No, questa non è una monografia su Denis Villeneuve. Dall’oggetto della vostra ricerca, però, posso dedurre che voi siate dei fan più o meno accaniti e più o meno morbosi del regista canadese ed è per questo che posso consigliarvi di continuare la lettura di questo articolo, in quanto solleticherà il vostro interesse.
“Ma se questa non è una monografia su Villeneuve cosa diavolo sto leggendo?”. Mo vi spiego.

Prendete la filmografia del piùanzianodiquantoimmaginereste regista e suddividetela in due parti tracciando la linea di confine tra il terzo ed il quarto film, rispettivamente tra Polytechnique e La donna che canta. La prima delle due partizioni non è oggetto della nostra trattazione, la seconda partizione, invece, sarà analizzata dettagliatamente.
Perché? Ho detto che mo vi spiego, con calma, chi va piano va sano e… basta, che schifo i proverbi.

La trilogia di film che precede La donna che canta non è suscettibile del nostro interesse non perché a noi del MacGuffin facciano cagare i primi lavori di Villeneuve, anzi, ma perché non si prestano a un tipo di struttura narrativa al quale invece i successivi sono soggetti: Villeneuve usa delle strutture narrative analoghe in tutti i suoi lavori, eccezion fatta per primi tre. Motivo? Mistero, la mia ipotesi è che agli albori della sua carriera egli non avesse in mente ancora un progetto cinematografico destinato a dipanarsi, senza considerare il fatto che tra la seconda e la terza pellicola intercorrono ben nove anni, il che rende la produzione decisamente più frammentaria. Ciò non toglie che Un 32 août sur terre, Maelström e Polytechnique siano film di valore, ma costituiscono una sorta di universo a parte nella filmografia del canadese, tuttavia buoni per assaggiare il suo estro artistico in diverse salse.
Ma veniamo a noi.
Per prima cosa cercherò di spiegarvi nel modo più chiaro ed efficace possibile cosa accomuna i film della seconda parte della produzione cinematografica villeneuviana, dopodiché andremo a vedere nel dettaglio, pellicola dopo pellicola, come l’elemento accomunante si manifesta.
VI AVVISO QUI E NON VI AVVISERÒ MAI PIÙ: QUESTO ARTICOLO CONTERRÀ DOSI DI SPOILER ESAGERATE, SI DECLINA OGNI RESPONSABILITÀ RELATIVA AD EVENTUALI COLLOCAZIONI NEL GIRONE INFERNALE DEI BESTEMMIATORI.
Pronti? Andiamo.
LA COMPOSIZIONE NARRATIVA DI DENIS VILLENEUVE
- PREMESSA MISTERIOSA: i film di Villeneuve sono all’incirca tutti dei thriller, tra tantissime virgolette, ma facciamo finta che sia vero. Questa caratteristica è determinata dal fatto che gli incipit di tutte le pellicole pongono lo spettatore a confronto con un interrogativo, un elemento o un insieme di elementi che né i protagonisti né noi conosciamo. Su tale premessa misteriosa si svolgerà l’intera narrazione. Cominciamo bene.
- DIFFUSIONE DEGLI INDIZI: sulle basi della premessa iniziano a rivelarsi i primi indizi, in numero via via crescente col proseguimento della narrazione. Forse siamo sulla strada giusta.
- CONFUSIONE: più indizi riceviamo, più le incognite coinvolte nel mistero aumentano, più non ci capiamo un cazzo. Tutte le supposizioni fatte fino ad adesso sono vanificate ogni volta che un nuovo indizio si rivela: Villeneuve dà la parvenza di condurci per mano verso il mistero, ma in realtà sta giocando con noi. E mo so cazzi…
- SVOLTA: veniamo a conoscenza di un dettaglio che ribalta completamente le carte in tavola e da lì in poi tutti gli indizi iniziano a convergere in un unico punto. Sarà la volta buona?
- RIVELAZIONE DEL MISTERO: no, non era la volta buona. Le supposizioni da noi fatte erano sbagliate e la rivelazione è stata per noi un completo shock. Caino infame.
Questa è la composizione di base di ogni film di Villeneuve, ma senza l’aggiunta di altri due elementi caratteristici questo sarebbe un semplice schema thriller. Invece il canadese oltre che essere bello è anche bravo e ci regala delle chicche.
- SAPEVAMO TUTTO FIN DALL’INIZIO: dopo la rivelazione ci sono i primi momenti di riflessione, lo spettatore ripercorre mentalmente ciò che ha visto e BAM! bestemmia fortissima con tanto di autoviolenza fisica. Egli si è appena reso conto che la risoluzione del mistero è stata davanti ai suoi occhi per l’intera durata del film. Morale della favola: il buon Denis ci ha fottuti tutti mettendoci sotto il naso elementi di assoluta importanza ma che, proprio perché troppo evidenti, noi abbiamo ignorato bellamente. BRUTTO BASTARDO!
Ma come ha fatto questo figlio di Satana che prende tutto il suo talento dalle profondità dell’Ade a distrarci così tanto dall’ovvia risoluzione?
- COINVOLGIMENTO SENTIMENTALE: ebbene sì, anche voi burberi dalla scorza dura siete rimasti coinvolti dal dramma. La grande abilità di Villeneuve (in questo caso) sta nel distogliere l’attenzione di chi osserva trascinandolo nei drammi sentimentali vissuti dai protagonisti e rendendolo partecipe delle loro emozioni.
Non ci avete capito un formafallica vero? Bene, allora per mia buona grazia andiamo a vedere nel dettaglio come ciò si realizza in ciascun film. Prego.
La donna che canta (2010)

