Il 14 Giugno 2016 veniva lanciata una campagna di crowdfunding sul sito Eppela. Il risultato? Questo.
Il “Twinky Doo’s magic world” è una multinazionale americana proprietaria di parchi divertimento per tutta la famiglia, nata come industria pasticcera di muffin. Un giorno il parco di Roma subisce una rapina. Il colpo prende una piega inaspettata e problematica e Pluto, Selva, Mara, Leo (i quattro membri della banda) e Roberto (un impiegato del parco, preso in ostaggio) sono costretti dalle circostanze a rifugiarsi in un magazzino di muffin Twinky Doo. L’attesa è lunga e la pressione è alle stelle e, come se non bastasse, i fantasmi dell’infanzia dei cinque prigionieri, passata per le strade del quartiere Shangai di Livorno o nelle periferie di Roma, torna a tormentarli attraverso allucinazioni, la cantilena dell’Uno, due, tre… stella! e la costante visione di una versione umanoide e minacciosa della mascotte Twinky Doo.
Twinky Doo’s Magic world è forse uno dei più ambiziosi progetti del nostro Cinema indipendente degli ultimi anni.
E deve essere ancora realizzato.
Ovosodo? No, Shangai! – Il corto dei Licaoni
“Mi piace la musica, quella dei grandi.
E, dopo tutto, può essere un atto di amore rubargli le idee.”
(Fulminacci, Forte la banda)
Questo corto, da poco rilasciato gratuitamente sul canale YouTube ufficiale dei Licaoni, non è altro che un corto esplicativo, “di prova” (precisamente un p.o.c. ovvero “prof of concept”). Un corto fatto col preciso intento di essere ancora meno dello scheletro di un progetto più grande (in questo caso un lungometraggio) per dare l’idea sia della natura dell’obiettivo, sia della sua fattibilità.
In poche parole “la nostra idea è questa, cari investitori, esattamente questa, e si può fare, ci state?”.
I Licaoni decidono di prendere un estratto della loro sceneggiatura e realizzarlo con un entusiasmo ed un’energia incredibile. Questo corto utilizza ogni goccia delle sue possibilità, spreme il suo budget, deflagrandone i limiti. E questo paga per il risultato finale, che risplende, come una produzione di alto livello.
Con Twinky Doo’s Magic World ci troveremo di fronte ad un thriller profondamente psicologico e sociale con delle venature fantastiche e horrorifiche. Già in questi intensi undici minuti gli appassionati potranno ritrovare fortissime suggestioni dalla nuova ondata del cinema dell’orrore (soprattutto giapponese) e dal Cinema d’autore nostrano. Senza contare che chi segue i Licaoni potrà ritrovare il profondissimo legame con maestri del Cinema d’azione, come John Carpenter, o del Cinema Fantastico, come l’ex-Python Terry Gilliam; una devozione che da sempre caratterizza i ragazzi di Livorno e i loro lavori (siano essi più personali o su commissione).
Undici minuti di scambi verbali e suggestioni che tessono un’atmosfera surreale di prigionia, tensione e paura in puro Licaoni style: ovvero dark humor, toscanità a fiumi, anarchia estetica e narrativa pazzoide, meglio se sanguinolenta. Il tutto inquadrato da una fotografia che crea tagli e contrasti netti con i suoi colori forti ed irreali, come solo i nostri maestri del surreale sapevano fare (dal blasonato Dario Argento fino al maestro Mario Bava). Il tutto impressionato con lenti anamorfiche degli anni ‘70 in formato CinemaScope, come i grandi classici del Cinema Americano.
Ed ora è venuto il momento di finire il lavoro e cominciare un’altra corsa. Il 18 Maggio i Licaoni Digital Studios hanno lanciato un’altra campagna su Eppela, con incredibili ricompense per chi sosterrà. E questa volta il traguardo è il lungometraggio. Dopo aver raccolto, negli anni, fondi statali, fondi da bandi privati, i Licaoni decidono di compensare il budget mancante chiedendo aiuto a noi.

Un progetto molto interessante e suggestivo nella realizzazione, ma perché definirlo “uno dei più ambiziosi”? Non parliamo di un racconto su larga scala, di un’epopea, parliamo, sostanzialmente, di un dramma al chiuso.
Cosa rende Twinky Doo così speciale?
La motosega di Pinchot: mettersi in gioco e puntare in alto
Permettete di spiegarmi come piace fare a molti utenti dei social network: attraverso una citazione di Bukowski.
“Dimmi la verità […]. Resterà tra noi. Ma l’avresti fatto veramente?”
“Certo…”
“Ma anche tutto il resto? Le altre parti? Avresti continuato?”
“Certo. Una volta che inizi una cosa del genere non puoi ritornare sui tuoi passi.”
(Charles Bukowski, Hollywood Hollywood)
Che piaccia o no Bukowski, che lo si ammiri davvero o per moda, chiunque dovrebbe leggere, se ama il Cinema e l’Arte, Hollywood Hollywood.
Questo libro è un racconto romanzato(?) della travagliata produzione del film Barfly – Moscone da bar di Barbet Schroeder, scritto dallo stesso Bukowski. C’è a questo riguardo un passo molto significativo.
