Mentre cresce l’hype per la settima stagione de Il Trono di Spade, verso un’estate che si prevede come la più fredda di sempre, andiamo in cerca di analogie succulente tra due romanzi di enorme successo.
Una premessa dovuta. Questo articolo contiene una marea di spoiler. Non solo contiene spoiler su Il Trono di Spade fino alla sesta stagione (compresa), ma anche un sacco di spoiler sul Nuovo e sull’Antico Testamento. Se non avete visto tutte le puntate de Il Trono di Spade, “fuggite, sciocchi!” ma correte ai ripari (vi tutelo in quanto specie protetta, ma non posso proteggervi da tutte le insidie là fuori, “la notte è oscura e piena di terrori”). Allo stesso modo, se avete intenzione di leggere la Bibbia beneficiando degli innumerevoli plot twist e della conturbante suspance che ne pervade le pagine, potete fermarvi qui e non vi verrà fatto alcun male.
Per voi fortunelli che siete rimasti in ascolto, invece, possiamo cominciare e chiudere con questa pallosa introduzione spoiler-free.
Ad un primo sguardo i due best seller – le Cronache del ghiaccio e del fuoco e la Bibbia – hanno non poche similitudini. Sono due successi editoriali tradotti in numerose lingue, hanno un numero di pagine paragonabile, alti toni di epicità, una dose simile di violenza ed efferatezza e, infine, la presenza al loro interno di divinità enigmatiche e misteriose.
Lo so bene, cari amici che aspettate l’uscita di The Winds of Winter: anche l’arco di tempo necessario per la stesura dei romanzi di George R. R. Martin sembra paragonabile a quello delle Sacre Scritture. E avete ragione.
Allora mi sono posto questa domanda: quanto, effettivamente, le storie de Il Trono di Spade (serie tv) e quelle della Bibbia si somigliano? La risposta è stata sorprendente. Tenetevi forte perché, se gli autori dell’Antico e del Nuovo Testamento si accorgessero del plagio, probabilmente farebbero causa a Martin, HBO e compagnia bella.
Ecco a voi, quindi, i dieci personaggi de Il Trono di Spade – e altrettanti personaggi biblici – che, in un modo o nell’altro, si somigliano.
PADRI PUTATIVI
Iniziamo con Samwell Tarly, figlio primogenito di lord Randyll Tarly ed ex erede della Collina del Corno. Il ragazzo, dopo esser divenuto attendente dei Guardiani della Notte, sarà implorato da Gilly di aiutarla e proteggere lei e il bambino dopo l’uccisione di Craster. Da allora, il buon Sam diverrà una sorta di padre adottivo del bambino e protettore apprensivo per la bruta.
Questa cosa si chiama stepchild adoption, e si dà il caso che nella Bibbia ci avessero già pensato.
DIVINITÀ MOLTO ESIGENTI
L’episodio 5×09 del Trono di Spade passerà alla storia come quello che ha mostrato una delle morti più orribili e peggio digerite dal fandom. La piccola Shireen Baratheon viene bruciata viva dal padre Stannis in onore della divinità R’hllor e dietro consiglio di Melisandre – una sacerdotessa del dio della luce.
Ebbene, c’è un episodio biblico, contenuto nella Genesi, nel quale Dio chiede ad un uomo di sacrificare il proprio unico figlio per dare una prova di fede. Si tratta del sacrificio di Isacco che doveva essere scannato dal padre Abramo. Nell’episodio biblico, per fortuna, un angelo ferma la mano di Abramo proprio un attimo prima – cosa che invece non succede per la povera Shireen, che si rivelerà per giunta un sacrificio inutile – per il quale noi fan aspettiamo ancora che salti qualche testa.
IL GIGANTE E IL PICCOLETTO
Tra gli scontri più attesi e più scioccanti di tutta la serie c’è quello tra Oberyn Martell e Gregor Clegane (aka “la Montagna”), avvenuto nella puntata 4×08 (dal titolo, appunto, “La vipera e la montagna”).