- PREMESSA: Jeanne e Simon leggono il testamento della madre morta: scoprono di avere un terzo fratello e che loro padre non è morto.
- DIFFUSIONE INDIZI: [premetto qui (e non starò a ripeterlo altrove) che non andrò ad elencare tutti gli indizi che ci si presentano nel corso del film, ma descriverò brevemente cosa siamo portati a credere sulla base degli indizi che riceviamo. Io non ho intenzione di scrivere un trattato e voi non avete intenzione di leggerlo]. Siamo portati a credere che il terzo fratello sia nato dopo Jeanne e Simon e che il padre non sia stato molto presente nella vita della sua famiglia.
- CONFUSIONE: in realtà il fratello è nato prima di loro e il padre diventa una figura sempre più misteriosa nell’ambigua vita della madre.
- SVOLTA: i ragazzi scoprono che il fratello è nato prima di loro e noi di conseguenza scopriamo che il violentatore della madre in prigione è loro padre. Scoperta l’identità del padre resta da trovare il fratello.
- RIVELAZIONE: hey bitch, il fratello lo hai già trovato, padre e figlio sono la stessa persona.
- PERCHÈ LO SAPEVAMO?: prima che il film lo dichiari ci era stato mostrato nella scena in piscina il volto di un uomo con tatuati tre punti sul tallone, volto del torturatore della madre e tatuaggio uguale a quello del primo figlio.
Prisoners (2013)
- PREMESSA: due bambine spariscono giocando vicino a un camper.
- DIFFUSIONE INDIZI: ciò che vediamo ci porta a credere che il rapitore sia il proprietario del camper, il quale, però, soffre di un ritardo mentale e dice di non aver rapito nessuno.
- CONFUSIONE: un tizio sospetto si reca alla veglia per le bambine e, avvistato dal detective Loki (Jake Gyllenhaal), scappa scatenando un inseguimento. Si scopre che il tizio è in qualche modo connesso al rapimento.
- SVOLTA: Alex, ovvero il proprietario del camper (Paul Dano), confessa al padre di una delle due bambine (Hugh Jackman) che lui non è Alex. Nel frattempo una delle bambine viene ritrovata e quando il padre dell’altra le chiede dove era tenuta prigioniera lei risponde “anche tu ci sei stato”. Il padre capisce dove deve andare.
- RIVELAZIONE: Loki, osservando una fotografia (già vista tantissimo nel corso del film) del marito morto della presunta zia di Alex, si accorge che egli porta al collo un medaglione raffigurante un labirinto. Guarda caso alla domanda “dove sono le bambine?” entrambi i presunti rapitori rispondevano “nel labirinto”. Le bambine sono state rapite dalla zia.
- PERCHÈ LO SAPEVAMO?: la fotografia del marito in casa della zia di Alex: il medaglione è stato sotto i nostri occhi per tutto il tempo. Senza considerare il comportamento decisamente ambiguo della zia stessa.
Enemy (2013)

