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Twin Peaks 3 – Episodio 6: Diane e Raffaella Carrà sono la stessa persona!

La passività assente con cui ci si accomoda sul divano per la proiezione settimanale di Twin Peaks 3 è pari solo alla necessità comunicativa che si manifesta dopo i titoli di coda. Quindi, come al solito, la bacheca della pagina di TheMacGuffin è aperta a tutti i senzatetto della Loggia Nera.

Ripassino degli episodi precedenti:

Episodio 1-2

Episodio 3-4

Episodio 5

Che ve lo dico a fare: spoiler. Andate avanti a vostro rischio e pericolo. Per tutti i valorosi che anche ieri si sono infilati uno stecchino nelle palpebre: siamo degli eroi, perché…

Twin Peaks 3 ti anestetizza

La maggior parte dell’episodio 6 ruota intorno a Dougie-Cooper, il nostro Cane di Ceramica preferito, quindi l’effetto-Valium era scontato. Ci sarò arrivata in salita, non so che dirvi, ma comincio a faticare (e a cantare a squarciagola grandi classici del Califfo nei momenti morti).

Dougie che si fa riportare a casa dagli sbirri perché è rimasto immobile nel parcheggio per ore con un braccio nascosto nella manica. Dougie che Naomi Watts lo spedisce a dare la buonanotte al figlio e che passa le successive settimane (percepite dallo spettatore) ad accendere e spegnere una lampada. Dougie che fissa ipnotizzato il badge del poliziotto (memore del suo passato d’agente ma evidentemente NON ABBASTANZA), con la moglie che va a pagare i pizzi al posto suo. Dougie che a un certo punto persino Gerard gli spunta dal pavimento e gli urla MINCHIA ZIO RIPIGLIATI! Beh, non l’ho quotato precisamente, ma il concetto è quello.

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BUONGIORNISSIMOOOO!!!11! Kafèèè?

L’altra volta vi ho detto che Dougie è il nuovo Cane di Ceramica, l’amico plastificato a fine serata. No, non è esatto. Dougie è quell’amico che non fa più parte della compagnia da un pezzo. Quello che tutti l’hanno perso di vista, avete presente? Quello che lo ritrovate poi senza pupille in piazzetta e che vi chiede se avete due euro per il biglietto del treno.

In questo episodio tra l’altro Doppel-Cooper è completamente assente: comincio a pensare che bilanciare la presenza dei due Cooper sia un elemento essenziale in Twin Peaks 3. Non so a voi, ma a me è mancato. E spero comunque in un repentino miglioramento di Dougie-Cooper, forse anche grazie all’intervento di…

Diane, quella gran zozzona di Laura Dern!

Ebbene sì, la storica e misteriosa segretaria di Dale Cooper, destinataria di ore e ore di nastri sui posti migliori in cui mangiare la torta di ciliegie e bere caffè (e probabile fondatrice di Tripadvisor qualche anno dopo) ESISTE DAVVERO. Già questo mi ha scioccato e mi ha scosso dal torpore passivo in cui mi trovavo. Non solo Diane ha un volto, ma è il volto di Laura Dern incorniciato dal caschetto platino di Raffaella Carrà. Una botta sulla retina. Un’eclissi solare.

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Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un po’ più in là, sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha!

Il momento in cui Albert la va a ripescare, e la trova a bere e fumare da sola che manco Marlene Dietrich nella primavera del ’32, è il più alto della puntata. E, indovinate, dura tipo 30 secondi. Ma già me l’ero intagliata e la settimana scorsa vi avevo avvisati: Lynch ci odia. Prima ce lo mettiamo in testa, meglio è per tutti. Ci odia in maniera profonda e immotivata come il bulletto della seconda media. E ce le farà cagare tutte. Dimenticate la testa sotto lo sciacquone, dimenticate le deiezioni canine sotto al banco, dimenticate i chewing-gum nell’orecchio: adesso c’è David, che ad ogni episodio lancia la pallina più lontano e ci dice “dai bello, vai a riprenderla!”

Nel frattempo, Richard Horne…

No, non sappiamo ancora di chi sia figlio Richard Horne. Ma sappiamo che compra e spaccia roba buona da un criminale incredibilmente versato nell’arte della prestidigitazione. Per la rubrica “i talenti casuali di Twin Peaks 3“.