Henry Chinaski e Jon Pinchot, alter ego rispettivamente di Bukowski e Schroeder, si recano alla casa di produzione per ridiscutere alcuni aspetti del contratto. La faccenda è molto seria e Pinchot intende ottenere quello che vuole e cioè che, dopo quella discussione e quelle modifiche, il film possa “tornare loro”; ha un metodo infallibile: una motosega Black & Decker, con cui minaccia di mutilarsi. In modo surreale e grottesco, Pinchot ottiene da un atterrito delegato esattamente quello che vuole e i due, sollevati e soddisfatti, tornano a casa, accompagnati dalle ombre delle grandi stelle del Cinema del passato.
Questo passo, seppure filtrato dallo stile di Bukowski, dimostra cosa sarebbe disposto a fare un artista pur di essere libero.

Ci sono cineasti e cineasti. Ci sono progetti e progetti e ognuno ha il suo artefice. Chi lavora per il Cinema ha sempre un committente effettivo o ideale (basti vedere l’attenzione spasmodica data all’opinione del pubblico).
Poi però ci sono quei casi in cui si decide che un progetto deve venire esattamente come lo si è pensato.
I Licaoni sono un collettivo indipendente davvero straordinario e pieno di talento e amore per il mezzo e l’Arte del Cinema. Lo hanno dimostrato con l’incredibile lavoro fatto finora, tra commissioni, collaborazioni e coproduzioni.
Ora per loro è venuto il momento di un progetto personale. Da dodici anni nelle loro teste e più impegnativo del solito, Twinky sarebbe per loro il quarto lungometraggio e per realizzarlo hanno deciso ancora una volta di non affidarsi a case di produzione più grandi. L’unico tavolo terzo a cui i ragazzi si sederanno, a parte sponsor fidati, sarà quello per stringere accordi per la distribuzione del loro lavoro finito.
E se ci saranno ostacoli anche in quella fase, come tentativi di porre tagli e modifiche alla loro visione, sappiamo che i baldi ragazzi di Livorno non si sottrarranno dall’impugnare la Black & Decker, esattamente come Pinchot.
(Iniziativa di sei anni fa. Il Nuovo Cinema YouTube è stata una rassegna online in cui i Licaoni hanno messo a disposizione del web un lungometraggio e tre corti da loro realizzati o co-prodotti)
Ma che garanzie dare a degli investitori di una campagna crowdfunding? Un progetto personale non è garanzia di qualità. Certo dipende dall’artista, ma non è una garanzia di riuscita né mai lo sarà.
Ecco perché i Licaoni mettono sul tavolo loro stessi. Sulla pagina della campagna Eppela c’è una sezione dedicata ai motivi per appoggiare Twinky e tra questi ci sono proprio loro. I loro traguardi, la loro professionalità, la loro tecnica e la loro grande capacità di sapersi adeguare davanti agli ostacoli e alle difficoltà.
Per tornare quindi alla domanda su cosa possa rendere speciale questo progetto in particolare, possiamo rispondere così. Ci sono due cose in particolare che rendono speciale Twinky.
I suoi autori e ciò che Twinky stesso rappresenta: l’instancabile ricerca al di fuori dei confini attuali del Cinema Italiano e il profondissimo desiderio di libertà.
Ricerca e libertà, sono queste le cose che hanno sempre definito l’identità dei Licaoni dal 1999 ad oggi.
Una ricerca che non si limita alla sola scelta di un genere (quello del thriller fantastico), così poco sfruttato di questi tempi in Italia, tranne forse col recente The Place di Genovese. La ricerca riguarda anche l’aspetto digitale.
Non-Fungible Twinky
In questa parte finale vi voglio accennare quella che è forse la più interessante rivoluzione portata avanti da Twinky. Ma andiamo per gradi. Che cos’è un NFT?
Un’idea di questo concetto, anche se applicato al mondo dell’Arte, l’avevamo avuta con il video 2021: Boomer vs Criptoarte di Andrea Lorenzon, ovvero Cartoni Morti.
NFT sta per Non-Fungible Token, letteralmente moneta elettronica (il token) non fungibile. Stiamo parlando di un modo per rendere unica una copia digitale. Questa tecnologia rende un file digitale una moneta elettronica e le dà, attraverso un sistema denominato Blockchain, un codice. Ogni file quindi finirebbe per avere una sua unicità, esattamente come l’avrebbe una copia fisica di un’edizione limitata o un pezzo unico, divenendo non interscambiabile (elemento tipico di un file digitale). Questa procedura darà quindi un preciso valore ad ogni file, anche di mercato, che nel tempo potrebbe anche aumentare.
Si tratta di una tecnologia che sta aprendo percorsi completamente nuovi nel mercato dell’Arte. Per il bene del discorso e della sintesi avete letto un’esposizione molto semplificata. Vi invito seriamente ad approfondire, si tratta di un argomento affascinante.
La domanda successiva potrebbe essere: cosa c’entra l’NFT col nostro Twinky Doo? I Licaoni intendono investire anche in questa nuova frontiera digitale e sono tra i primi al mondo a farlo nel campo del Cinema. A chi sceglierà la giusta ricompensa sul sito di Eppela, i Licaoni daranno una delle 50 copie NFT del film. Copie che saranno marcate, grazie alla tecnologia del blockchain su cui si basa l’NFT.
Insomma. Anarchia romantica, amore spasmodico per il grande Cinema (anche Classico), grande talento artigianale e tanto desiderio di innovazione e libertà. Tutto questo è, e sarà, Twinky Doo’s Magic World. Avete ancora tempo per salire a bordo, non mancate il treno.
Per sostenere la campagna andate a questo link. Qui sotto trovate il video promozionale della campagna, realizzato dagli stessi Licaoni.