- PREMESSA: Adam (sempre Jake Gyllenhaal) vede recitare in un film una persona identica a lui.
- DIFFUSIONE INDIZI: svolgendo ricerche egli trova il suo “sosia” e lo contatta scoprendo che oltre ad essere identici hanno anche la stessa voce e la stessa cicatrice sul costato.
- CONFUSIONE: il sosia di Adam lo accusa di essersi scopato sua moglie e decide di ricambiare il favore scopandosi la sua ragazza. I due si scambiano i ruoli, ma la moglie del sosia sembra affezionarsi stranamente ad Adam.
- SVOLTA: litigando in auto il sosia e la ragazza fanno un incidente mortale. Adam prosegue la convivenza con la moglie del sosia.
- RIVELAZIONE: la rivelazione lampante in questo caso non c’è, perché il film non ci fa vedere esplicitamente la risoluzione al mistero. Solo dopo una successiva riflessione è possibile capire che l’intera pellicola viene mostrata dal punto di vista del subconscio di Adam e che il suo sosia è in realtà il suo alter ego.
- PERCHÈ LO SAPEVAMO?: guardandolo a posteriori, ci sono parecchi elementi nel film che fanno intuire che le due persone che vediamo come distinte appartengono in realtà alla stessa entità, ma alla prima visione è praticamente impossibile da cogliere.
Sicario (2015)
- PREMESSA: trovare il capo di un cartello di narcotraffico messicano. Ma il titolo?
- DIFFUSIONE INDIZI: facendosi largo tramite fucilazzi e mitragliozzi i tre protagonisti (Emily Blunt, Josh Brolin e Benicio del Toro) iniziano a trovare i vari esponenti del cartello. Ma il titolo?
- CONFUSIONE: la povera Emily Blunt non capisce qual è lo scopo della missione e ogni volta che lo chiede le vengono date risposte vaghe, finché non le dicono che lei è solo uno strumento per legittimare l’operazione altrimenti illegale. Ma il titolo?!
- SVOLTA: il misterioso Benicio del Toro si stacca dall’operazione e sequestra un poliziotto corrotto. Alla richiesta di spiegazioni da parte della Blunt Benicio le spara. MA IL TITOLO?
- RIVELAZIONE: l’obiettivo di del Toro per tutto il tempo è stato uccidere il capo del cartello per vendicarsi dello sterminio della sua famiglia. Oh, ecco il titolo.
- PERCHÈ LO SAPEVAMO?: in verità non sapevamo nulla, perché stavamo cercando la cosa sbagliata. Se il film si chiama Sicario un motivo ci sarà pure… Anyway, per tutto la durata della pellicola Benicio del Toro assume comportamenti assai ambigui e guarda un po’… è proprio lui la chiave di tutto.
Arrival (2016)

- PREMESSA: degli alieni arrivano sulla terra. Cosa vogliono?
- DIFFUSIONE INDIZI: gli alieni per comunicare usano una lingua fatta di logogrammi e gli umani devono imparare ad interpretarli. Amy Adams ha delle visioni.
- CONFUSIONE: alla domanda “perché siete sulla terra?” gli alieni rispondono di avere un’arma. Gli umani si prendono male e interrompono le operazioni. Amy Adams ha ancora le visioni.
- SVOLTA: gli alieni non portano un’arma ma un dono: la loro lingua permette di travalicare la dimensione temporale.
- RIVELAZIONE: Amy Adams imparando a comunicare con gli alieni ha cominciato a percepire il tempo come loro.
- PERCHÈ LO SAPEVAMO?: tanti gli indizi, ma citerò il più evidente: in una visione la figlia di Amy fa una domanda a carattere scientifico alla madre e lei risponde “per la scienza devi chiedere a tuo padre”. He-hey, vuoi vedere che il padre (Jeremy Renner) è proprio il matematico che sta studiando gli alieni assieme a lei e che quindi le visioni, che sembravano flashback, sono in realtà flashforward?
Blade Runner 2049 (2017)
- PREMESSA: una replicante ha avuto un figlio. Troviamolo!
- DIFFUSIONE INDIZI: l’agente K (Ryan Gosling) cerca il figlio della replicante e trova indizi che riconducono alla sua persona.
- CONFUSIONE: K è il figlio.
- SVOLTA: no, non è vero, non è il figlio.
- RIVELAZIONE: la FIGLIA è la tizia che crea i ricordi.
- PERCHÈ LO SAPEVAMO?: quando K va a parlare con la tipa dei ricordi lei dice “a volte il creatore mette un pezzo di sé dentro al ricordo”. OMMIODDIO ERA LEI!
La cosa sbalorditiva è che partendo dalla stessa struttura Villeneuve ogni volta riesce a dar vita a film totalmente diversi l’uno dall’altro. Il tutto con classe, maestria ed emozioni visive da brivido.
Grazie Denis, ti regalerò un cavallino di legno.