Se siete dipendenti, come me, da serie TV che vi prendono e trasportano indietro nel tempo, in una realtà sociale ben diversa dalla nostra, in un passato fittizio ma con caratteristiche fedeli alla storia, allora potreste essere, come me, grandissimi appassionati della serie TV Vikings.
Vikings, di produzione irlandese e canadese, si propone come una riproduzione dello spirito feroce, delle tecniche di sopravvivenza e della spiritualità nordica che caratterizzavano la Scandinavia dell’ottavo secolo, in un’Europa che ancora non sapeva che sarebbe stata minacciata da questo popolo invasore.
La serie tv ruota attorno alla leggendaria figura di Ragnar Lothbrok, capo, guida e re vichingo, interpretato da un bellissimo e bravissimo Travis Fimmel (visto al cinema di recente in Warcraft) abilissimo nel camuffare il suo nativo accento australiano in favore di un accento nordico, e alle sue imprese funeste in Inghilterra e poi in Francia nel tentativo di soddisfare la sua sete di avventura e desiderio di navigare verso ovest.
Quando ho iniziato a guardare Vikings sono stata rapita da una serie di cose che sommate rendono questa serie TV un’ottima scelta per coloro che vogliono lasciarsi catturare dallo schermo e sfuggire dalla realtà per un’oretta.
Innanzitutto l’alone di magia, misticismo e il forte simbolismo presenti nello show. Vikings offre una leale fotografia della religione pagana vichinga, dei suoi dei e delle sue credenze, dei suoi rituali e della sua importanza nella vita della popolazione nordica di mille anni fa. È un credo pieno di leggende, di miti, di demoni e di creature fantastiche, di nani e di giganti. Perché mai i nostri adoratissimi bruti del nord hanno deciso di abbandonare il loro credo in favore al Cristianesimo? Non me lo spiegherò mai.
La sigla. Per tutte le asce di Odino, la sigla! Quel capolavoro di video che combina shots geniali e musica svedese da brividi – l’estravagante Fever Ray che ci canta “If I Had a Heart”. Di solito se rimane invariata non me la filo tanto – avrò visto quella di Homeland completa sì e no 3 volte, e di House of Cards una decina – ma Vikings costituisce una vera e propria eccezione alla regola.
Il cast. Per quanto non ne conoscessi mezzo, sono rimasta piacevolmente sopresa dalla selezione di attori operata per questa serie tv. Fimmel, con i suoi penetranti occhi blu, è perfetto nel ruolo di Ragnar. Gustaf Skarsgård, nel ruolo di Floki, è abilissimo nel trasmettere un’idea di eccentricità e pazzia. Katheryn Winnick, interpretatrice di Lagertha, è una fonte d’ispirazione per tutte quelle donne là fuori che vogliono ascoltare storie di eroine che non si fanno mettere i piedi in testa da un uomo. E questi sono solo i miei top 3. Molti meriti vanno anche agli altri attori nel cast dello show.
La fedeltà storica e geografica. Ora, non direi mai che Vikings riflette perfettamente la cultura vichinga, di fatto sono molti coloro che hanno avanzato critiche riguardo alla scarsità di attinenza storica. Tuttavia, per me che ero priva di aspettative a riguardo, è stata davvero una sorpresa piacevole scoprire che i luoghi, i nomi e anche certi avvenimenti sono realmente esistiti, permettendomi così di apprendere in maniera inusuale.
Vikings si presenta appunto così, una combinazione di mito e realtà, di creatività moderna, nella creazione dei personaggi e della trama, e di creatività del passato, nella riproduzione dell’antica leggenda di Ragnar Lothbrok. Una serie tv che è nata nell’ombra di Game of Thrones, e che a detta di molti ancora non riesce a separarsene, ma che a mio avviso ha tutte le carte in regola per essere in cima alla classifiche delle serie più promettenti degli ultimi anni.
Fate un salto su Serie Tv News e su Serie tv, la nostra droga