Spotlight

Un film per ogni eliminazione dell’Italia ai rigori

Che dolore ragazzi, che tremendo dolore.

È domenica pomeriggio e c’è un sole che spacca le pietre, ma mi girano troppo le palle. Perché l’Italia ha perso ai rigori contro la Germania, e non c’è proprio un cazzo di motivo per essere allegri.

Uscire ai calci di rigore è una cosa che proprio non riesco a mandare giù. Mi sale una depressione mista odio che mi impedisce di fare qualsiasi cosa di produttivo. Probabilmente esagero, ma è più forte di me.

Perché, sia con la Nazionale che con la Sampdoria, troppe volte quei maledetti undici metri mi hanno fatto soffrire. Sono ben 7 le eliminazioni subite dall’Italia dal dischetto, che con la sconfitta di ieri diventa ufficialmente la Nazionale che più volte ha dovuto piangere amare lacrime di sconforto al termine dei calci di rigore.

E allora ho deciso di esorcizzare questo malessere con un bell’articolo scacciapensieri: sono andato a ripassarmi i film che andavano per la maggiore gli anni in cui l’Italia è stata eliminata da qualcosa dalla lotteria dei rigori. E, per ogni anno ho deciso di sceglierne uno che, per un motivo o per l’altro, ho amato particolarmente.

Ora partiamo, che se no mi torna in mente la rincorsa di Zaza e la tastiera fa una brutta fine.

 

-) Finale 3° posto Europei Italia 1980; Italia – Cecoslovacchia 1-1; 8-9 d.c.r.

Nonostante si dica che la prima volta non si scorda mai, questa se la sono scordata proprio tutti. All’epoca però, la mazzata fu ugualmente tremenda. Perché l’Italia giocava in casa ed era fra le favorite, ma non riuscì ad approdare in finale a causa della differenza reti che vedeva favorevole il Belgio (non c’era l’eliminazione diretta come oggi, solo la suddivisione in gironi).

Dopo un’infinita serie di rigori, fu Fulvio Collovati a sbagliare il diciassettesimo penalty contro la Cecoslovacchia, facendo sprofondare il Paese in un oceano di bestemmie e rimpianti.

Parlando di cinema, c’è da provare quasi imbarazzo nello scorrere i maggiori titoli che uscirono nelle sale nel corso del 1980. Quello fu principalmente l’anno de L’Impero colpisce ancora, che sconvolse il mondo con il colpo di scena più famoso di sempre. Fu anche l’anno di Venerdì 13, che diede il via ad una delle saghe horror più famose di tutti i tempi. E ancora Toro scatenato, The Elephant Man, The Blues Brothers, Inferno e tanto altro ancora, per una stagione che cambiò per sempre la storia del cinema.

Fra tutti quei film ce n’è però uno che merita un posto speciale nel mio cuore. Il 1980 è anche l’anno di Shining, l’immortale capolavoro di Stanley Kubrick tratto (molto liberamente) dal libro di Stephen King. Un film che da bambino amai in maniera morbosa, che mi provocava terrore smisurato ma allo stesso mi affascinava visceralmente.

E che ancora oggi, quando lo guardo, mi provoca un brivido lungo la schiena.

 

-) Semifinale Mondiali Italia 1990; Italia – Argentina 1-1; 3-4 d.c.r.

Grazie a dio non ero ancora nato, ma che botta atroce dev’essere stata l‘eliminazione dai Mondiali di Italia ’90. Zenga, Baresi, Maldini, Bergomi, Donadoni, Baggio, Vialli, il miracolato Schillaci: eravamo i più forti in assoluto. I padroni di casa, i protagonisti delle Notti magiche. Purtroppo il destino volle diversamente, e gli Azzurri uscirono ai calci di rigore contro l’Argentina campione del Mondo dopo gli errori dagli undici metri di Donadoni e Serena.

E il cinema come se la passava nel 1990? Beh, direi sempre da dio. Ghost, Quei bravi ragazzi, Balla coi lupi, Il Padrino III, Nikita, Risvegli, Ritorno al futuro III, Misery non deve morire, Darkman, Caccia a Ottobre Rosso. E pure un certo Mamma, ho perso l’aereo che ha segnato l’infanzia di tutti noi.

Se però devo scegliere un titolo che più mi ha accompagnato nel corso degli anni, il vincitore è senz’altro Edward mani di forbice, il capolavoro con il quale Tim Burton dona al mondo intero una favola assolutamente indimenticabile. Il giovane Johnny Deep diventa una star planetaria ed entra nella storia del cinema, interpretando quello che rimarrà per sempre il freak più amato della filmografia di Burton.

 

-) Finale Mondiali U.S.A. 1994; Brasile – Italia 0-0; 3-2 d.c.r.