Ma c’è un altro scontro epico che avviene tra un gigante e un piccoletto, ed è proprio nella Bibbia. Il libro in questione è il primo Libro di Samuele, e la storia è quella del duello tra il giovane Davide e un uomo che si dice fosse alto più di tre metri, Golia. L’esito dei due scontri – che vede la forza contrapposta all’astuzia e alla velocità – è quasi simile, se non fosse per il fatto che Davide, una volta atterrato il rivale, lo decapita senza esitazione.
Ah, caro Oberyn, avessi fatto anche tu lo stesso – senza perderti in chiacchiere – probabilmente avremmo avuto un finale di puntata meno agghiacciante e un dispiacere in meno.
PAZZI PER UNA PROFEZIA
Erode il Grande fu il re della Giudea che – si racconta nel Vangelo di Matteo – ordinò la strage degli innocenti, ovvero l’uccisione di tutti i bambini con lo scopo di uccidere il pargolo di Betlemme, che era indicato dalla profezia come vero re dei Giudei. Sempre parlando di regnanti folli, anche Cersei Lannister ha ricevuto – se ricordate – la sua nefasta profezia. Secondo Maggy la Rana infatti, il destino della regina madre era quello di essere spodestata da una giovane donna. Oltre a una serie di altre cose spiacevoli.
È superfluo dire che anche Cersei attuerà la propria personalissima versione della strage degli innocenti. Con spettacolari giochi pirotecnici. Perché ad Approdo del Re, se facciamo una cosa, la facciamo in grande stile.
QUELLI CHE VALICANO IL MARE
Da una parte Daenerys Targaryen, la Madre dei Draghi dai troppi titoli, dall’altra Mosè, il protagonista del libro biblico dell’Esodo. Cos’hanno in comune? Entrambi cresciuti orfani – lei “Nata dalla Tempesta” e lui “salvato dal Nilo” – provano la stessa compassione non profit per gli schiavi, odiano le catene (non mi riferisco a quelle di WhatsApp, ma odiano anche quelle) ed hanno il potere di far succedere tremende catastrofi.
Ahimè, se anche Daenerys avesse avuto il potere di separare le acque per attraversare il Mare Stretto e arrivare a Westeros – come Mosè ha fatto con il Mar Rosso – avremmo chiuso la partita più o meno cinque stagioni fa, risparmiandoci grane e contrattempi.
«GUARDA, GIUSTO UNA SPUNTATINA…»
L’eroe biblico Sansone e il nostro Khal Drogo condividono entrambi la forza prodigiosa e il fatto che questa sia direttamente proporzionale alla lunghezza dei loro capelli. Così come la forza di Sansone scomparirà quando, nella storia, gli verranno tagliate le sette trecce, anche per il Khal la lunghezza dei capelli è simbolo del non esser stato mai sconfitto in battaglia. Ai guerrieri Dothraki, infatti, viene tagliata una treccia dopo ogni sconfitta a duello. Entrambi, inoltre, perderanno la loro forza – e poi la loro vita – per colpa di una donna.
Un’altra perla: il nome di Sansone deriverebbe dall’ebraico Shimson, che significa “piccolo sole”. Non troppo distante da “il mio sole e le mie stelle” con il quale Daenerys chiama affettuosamente il suo Khal.
«UNO DI VOI MI TRADIRÀ.»
Qui veramente le analogie si sprecano. Jon Snow, figlio di padre incerto, viene tradito da Olly – e dagli altri suoi compagni, ma soprattutto da Olly (in verità vi dico: non troverete mai un personaggio più odioso) – e quindi ucciso male. Nello stupore generale Jon Snow resuscita e Olly muore impiccato.
Dov’è che l’ho già sentita?
Ho quasi finito, ma concedetemi di portare la vostra attenzione su un’altra notevole somiglianza. Proprio non resisto.

Devo aggiungere altro?
P.s. già che ci siete fate pure un salto su Game of Thrones ITALIA, Le cronache del ghiaccio e del fuoco, Casa Stark – L’inverno sta arrivando,