Dal suo debutto nel 2013 Vikings ci colpisce per l’efficace rappresentazione delle leggende nordiche e dei fatti storici realmente accaduti. Ma è così attinente?
Prima di tutto, occorre partire da una premessa: se pensate che la serie tv Vikings, nata dalla mente di Michael Hirst (già creatore di The Tudors) riproponga l’ennesimo format tutto sesso & violenza, beh, ne resterete inevitabilmente – e gioiosamente – delusi.
Lo stile dell’autore è in realtà ben diverso da quello che ci è stato propinato negli ultimi anni da altri show, che hanno fatto delle scene splatter e di nudo i loro punti forti – spesso con il chiaro intento di acchiappare i big likes. Sì, avete capito, tipo il vecchio caro Game of Thrones che ogni tanto ha bisogno di schiaffare in primo piano belle fanciulle disinibite e teste spappolate per scombussolarci un po’.
Certo, non stiamo parlando di un telefilm casto e puro, ma ogni elemento (anche quello più crudo) viene inserito con uno scopo ben preciso e assume un certo spessore all’interno della storia. Non dimentichiamoci che la serie è trasmessa su History Channel, il canale che più di ogni altro diffonde cultura attraverso programmi di forte impatto ma sempre precisi nelle ricostruzioni.
Per rispondere alla domanda iniziale, possiamo affermare che sì, dietro al grande successo di Vikings c’è una grande attenzione per le ricostruzioni storiche e per la trasposizione delle saghe norrene. Particolare cura è riservata tanto alla trama quanto ai costumi e alla caratterizzazione dei personaggi.
E sono proprio i personaggi a farla da padrone, grazie a fedeli, seppur romanzati, riferimenti alle loro controparti realmente (o quasi) esistite.
Dimenticatevi quindi gli elmetti con le corna e altri abomini, qui ce stanno i vichinghi veri.
ATTENZIONE! Si tratta di una serie di genere storico, e per ovvie ragioni sono costretta a rivelarvi degli SPOILER!
Vikings si propone di narrare le conquiste del leggendario leader vichingo Ragnar Loðbrók e della sua stirpe, a partire dal lontano IX secolo a.C.

Nella realtà Ragnar Loðbrók è considerato un re semi-leggendario, in quanto non vi sono documenti che ne confermino l’esistenza, nonostante le sue numerose apparizioni nella tradizione scritta e orale.
Le sue gesta ci sono pervenute principalmente attraverso le saghe norrene e l’opera latina Gesta Danorum dello storico e teologo danese Saxo Grammaticus. In esso Ragnar viene descritto come un grande condottiero e stratega, ideatore di importanti azioni militari e creatore di una stirpe di forti guerrieri, nati dall’unione con la nobildonna Aslaug Sigurdsdóttir, bellissima fanciulla figlia del grande conquistatore Sigurðr.

Colpito dalla sagacia della fanciulla, Ragnar la prende in sposa. Nel Ragnarssona þáttr (saga breve dei figli di Ragnar) Aslaug e Ragnar generano cinque figli, i quali diventeranno i più importanti conquistatori vichinghi: Ívarr “il Senzaossa”, Björn “Fianchi di Ferro”, Hvitsärk, Rögnvaldr e Sigurðr “Serpente nell’Occhio”.
Nella serie i figli di Aslaug subiscono una considerevole modifica: al posto di Rögnvaldr troviamo Ubbe, qui primogenito della coppia. Ubbe, in realtà, non è un personaggio completamente nuovo: gli sceneggiatori si sono ispirati a un figlio illegittimo di Ragnar, nato dall’unione con una contadina.
Björn (impersonato dal giovane e talentuoso Alexander Ludwig) invece cambia mamma e diventa il primissimo figlio del protagonista, nato dalla precedente unione con la guerriera amazzone Lagertha.

…E Lagherta?

Purtroppo di lei non sono rimasti che pochi riferimenti nelle saghe mitologiche. Secondo Saxo Grammaticus è una potente skjaldmær (in inglese sheildmaiden), una donna-guerriero discendente dalle leggendarie valchirie, impavida e spietata. Sposatasi con Ragnar, ha sì dei figli con lui ma, a differenza della serie tv, dà alla luce un figlio maschio, Fridleif, e due figlie, di cui non conosciamo i nomi.
In Vikings il personaggio di Lagertha è molto più sviluppato: interpretata dall’affascinante Katheryn Winnick, ricopre un ruolo fondamentale nel regno vichingo e le sue azioni si ripercuotono sul futuro di Ragnar e del suo popolo nel corso delle stagioni.
I vichinghi, come sappiamo, durante i secoli passano da semplici razzie nei villaggi vicini all’occupazione stabile del territorio.
Occupata la Scandinavia, conquistano territori in Inghilterra, Scozia e Francia.
E proprio in Francia un vichingo realmente esistito, Rollone (o Rollo), partecipa all’assedio di Parigi (ben documentato nella serie) e, piantatosi stabilmente in territorio francese, si fa addirittura nominare Conte di Rouen e fonda la sua nuova stirpe, la Casata di Normandia.

In Vikings la storia di Rollo viene molto approfondita a partire dalle sue origini vichinghe (che, SPOILER, non rinnegherà mai del tutto) fino alla sua trasformazione in nobile francese.
Per quanto la serie sia, almeno nelle prime due stagioni, ispirata a saghe e leggende, non mancano di certo i riferimenti a episodi storici realmente accaduti e a personaggi che sono stati realmente protagonisti della storia medievale, come ad esempio l’imperatore francese Carlo il Calvo o il sovrano anglosassone Egberto del Wessex.
Nelle puntate di Vikings leggenda e verità si intrecciano senza mai ostacolarsi l’un l’altra. Le vicende che abbiamo studiato sui libri di storia vengono arricchite dagli episodi delle antiche e magiche saghe norrene, creando un prodotto ricco di colpi di scena, in grado di intrattenere e al tempo stesso insegnare, grazie al forte impatto visivo e a una sceneggiatura ben strutturata e completa.