La sconfitta più dolorosa. Quattro anni dopo il dolore di Italia ’90, la Nazionale di Sacchi si presentò negli Stati Uniti con quella che era ancora una volta la formazione più forte del torneo. Dopo le fatiche iniziali, gli Azzurri riuscirono a qualificarsi in Finale grazie alle prodezze di Roberto Baggio, fresco vincitore di quel Pallone d’oro che ne testimoniava la nomea di giocatore più forte del mondo.

Nonostante ciò, la finale di Pasadena contro il Brasile diventerà la pagina più buia della storia della Nazionale Italiana. Dopo una partitaccia giocata a temperature impossibili, sarà proprio Baggio, il Divin Codino, ad alzare sulla traversa il rigore che consegnerà la Coppa del Mondo al Brasile e getterà nella disperazione l’Italia calcistica.

Fortunatamente, ancora una volta, gli addolorati italiani poterono godersi un’annata cinematografica da urlo. Quentin Tarantino regalò al mondo il suo Pulp Fiction, Forrest Gump ci insegnò che la vita è come una scatola di cioccolatini, Il seme della follia di Carpenter ci insegnò a stare attenti a quello che leggiamo, Le ali della libertà ci insegnò il valore della speranza. Impossibile non citare poi Il Re Leone, Intervista col vampiro, Clerks, Natural Born Killers, The Mask Stargate.

Ma per me il 1994 sarà per sempre l’anno de Il Corvo (di quanto sia importante questo film per il sottoscritto ne ho già parlato in questo articolo). Forse anche i tifosi Azzurri, in quell’estate di 22 anni fa, pensarono che “non poteva piovere per sempre” sulla Nazionale.

Poverini, non erano neanche a metà di quel decennio maledetto.

 

-) Quarti di finale Mondiali Francia 1998; Francia – Italia  0-0; 4-3 d.c.r.

Con ancora negli occhi l’errore dal dischetto di Zola, che nel girone degli Europei del 1996 costò l’eliminazione all’Italia proprio contro la Germania (che andrà a vincere il torneo), gli Azzurri si presentano ai Mondiali di Francia con una squadra piena di giovani campioni e di vecchie glorie: alle leggende Baggio, Bergomi, Costacurta e Pagliuca si aggiungono nuovi talenti come Nesta, Del Piero, Vieri e Cannavaro. Pare il giusto mix per godersi un Mondiale ad alto livello.

Cosa che in effetti accade, fino a quando l’Italia non sbatte contro il muro Francia. Dopo che i 120 minuti si chiudono a reti inviolate (indimenticabile nei supplementari il tiro al volo di Baggio finito fuori di pochi centimetri), sarà Di Biagio a scaraventare sulla traversa il rigore che eliminerà l’Italia dal torneo. Per il terzo Mondiale di fila, gli Azzurri vanno a casa senza essere stati sconfitti. Una beffa atroce. Soprattutto perché è la prima di cui ho memoria.

Per quanto riguarda il cinema, il 1998 offre come sempre grandi titoli, anche se la storia con la S maiuscola pare essersi presa qualche anno di pausa. I grandi successi di Armageddon e di Godzilla sono infatti rivelatori di un cinema che cerca sempre di più l’approvazione del botteghino a scapito di quella della critica. Di fatto, inizia l’era dei blockbuster.

Fortunatamente, la settima arte trova sempre il modo di splendere, e il 1998 regala agli amanti del cinema delle vere e proprie perle come The Truman Show, Il grande Lebowski, Paura e delirio a Las Vegas La sottile linea rossa. Spielberg con Salvate il soldato Ryan regala al mondo la sequenza di guerra più realistica di sempre, mentre la Dreamworks debutta nel mondo dell’animazione con Z la formica, dichiarando guerra alla Pixar e al suo A Bug’s Life.

Per questa stagione ho deciso di scegliere American History X, film bellissimo e ancora troppo poco conosciuto, che ha determinato la nascita del mio amore per Edward Norton.

Un film duro e straziante. Proprio come il destino della Nazionale.

-) Quarti di finale Europei Austria-Svizzera 2008: Spagna – Italia 0-0; 4-2 d.c.r.

Dopo 10 anni di lacrime e sangue, finalmente i rigori ci regalano delle gioie. Nel 2000 è la leggendaria sequenza in semifinale degli Europei contro l’Olanda a farci godere dagli undici metri, nel 2006 è l’indimenticabile rigore di Fabio Grosso a laurearci Campioni del Mondo per la quarta volta. Contro quei bastardi francesi. Bei tempi.

La sfiga però non si fa attendere e agli Euopei di due anni dopo eccola tornare, stavolta nei panni della Spagna, che di lì a poco diventerà l‘Invincibile Armada che conquisterà il mondo del calcio. Questa volta sarà Antonio Di Natale a tornare a casa con il rimpianto di aver sbagliato il rigore decisivo e di aver spezzato la magia di Berlino. L’Italia di Donadoni si ferma così ai quarti di finale, e nulla più.

