissimi e sul ring è una furia, ma la strada verso il titolo mondiale è legata ai giusti agganci, che il pugile rifiuta quasi categoricamente. Anche la sua vita sentimentale non va per nulla a gonfie vele: pur essendo sposato si invaghisce di una giovane bionda da urlo, tale Vicki (Cathy Moriarty). Jake così lascerà la prima moglie e si risposerà con Vicki. Ora che la sua vita sentimentale sembra essere stata messa a posto (sarà davvero così?) non resta che inseguire il titolo di campione del mondo. Beh, che ci vuole per un pugile di talento come Jake? Tenete a mente che gli avversari sono gente del calibro di Sugar Ray Robinson (Johnny Barnes), considerato uno dei più grandi di sempre.

Riuscirà il Toro Scatenato a diventare campione del mondo? Riuscirà a tenere a bada la sua innata gelosia e aggressività nei confronti della seconda moglie? La vicenda è una storia di boxe oppure la triste parabola di un uomo violento?

Godetevi lo spettacolo in bianco e nero, che aggiunge sempre quel fascino retrò!

Il film di Martin Scorsese è un vero e proprio capolavoro, un cult che, come spesso accade, è stato prima accolto freddamente e poi rivalutato nel corso degli anni. Per me il film poteva finire dopo due minuti e ne sarei stato comunque entusiasta, perché già solo l’inizio merita una standing ovation. I titoli di testa sono qualcosa di eccezionale, con Robert De Niro intento a scaldarsi sul ring e una musica che rende il tutto incredibilmente poetico e triste. La cosa eclatante di questa partenza è che la scena è in netto contrasto con la figura di Jake LaMotta, un uomo cattivo, violento e poco raccomandabile. Ma la solitudine di Jake sul ring, che si muove come se danzasse, è qualcosa che arriva dritta allo spettatore, mostrandogli la vera condizione del pugile del Bronx: una solitudine triste e profonda.

Scorsese, che evidentemente era molto ispirato, continua con l’inizio folgorante e ci mostra un Jake grasso, irriconoscibile nel volto e nel fisico, intento a fare un monologo davanti allo specchio di un camerino. Il regista vuole subito mostrare al pubblico dove la vita e la carriera del Toro l’abbiano condotto. E come avete potuto capire non è un glorioso viale del tramonto.

La pellicola è per l’appunto in bianco e nero, salvo alcuni brevi intermezzi in colore. L’idea credo fosse quella di raccontare e di rappresentare i tempi (anni ’40) ma l’effetto che si viene a creare serve a dare alla pellicola quel tocco di classe in più che non guasta mai.

Scorsese cambia la prospettiva dell’incontro e ci porta dentro al ring, con scene molto violente e sangue a fiumi, che renderebbero fiero Quentin Tarantino. L’idea del regista è quella di raccontare la storia difficile di Jake attraverso gli anni e gli incontri: in qualsiasi carriera sportiva degna di nota i fatti significativi della vita di un atleta sono sempre scanditi da gare, incontri o episodi particolari. La storia degli incontri è quasi marginale, perché gli elementi salienti, che delineano il carattere di LaMotta e la sua condizione, sono all’esterno del quadrato. La storia raccontata è un turbinio di violenza, aggressività e paranoie di un uomo e dei suoi evidenti limiti; nonostante stessimo parlando di uno dei più grandi pugili della storia.

Il cast è perfetto, dalla moglie Cathy al fratello Joey. Joe Pesci pare trovarsi a suo agio con Scorsese, che sembra davvero in grado di tirare fuori il meglio da quest’attore. De Niro sfoggia una delle più grandi e intense interpretazioni della sua carriera, fatta di enormi successi e recenti flop (Bob ma ti sei ammattito ultimamente?). Il declino morale e poi fisico di LaMotta è sancito dalla trasformazione a cui l’attore si è sottoposto, arrivando ad ingrassare trenta chili. Giustamente premiato come miglior attore protagonista agli Oscar, ci ha lasciato una di quelle interpretazioni favolose che rimarranno nella storia.

Potrebbe non interessarvi la storia del Toro scatenato, potrebbe non avere appeal su di voi questa storia di sport-violenza di un uomo fondamentalmente solo e malato (di testa).

Ma rimane indubbio il fatto che questo film sia perfetto per regia, fotografia, scenografia e recitazione. Uno dei tanti capolavori di uno dei più grandi registi che Hollywood abbia avuto. Grazie Martin!

Mattia Caravaggi

Leva 1987, ingegnere meccanico di professione e Nerd per hobby. Amo viaggiare (soprattutto in aereo, adoro gli aeroporti), guardare film (in particolare i drammoni con una bella attrice), serie TV, leggere (fumetti e non), conoscere nuova gente ed esprimere la mia opinione. La mia filosofia di vita è : "Sii forte e paziente, un giorno questo dolore ti sarà utile." ... o perlomeno lo spero!
Back to top button