Dopo una disturbante sequenza di dialogo sulle torte al Diner, vediamo Richard – infuriato e di ritorno dal covo degli spaccini – che travolge un bambino mentre attraversa la strada, uccidendolo, e tira dritto. Mi sono sentita una persona orribile ma devo ammettere che la mia unica reazione emotiva alla scena dell’incidente è stata “wow, ci è rimasto sotto proprio come Wile Coyote”. Per favore, ditemi se anche per voi quella sequenza era una porcata, o se sono io che ho sviluppato un’indifferenza totale alla rappresentazione fiction della violenza che renderebbe orgoglioso pure Dexter.

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Effettivamente le torte si direbbero buone.

Un passante che assiste all’incidente vede una sorta di fiamma gialla (l’anima del ragazzino?) volare in cielo. Non ho manco finito di scuotere la testa che Lynch mi inquadra a lungo un palo. Ora. Di solito quando Lynch ti inquadra un palo (per un tempo percepito di 8-9 minuti) quel palo ha una sua precisa identità di palo. Mi segnala il prezioso & solerte grafico di TheMacGuffin che si tratta dello stesso palo già vincitore di un Oscar per la sua interpretazione in Fuoco cammina con me.

Nani armati di punteruolo

Bene. Adesso entra in scena un nano. Ma non quel nano lì, no. Non so se ne avete sentito parlare, ma con Quel Nano Lì Lynch è ai ferri corti da anni: pare che gli avesse chiesto un cachet troppo alto per tornare a recitare in Twin Peaks 3, e che piccato dal rifiuto del regista gli abbia tirato dietro gli stracci sui social. Roba pesante, tra l’altro. Accuse (del tutto campate in aria) di pedofilia. Prendete i popcorn e andate a googlare.

No, questo è un altro nano: un nano sicario, che riceve due foto imbustate delle sue prossime vittime. Una è Dougie, l’altra è una signora che viene immediatamente punteruolata a sangue dal piccolo (ma energico) assassino. Ho una certa età e non sono riuscita a riconoscerla: è la stessa Dark Lady del BlackBerry nell’episodio 5? Aiutatemi voi giovani che avete gli occhi buoni.

Per la gioia di grandi e piccini torniamo a vedere come se la passa Dougie-Cooper. Bene ma non benissimo, come sempre. Riporta al capo i fascicoli delle polizze assicurative con sopra una serie di scarabocchi infantili: scale, macchie, linee. Incredibilmente, osservandoli con più attenzione, il capo ha un’illuminazione: quei disegni (o l’ordine dei fogli. O delle parole evidenziate dalle linee. Vai a sapere) hanno un Profondo e Mysterioso Sygnificato Mystico. Dougie viene ringraziato di cuore, mentre la vostra affezionatissima si sente come quella che ridono tutti e lei non l’ha capita.

Hawk sempre numero uno

#Unagioia, come al solito, ce la dà il buon Hawk, che alla stazione di polizia di Twin Peaks (per la precisione dietro al doppio pannello della porta del bagno) trova finalmente Ciò Che Era Andato Perduto, come predetto dalla profezia della Signora del Ceppo. Si tratta di un plico di carte scritte a mano dall’aria, ça va sans dire, molto oscura & mysteriosa. Lynch ovviamente non ci mostra di cosa si tratta: si limita a sorriderci con aria condiscendente e a lanciare la nostra pallina direttamente nel fiume Po. “Coraggio bello, prendila!”

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Il volto di una persona che ci odia.

L’episodio 6 di Twin Peaks 3 si chiude col solito super-gruppo che suona alla Road House (che praticamente è diventata il BlueNote di Milano) e noi fradici che emergiamo dalle acque del fiume con le orecchie basse, la pallina infangata in bocca, e il sospetto strisciante che entro agosto verremo abbandonati all’Autogrill.

 


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P.p.s. e ricordatevi anche di visitare la pagina Twin Peaks – La Gazzetta Italiana e Twin Peaks Italia!

 

Sara Boero

Sua madre dice che è nata nel 1985, a lei sembrano passati secoli. Scrive da quando sa toccarsi la punta del naso con la lingua e poco dopo si è accorta di amare il cinema. È feticista di Tarantino almeno quanto Tarantino dei piedi. Non guardatele mai dentro la borsa, e potrete continuare a coltivare l'illusione che sia una persona pignola.
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