
Villetta con ospiti: un noir riuscito solo a metà nel Nord Est borghese
Provincia, meschinità, segreti che sanno tutti ma nessuno può dire, sotterfugi da bar di paese ma dalle conseguenze letali. Da Villetta con ospiti, ultima fatica di Ivano De Matteo in sala in questi giorni, ci si aspetta qualcosa del genere. E in qualche modo c’è, per carità. Però solo abbozzato.
Peccato, perché le premesse c’erano tutte: buona regia, cast di ottimo livello, scenografia più che interessante, e una storia che, per quanto già sentita, fa sempre presa. Siamo in un non meglio specificato Nord Est, e c’è la solita famiglia ricca con i soliti problemi da ricchi: il padre (Marco Giallini) è distante, ha qualche piccola storiella extraconiugale e il grilletto un po’ troppo facile, ma d’altronde con un amico poliziotto non proprio integerrimo (Massimiliano Gallo) non ha nulla da temere; la madre (Michela Cescon) alterna noia, psicofarmaci gentilmente forniti dal Dott. De Santis (Bebo Storti) e un sentimento non meglio precisato per il prete del paese (Vinicio Marchioni); la suocera (Erika Blanc) tiranneggia sulla discendenza e sulla domestica rumena (Cristina Flutur), che ingoia bocconi amari col sorriso pur di garantire un futuro decente al figlio Adrian (Ioan Tiberiu Dobrica), il quale a sua volta ha una cotta per la figlia adolescente dei facoltosi signorotti. Al punto di introdursi di notte nella loro villa per farle compagnia, essere scambiato per un ladro e… beh, siamo nel Nord Est, cosa pensate che possa succedere?
Villetta con ospiti poteva essere un noir, un racconto corale e un film di denuncia sociale, tutto in un colpo. Un bis perfetto a distanza di un anno da Effetto Domino: sempre Veneto, ma questa volta in salsa borghese.
E invece: nonostante gli attori si facciano in quattro per non sembrare delle macchiette e dare un minimo di spessore ai personaggi, nonostante la trama più che coinvolgente, nonostante il tema più che mai di attualità, Villetta con ospiti lancia un sacco di spunti, ma non approfondisce nulla. Come un lungo, estenuante trailer. Prendiamo il personaggio della suocera: recitazione perfetta e vette di cattiveria mai viste. Peccato solo che faccia due scene e poi scompaia. O ancora, un’introduzione che si direbbe eterna per affrescare il quadro generale, per poi chiudere la parte interessante della faccenda in un lampo. Non resta nemmeno l’amaro in bocca; è stato tutto talmente rapido che non resta proprio niente.
Sia chiaro, Villetta con ospiti è tutt’altro che un brutto film; potenzialmente, avrebbe potuto essere il giallo nostrano dell’anno. Invece, l’esperimento è riuscito solo a metà. Un applauso di incoraggiamento, e la prossima volta siate coraggiosi: osate, e fatelo durare mezz’ora in più.