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Tre fidanzati di merda secondo Woody Allen

Cari amici e care amiche di TheMacGuffin, anche quest’anno ci siamo lasciati alle spalle San Valentino. Una giornata che crea una frattura sociale pari solo a quella sulle Unioni Civili e sul Derby, e che puntualmente si lascia dietro una scia di morti e feriti.

Siete stati scaricati dal vostro amato bene il 13 febbraio? Siete stati, peggio ancora, costretti dalla vostra partner a una maratona di film con Meg Ryan? Niente panico. Sono qui apposta per darvi una pacca sulla spalla e grufolare sottovoce alle vostre meste orecchie che c’è sempre chi sta peggio. Ce lo racconta il buon Woody Allen, in un numero di titoli della sua filmografia abbastanza alto da destare sospetti sulla sua condotta morale. Woody, vecchio monello, cosa vuoi dirci?

Ne ho selezionati tre, in ordine di orrore crescente. Quelli che a mio giudizio racchiudono le più raccapriccianti nefandezze sentimentali che verme striscian… ops – fidanzato/a possa commettere ai danni della malcapitata vittima. E tra l’altro sono tre film coi fiocchi. Enjoy (sono presenti numerosissimi spoiler, quindi fate un po’ voi, nasetti).

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Manhattan, ovvero: l’Untuoso Egoista

Isaac è un nevrotico autore televisivo di mezza età. Il suo matrimonio è finito da poco e si imbarca in una relazione con una pasticcina diciassettenne follemente innamorata di lui. L’insicuro bastardo si invaghisce di una donna più grande, e non ci pensa due volte a scaricare la pasticcina atteggiandosi a saggio Gandalf maturo col cliché nella manica. “Sono troppo vecchio per te”. “Puoi avere di meglio”. “Ti stuferai di me”. “L’antico vaso andava portato in salvo”. “Antani, con scappellamento prematurato”.

Poi però succede che la MILF si eclissa. E il caro Isaac, illuminato sulla via di Damasco, non ci pensa due volte a bussare alla porta della ragazzina tenerissima a cui ha spezzato il cuore come un Pavesino per fare un tentativo in corner di rovinarle la vita, impedendole di trasferirsi all’estero per inseguire il suo sogno. E niente, quella scena finale dovete semplicemente vederla: a parole l’unto non si può descrivere. Cola dallo schermo e vi sporca il tappetino durante la proiezione del film.

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Match Point, ovvero: il Rettile Psicopatico

Chris è un insegnante di tennis con la tendenza al free-climbing sociale. Si fidanza con una rampolla inglese timidina e si invaghisce della prorompete promessa sposa di suo cognato, interpretata dalle tette di Scarlett Johansson. I due instaurano una relazione clandestina, che prosegue felicemente finché Il Merda non la ingravida (mentre il palco di corna sempre più pesante sulla frangetta della moglie legittima le risucchia le energie riproduttive, impedendole di concepire il tanto desiderato erede).

Chris prova a salvare capra e cavoli, cercando di convincere l’amante ad abortire (sic). Preso atto che non c’è verso, ne pensa un’altra: ammazzarla. Massì. Si studia un delitto quasi perfetto e lo esegue clinicamente, senza un nanosecondo di ripensamento o di rimorso. In tutto questo, non cambia mai espressione.

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Irrational Man, ovvero: il Rettile Psicopatico e l’Untuosa Egoista

Abe è un professore di filosofia alcolizzato e depresso. Arrivati a questo punto dell’articolo vi chiederete come possa aver fatto di peggio del suo predecessore. Affilate i canini. Abe per metà film ha tutte le caratteristiche del proverbiale gatto attaccato ai maroni: schivo, asociale, deprimente, riesce a far innamorare non si sa come (se non vogliamo tenere conto del fatto che è quel gran figo di Joaquin Phoenix) una sua studentessa vagamente stronza pure lei.

A un bel momento sente parlare di un’ingiustizia commessa da un magistrato e decide che, botta de vita, vuole assassinarlo per “fare una cosa buona”. Si studia il suo bravo delitto perfetto anche lui, lo mette in atto, e viene sgamato tempo zero dalla fidanzata. Che, stranamente, non approva l’omicidio come antidepressivo. Prova a persuaderlo a costituirsi con le buone, ma Abe non è più così depresso. L’idea di finire in prigione non lo solletica. Anche l’asticella della sua morale sembra essersi leggermente spostata, giusto di quei dieci metri in direzione di “Cazzata”. E… indovinate cosa decide di fare? Serve che ve lo dica?

Nel frattempo lei, che aveva scaricato il suo perfetto fidanzatino amorevole che non sporca e non abbaia per l’attempato depressone, quasi quasi dopo l’omicidio del giudice ci ripensa. E lo intorta da gran maestra.

Insomma, cari miei, la vostra vita sentimentale non fa così schifo. Almeno, non finché restate single.

 

P.s. trovate l’articolo anche sulla pagina dei nostri amici di Giornale7. Fateci un salto!

Sara Boero

Sua madre dice che è nata nel 1985, a lei sembrano passati secoli. Scrive da quando sa toccarsi la punta del naso con la lingua e poco dopo si è accorta di amare il cinema. È feticista di Tarantino almeno quanto Tarantino dei piedi. Non guardatele mai dentro la borsa, e potrete continuare a coltivare l'illusione che sia una persona pignola.
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