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Un Sausage Party per un banchetto politicamente scorretto

Se non avete ancora visto il trailer di Sausage Party fatelo ora, subito, immediatamente.

Scritto da quei due pazzi di Seth Rogen e Evan Goldberg, già autori di Facciamola finita e The InterviewSausage Party narra le vicende della salsiccia Frank, che abita in un supermercato insieme alla fidanzata Brenda e ad altri variegati e proteici amici; il sogno di tutti è di essere acquistati da qualcuno e scoprire cosa si cela al di là delle porte scorrevoli. Tale sogno si compie finalmente il 4 luglio, giorno in cui una signora decide di portare a casa proprio loro; è lì che i nostri eroi si accorgeranno che il loro destino non è affatto roseo come immaginavano – anche se mai cupo quanto quello della sfortunatissima carta igienica -, e decideranno di ribellarsi.

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Fin qui sembra la classica storia da cartone animato, un Toy Story da nuovo millennio; vero, se non fosse che Sausage Party è proprio la parodia di quel genere di film.

Gli autori Greg Tiernan e Conrad Vernon si sono divertiti a sfottere Pixar, Walt Disney e più in generale tutti quei film di animazione edulcorati e politicamente corretti che oggi ammorbano le sale. Si sono impegnati talmente tanto da ottenere dalla Motion Picture Association of America per la loro opera la classificazione R, che sta per “vietato ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto”, primo film di animazione in computer grafica ad accaparrarsi questo titolo.

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E per carità, gli americani saranno anche dei puritani sessuofobi, ma i riferimenti espliciti si sprecano. Basta guardare un paio di locandine di Sausage Party per rendersene conto: Frank è in una posizione, come dire, ascendente, e la didascalia recita “a hero will rise”. Eh già.

Che dire poi della dolcissima Brenda, formalmente un panino da hot dog, ma sostanzialmente la sagoma di qualcosa dal sapore ben diverso?

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Prodotto dalla Sony Pictures Entertainment con un budget da 19 milioni di dollari, Sausage Party al momento viaggia in quota 75 milioni di incassi e ha ricevuto apprezzamenti da critica e pubblico, vantando tra le voci di salamelle e pizzette nientemeno che quelle di Edward Norton, James Franco e Salma Hayek. E tuttavia, per Tiernan e Vernon non è stato facile trovare uno sbocco: nessuno voleva prendersi la responsabilità di una pellicola tanto scurrile e tanto irriverente, in grado di far impazzire in contemporanea vegani, credenti dalle fedi più svariate e all’incirca tutte le nazioni del globo. Benedetta la Sony, dunque, nonostante molti dei lavoratori impiegati nel film abbiano denunciato condizioni contrattuali prossime allo schiavismo e per tutta risposta siano stati cancellati dalla produzione.

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Resta da chiedersi se una simile chicca riuscirà mai ad uscire nelle sale italiane (nelle sale statunitensi è uscito il 12 agosto). Del resto, il pomodoro dall’aria mafiosa e le patate scuoiate vive potrebbero ferire il patriottismo de’ noartri; non resta che incrociare le dita e, nell’attesa, gustarsi e riguastarsi un trailer a cavallo fra American Pie e il miglior Tarantino.

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Francesca Berneri

Classe 1990, internazionalista di professione e giornalista per passione, si laurea nel 2014 saltellando tra Pavia, Pechino e Bordeaux, dove impara ad affrontare ombre e nebbia, temperature tropicali e acquazzoni improvvisi. Ama l'arte, i viaggi, la letteratura, l'arte e guess what?, il cinema; si diletta di fotografia, e per dirla con Steve McCurry vorrebbe riuscire ad essere "part of the conversation".
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