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Venezia 73 – Daily 9 settembre – Io tifo Kusturica

No, non sono andata a vedere Paradise come vi avevo promesso ieri (anche se oh, pare sia molto bello, e un papabile Leone): mi sono fatta portare sulla cattiva strada come Pinocchio da un paio di Lucignole di mia conoscenza.

“Vieni a vedere Planetarium“, dicevano. “Sarà divertente”, dicevano.
Mentivano, ma non potevano saperlo. Rebecca Zlotowski ha messo insieme un pasticcio con tante buone idee e tanta cura estetica, e poi ha affidato la stesura della sceneggiatura al caso.

Due sorelle (Natalie Portman e Lily-Rose Depp, che ha paro paro la faccia del padre – non che questo sia un male) fanno le medium all’alba della Seconda Guerra Mondiale. Vengono scritturate per recitare in un film da un ricco mecenate ebreo fissato col paranormale. E raccontata così non sembra neanche male, ma Planetarium è un lungo susseguirsi di cambi di registro immotivati, tempi morti, scrolloni narrativi incomprensibili. Risparmiatevelo. Io vi ho avvisati.

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Arrivati a questo punto ero decisamente in astinenza da grossi mostri cattivi e fracassoni, quindi ho accolto con piacere l’arrivo al Lido di Gantz: O – filmaccio giapponese sparatutto in computer grafica. Credo sia tratto da un Manga e le premesse sono molto interessanti: i morti finiscono in una specie di aldilà simile a un videogame, in cui devono totalizzare cento punti sparando ai mostroni per riscattare la propria libertà (o resuscitare un compagno morto. O ottenere armi migliori… e le armi migliori sono veramente gantz:e. Ok. Questa era atroce).

Menzione d’onore per l’animazione, fatta benissimo e piacevole. Ho gradito soprattutto la scelta di non ricercare un realismo eccessivo nei volti umani. L’avete capita, che a quel grado di perfezione tecnica non ci siamo ancora, eh?

Gli sforzi maggiori sono stati concentrati nella realizzazione di mostri sempre diversi e fantasiosi al limite del grottesco. Forse un po’ oltre il limite del grottesco, via. Parliamo di vecchietti che si trasformano in giganti antropomorfi fatti di culi e tette, il livello è altissimo.

Stamattina ho deciso che ero una brutta persona, sì. Una brutta persona per la quale aspettare la prima mondiale del nuovo film di Kusturica (che si terrà stasera alle 20:00) NON ERA SUFFICIENTE. E sono sgattaiolata alla primissima per la stampa, alle nove del mattino, con ancora il cappuccio sullo stomaco e tanta voglia di tornare a dormire.

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Posso darvi quindi una super-super anteprima di On the Milky Road, l’ultimo film in concorso presentato a Venezia. Il setting non serve neanche specificarlo, dai: ex Jugoslavia, bla bla, monti, bla bla, guerra, armistizio, serbi che ballano e sparano per aria, musiche tzigane, bestiame, donne pazze.

La trama: il protagonista, interpretato dallo stesso Kusturica, porta latte e viveri da un villaggio all’altro durante il conflitto e si è fatto amico un falco. Si innamora di una profuga italiana, promessa sposa di un militare. E qui devo fare un inciso: la donna è interpretata da Monica Bellucci. Chapeu, Emir: in questo film è riuscito a farla recitare benissimo. Sarà il serbo che aiuta.

Alla fine della guerra dei soldati vengono a cercare la donna per vendicare un vecchio torto fatto a un generale inglese e il protagonista decide di metterla in salvo e fuggire insieme a lei. Il resto non ve lo spoilero, ma l’elemento davvero interessante è il ruolo fondamentale che hanno gli animali durante tutto il corso del film. Sono veri e propri personaggi che prendono parte all’azione e scelgono da che parte stare, che vegliano, che proteggono. Le ambientazioni sempre curate nel dettaglio, la musica e la solita, malinconica, poesia dei film di Kusturica fanno il resto: di tutti i lavori presentati in concorso che ho visto è il mio preferito e finalmente posso tifare per qualcuno con entusiasmo.

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Vai, Emir. Falli neri.

Oggi pomeriggio credo che mi sparerò un documentario sul caro Bruno Bozzetto, e poi un film francese che non mi fa presagire nulla di buono (ma vi saprò dire). Se riesco già a infilarmi alla proiezione stampa di The Magnificent Seven tantomeglio – altrimenti recupererò domani.

A proposito di domani, informazione di servizio: la cerimonia di premiazione comincia alle sette e siccome sono buona e voglio farvi un bel commentino sui vincitori il nostro appuntamento con l’ultimo Daily slitterà decisamente in avanti, diciamo per una bicchierata serale.

Lo so che è sabato sera, lo so. Ma restate incollati agli schermi, perché Venezia73 sta per giungere al suo misterioso epilogo…

Sara Boero

Sua madre dice che è nata nel 1985, a lei sembrano passati secoli. Scrive da quando sa toccarsi la punta del naso con la lingua e poco dopo si è accorta di amare il cinema. È feticista di Tarantino almeno quanto Tarantino dei piedi. Non guardatele mai dentro la borsa, e potrete continuare a coltivare l'illusione che sia una persona pignola.
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