Venezia 79

Venezia 79 – Daily 5-6

Ancora titoli ed esperienze VR particolarmente interessanti, in questi due giorni di Mostra. Ecco, come al solito, il nostro giudizio sintetico (le recensioni complete dei film stanno uscendo sul sito in questi giorni, date una sbirciata!).

Love life, Koji Fukanada (in concorso)

Classificazione: 2 su 5.

Un inizio insolitamente morbido conduce a una tragedia famigliare sottotono, quando una coppia di sposi perde il bambino di lei in un tragico incidente. Sarà che la cultura giapponese è meno “espansiva”, in materia di manifestazione pubblica del dolore, ma questa storia di elaborazione di un lutto non coinvolge come ci si aspetterebbe. Schivatelo.

The Banshees of Inisherin, Martin McDonagh (in concorso)

Classificazione: 4 su 5.

Sembra una commedia e diventa una claustrofobica storia di ghosting ambientata nell’Irlanda rurale di inizio secolo. E che gli vuoi dire. Si ride e ci si sente disagiati al punto giusto; Colin Farrell e Brendan Gleeson sono una coppia da urlo e l’Irlanda… beh, è l’Irlanda. Adorato.

Don’t worry darling, Olivia Wilde (fuori concorso)

Classificazione: 3 su 5.

Il film più chiacchierato della mostra, grazie ai presunti scazzi tra regista e protagonista e ai triangoli-no-che-non-avevamo-considerato. Gossip a parte, una godibile distopia con finale a sorpresa e qualche eco del Racconto dell’ancella. Un Harry Styles fuori parte fa il meglio che può, ma non abbastanza.

The eternal daughter, Joanna Hogg (in concorso)

Classificazione: 2 su 5.

Eccone un’altra che aveva un buco sul caminetto per la Coppa Volpi: ci prova Tilda Swinton (sarebbe stata più in parte in Tàr che qui) ma secondo noi… non ci riesce. Staremo a vedere. Storia di un rapporto madre-figlia, interpretate entrambe dalla Swinton (spudoratamente a caccia di Volpi). Totale empatia per la receptionist dell’albergo del film, costantemente svogliata. Una di noi in sala, in pratica.

Dead for a dollar, Walter Hill (fuori concorso)

Classificazione: 3.5 su 5.

Onesto western con cast eccellente: brillano i nemiciamici Christoph Waltz e Willem Dafoe, divertiti nelle parti del cacciatore di taglie e del bandito. Nota di merito al personaggio femminile, che riesce a non incarnare né lo stereotipo della canonica donnina western né la macchietta della supereroina in cappello e stivali. Grazie. Per il resto: simpatico.

+ The Black Cat, Edgar G. Ulmer (Venezia Restauri)

Unico restauro che sono riuscita a vedere a Venezia, capolavoro di Ulmer che segna la prima collaborazione tra Bela Lugosi e Boris Karloff. Definito “primo thriller psicologico” patisce, come è naturale che sia, il passare del tempo. La scioltezza della visione dimostra, però, la straordinaria modernità della pellicola – per l’epoca.

Le esperienze VR:

Area man lives: avrei voluto giocare un paio d’ore nei panni di questo conduttore radiofonico, ma purtroppo l’esperienza a Venezia ha una durata limitata. Gustoso e divertente.

Eggscape: unica esperienza che ho fatto in realtà aumentata. I piccoli set in cui è ambientato il gioco (in stile Super Mario) esistono veramente allo stand dell’installazione. Con il visore, vediamo il personaggio e gli antagonisti animarsi sopra ai vari scenari. Davvero carino, e diverso dal resto.

Il 6 settembre il MacGuffin ha lasciato il Lido: i più maligni diranno che avevamo finito i soldi. Non disperate, però. Questo era solo un assaggio. Nei prossimi giorni usciranno le recensioni complete dei film più interessanti che abbiamo visto, e commenteremo insieme i Leoni!

Sara Boero

Sua madre dice che è nata nel 1985, a lei sembrano passati secoli. Scrive da quando sa toccarsi la punta del naso con la lingua e poco dopo si è accorta di amare il cinema. È feticista di Tarantino almeno quanto Tarantino dei piedi. Non guardatele mai dentro la borsa, e potrete continuare a coltivare l'illusione che sia una persona pignola.
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