Film

Un film per Tarantiniani – Catch. 44

Era il periodo in cui lo streaming non era in voga come ora e ricordo di essermi recato in videoteca consapevole di aver già visto tutti i “film belli”, poi mi saltò all’occhio la copertina di questa pellicola e wow, fu proprio una gran sorpresa.

Dopo circa un quarto d’ora di film nella mia mente sono iniziate le seguenti domande: ma è di Tarantino? Tarantino sarà in produzione? Vediamo sulla copertina se compare il nome di Tarantino? Ma no non può essere di Tarantino. Ed infatti Catch. 44, pellicola uscita nel 2011 (in Italia è stato pubblicato direttamente per l’home video) non è affatto di Quintino ma è probabilmente uno dei più significativi tributi alle sue opere. Chiariamo subito, prima che qualcuno si affretti a rigarmi la macchina, non sto dicendo che il film sia all’altezza delle opere del regista del Tennessee, ma che sicuramente può piacere agli amanti del genere. Il regista in realtà è l’esordiente Aaron Harvey, che come esordiente appunto non crea un film perfetto, ma sicuramente riesce a mettere in piedi un buon film, grazie anche ad un ottimo cast e ad un sacco di spunti interessanti.

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Veniamo alla trama, che si svolge raccontata come film a incastro per fasce temporali (inventata dal maestro Quentin in film come Le iene e Pulp Fiction) già intuibile dal titolo, variante ironica dell’espressione “Catch 22”, che, traducendo a tentoni dall’inglese, si riferisce a una situazione di stallo, un circolo vizioso da cui è impossibile uscire. Si narra di tre ragazze criminali, Tes (Malin Åkerman), Kara e Dawn che si apprestano ad eseguire un colpo in un vecchio bar dopo aver fallito l’ultimo assegnato loro dal boss Mel (Bruce Willis). Ma non sanno che quando entreranno in quel bar si ritroveranno in una trappola. A tentare di salvarle, o meglio di salvare Tes, ci sarà Ronny (Forest Whitaker), sicario idealista dal grande cuore che lavora per Mel, follemente e segretamente innamorato di lei. Come vada a finire in quel bar non ve lo racconto, se volete scoprirlo guardate il film.

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Il film come vi dicevo sicuramente non è un cult, ma vanta molte scene divertenti e cariche di sangue in modalità quasi splatter. Ad esempio la sparatoria iniziale all’interno del bar ricorda decisamente quella di Natural Born Killers, oppure il dialogo con cui Ronny salva Tes da un malvivente interpretato dallo stesso regista.

Sono molti altri poi i dettagli che riportano ai film di Tarantino, ad esempio la presentazione dei personaggi in stile B-movie o la pellicola che appare rovinata in molte scene. Persino la colonna sonora è un insieme di grandi brani celebrativi degli anni 80/90 (in una scena viene addirittura messa su una cassetta dal vecchio Willis in persona) non ai livelli di quelle del maestro, come potete leggere proprio in questo articolo scritto dalla collega Sarah Tavella, ma sicuramente buona.

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Un elogio va fatto a Bruce Willis e Forest Whitaker, che si sono prestati a un regista esordiente, contribuendo certamente alla buona riuscita del film. Detto questo la pellicola sicuramente merita di essere vista, ha parecchi margini di crescita, certo, ma la regia è pulita e il montaggio è sostenuto nonostante la forte presenza di dialogo. La troppa superbia dell’operazione lo condanna a occupare lo scaffale di qualche videonoleggio, proprio dove, per ironia, è iniziata l’avventura di Tarantino.

Denis Ghio

Leva 1988 e la maledetta convinzione di avere ancora vent'anni. Totalmente disordinato e nostalgico dei "film che furono", il suo attore preferito è Mickey Rourke. Quando non lavora ascolta ogni genere di musica e passa ore a guardare ogni tipo di film nella speranza di trovare qualcosa che lo stupisca.
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