Weekend di caos estremo – e ci piace un sacco. Tanti bei film. Qui, come al solito, la versione ultrasintetica della nostra pagella: a breve le recensioni complete!
Master Gardener, Paul Schrader (fuori concorso)
Giardiniere dal passato oscuro si invaghisce della nipote della padrona della tenuta (una Sigourney Weaver imbronciatissima, che sembra chiedersi “come ci sono finita io qui?”). Lei è afroamericana, lui un ex suprematista bianco sotto copertura. Eccetera, eccetera, ma il film non sembra approdare in nessun porto.
The Whale, Darren Aronofsky (in concorso)
Partite dal presupposto che non sono un’estimatrice di Aronofsky: ho trovato The Whale straziante e riuscito, con un Brendan Fraser irresistibile nei panni di un uomo fortemente obeso che cerca di fare i conti con il proprio passato. Eccone un altro con lo spazio sul caminetto pronto ad accogliere la Coppa Volpi…
Pearl, Ti West (fuori concorso)
La mia unica midnight madness: le proiezioni di mezzanotte dove-tutto-è-possibile. Quest’anno il premio per momento più indisciplinato del festival tocca a Pearl, prequel di X. Tre stelle se vi piace il genere. Quale genere, chiedete voi? Il genere Asylum con una spruzzata autoriale. Ci siamo capiti. E se non ci siamo capiti, non guardatelo.
Les enfants des autres, Rebecca Zlotowski (in concorso)
Sobrio e toccante racconto di una maternità mancata, e del dolore provato da una donna che avrebbe desiderato figli ma che non si è trovata in tempo utile nella condizione di averne. Si piange, e si riflette sulla genitorialità e su tutte le sfumature e le declinazioni che può avere.
L’immensità, Emanuele Crialese (in concorso)
Italia, anni ’70: in una famiglia in crisi, uno dei figli incomincia a mettere in discussione la propria identità di genere, mentre il matrimonio di papà e mamma collassa. Meravigliosa Penelope Cruz e davvero toccanti le fantasie del protagonista, che si immedesima nei video musicali della televisione dell’epoca. Pecca di qualche sottofinale di troppo.
Le esperienze in realtà virtuale di questi due giorni:
Typeman: ballo e divertimento, in questa esperienza interattiva (con un attore collegato dal Giappone) dedicata ai cimeli tecnologici di un’epoca passata.
Chroma 11: multi-media, costituita da un video introduttivo, un momento in VR e un making-of. Riflessione sull’amore al di là della morte, vissuto attraverso la danza. Non l’ho trovata coinvolgente.
Ascenders: la mia esperienza preferita fino a questo momento, ben realizzata e da vertigini. Movimento libero in una stanza intera, grande interattività, lavoro di squadra da due a quattro partecipanti per un'”ascesa” verso la salvezza.
All unsaved progress will be lost: proiezione tridimensionale con storia testuale, non interattiva ma molto ben realizzata – dal punto di vista dell’ultimo essere umano abbandonato in seguito all’evacuazione per un disastro nucleare.
Eternelle – Notre Dame: tour virtuale minimamente interattivo (solo nei movimenti) della cattedrale di Notre-Dame, con la storia della sua costruzione. Da mozzare il fiato la vista di Parigi dall’alto, interessante il contenuto. Da provare, se possibile, in piedi (allestita in mostra in forma stanziale, con joystick).
Dazzle: performance di teatro-danza, in cui parte del pubblico assiste dal vivo all’esibizione di due ballerine (con alle spalle uno schermo che proietta un’inquadratura del mondo in VR), e parte del pubblico, in un’altra sala, si unisce al ballo entrando nello spazio virtuale. Sicuramente più divertente se “vissuto” dall’interno. Nota di merito ai costumi che vengono forniti anche al pubblico – davvero bellissimi.
Elele: gradevole esperienza interattiva in cui, grazie alle mani (senza joystick) andiamo a costruire una coreografia insieme alla persona che fruisce dell’esperienza in contemporanea, nella seconda sala.
Mandala: divertentissima esperienza interattiva con finale aperto, per un massimo di sei partecipanti (e, a logica, un minimo di tre). Molto spassosa se fatta con il gruppo giusto, potenziale mortorio se in caso di barriere linguistiche o gente noiosa.
Miracle basket: fiaba ecologista minimamente interattiva (si possono compiere tre azioni, i movimenti vengono guidati dal video). Dallo stato di natura all’uomo tecnologico e inquinante – e ritorno. Gradevole.