Per il resto, siamo ormai in pieno 21° secolo, e la storia al cinema si trova sempre più di rado. Sotto certi versi però il 2008 ha una certa valenza storica, perché è a quell’anno che si può attribuire la paternità della nascita ufficiale dell’era dei cinecomic. Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan diventa il film sui supereroi più amato di sempre e si piazza fra i migliori incassi della storia del cinema. Per contro, la Marvel risponde con l’inaugurazione di quel Marvel Cinematic Universe che da anni ormai sta spopolando sugli schermi di tutto il pianeta. Il primo capitolo di Iron Man è l’inizio di una storia che continua ancora oggi, e della quale non si riesce a vedere la fine.

Altra roba? In Italia fanno scalpore Gomorra di Matteo Garrone e Il Divo di Paolo Sorrentino. All’estero escono Cloverfield, Kung Fu Panda, The Millionaire, WALL-E, Il curioso caso di Benjamin Button, Gran Torino, Operazione Valchiria, Tropic Thunder e un fottio di altri bei film. Ah, il 2008 è pure l’anno in cui la Terra contrae il cancro Twilight, giusto per dovere di cronaca.

Il posto d’onore ho però deciso di darlo ad una vera e propria perla che in pochissimi hanno visto: In BrugesMartin McDonagh  si scrive e dirige la sua opera prima, creando una commedia nera fenomenale e indimenticabile, grazie anche alle interpretazioni grandiose di Ralph Fiennes, Colin Farrel e Brendan Glesson.

Madonna che bello In Bruges… non ce la faccio. Troppi ricordi.

-) Semifinale Confederations Cup 2013; Spagna – Italia 0-0; 7-6 d.c.r.

lagrandebellezza

Grazie al secondo posto conquistato appena un anno prima agli Europei di Polonia e Ucraina, la Nazionale di Cesare Prandelli è chiamata a partecipare alla seconda Confederations Cup della sua storia. Nonostante il torneo non abbia minimamente lo stesso appeal delle due competizioni internazionali maggiori, l’Italia ha voglia di tornare a sollevare un trofeo, che tra l’altro manca nel palmares della Nazionale.

Dopo aver passato i gironi, in semifinale becchiamo di nuovo la Spagna che ci ha tritati malamente nella finale di Kiev. Nonostante l’inferiorità, gli Azzurri giocano bene e meriterebbero più volte il vantaggio, ma la partita termina sullo 0 a 0. E, come nel 2008, i calci di rigore premiano le Furie Rosse: Bonucci la spara in cielo, e l’Italia torna a casa a rodersi il fegato ancora una volta.

Per gli amanti del cinema, il 2013 è una delle migliori annate degli ultimi anni: Martin Scorsese e Leonardo Di Caprio firmano quel capolavoro di The Wolf of Wall Street, esce il terzo capitolo di Iron-Man, il primo The Conjuring (qua la recensione del sequel attualmente al cinema), e ancora gli ottimi Rush, Gravity, Blue Jasmine, Prisoners, Dallas Buyers Club, Pacific Rim, 12 anni schiavo, Facciamola finita, Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, Hunger Games: la ragazza di fuoco, L’uomo d’acciao, Elysium e il meraviglioso Before Midnight, ultimo capitolo della Before Trilogy di Richard Linklater.

Esce anche quella merda di Frozen, che è piaciuto a tutti tranne che a me. Madonna Olaf quanto ti odio.

Per quello che mi riguarda, il mio film simbolo del 2013 non poteva essere che La grande bellezza (di cui ho già parlato qua). Il capolavoro del cinema italiano di questo secolo.

Volevo andare al cinema a vedere la versione integrale uscita la settimana scorsa, ma purtroppo ho degli amici di merda.

Il resto è storia nota, con gli errori di Bonucci e Darmian, l’idiozia di Zaza e la sbruffonata di Pellè che ci hanno tristemente condannato alla sconfitta contro gli odiati tedeschi.

Non ci resta quindi che rifugiarci nel cinema, sperando che la seconda parte di questo 2016 sia valida almeno quanto la prima. Che fino ad ora mi ha regalato più di una gioia.

Ricordatevi di fare un salto dai nostri amici de Il Cinematografo!

Roberto Lazzarini

25 anni, cresciuto fin dalla tenera età a film, fumetti, libri, musica rock e merendine. In gioventù poi ho lasciato le merendine perchè mi ero stufato di essere grasso, ma il resto è rimasto, diventando parte di quello che sono. Sono alla perenne ricerca del mio film preferito, nella consapevolezza che appena lo avrò trovato, il viaggio ricomincerà. Ed è proprio questo il bello.
Back to top button