
Warm Bodies: anche gli zombie hanno un cuore
Mettiamo subito le cose in chiaro gli horror mi fanno paura. E allora perché scrivo una recensione su Warm Bodies un film con zombie mangia cervello? Perché, può sembrare strano ma… (rullo di tamburi) ho scoperto che gli zombie hanno un cuore e amano ascoltare i Guns N’ Roses.
In un misto tra trash e occhi a cuoricini nasce una storia bizzarra, fuori dagli schemi, dove nulla è scontato. Ok il romanticismo sul finale era anche prevedibile, senza però risultare stucchevole e nauseante come un barattolo di miele mangiato in cinque minuti senza usare le mani.
Nel classico scenario post apocalittico scopriamo una citta divisa in due: da una parte i pochi sopravvissuti cercano di condurre una vita normale rintanati dietro un muro, dall’altra zombie senza voglia di vivere. Giuro non era una battuta voluta.
Cosa sto facendo della mia vita? Sono così pallido dovrei uscire di più, mangiare meglio, ho una postura orribile dovrei stare più dritto, la gente mi rispetterebbe di più. Che cosa ho che non va?
Così si presenta R, zombie smemorato e sarcastico interpretato da Nicholas Hoult, bambino in About A Boy, ragazzino in Single Man e qui abbastanza morto.
Warm Bodies è una dark comedy romantica, quindi è sicuro che R si dovrà innamorare e ovviamente chi sarà la fortunata? La figlia del supercapo dell’esercito (Jonh Malkovich), classico generale incazzoso con la voglia matta di far esplodere più teste possibili. Lei è Julie (Teresa Palmer), la solita bionda con gli occhi azzurri che in un vero horror dura meno di 5 minuti perché ha la brillante idea di dividersi dal gruppo per scampare al pericolo, in questo caso si dimostra più arguta e fortunata.
Tranquilli la figura dello scemo la fa il suo ex fidanzato Perry (povero il simpatico Dave Franco), salvando però inconsapevolmente proprio Julie.
È un film particolare, curioso e intelligente girato da Jonathan Levine, conosciuto dai cinefili per avere raccontato in maniera differente com’è avere il tumore in 50 e 50. Anche qui possiamo notare l’importanza del non arrendersi all’evidenza e della speranza che serve per raggiungere un obiettivo. L’idea di rendere gli zombie esseri capaci di rispondere agli stimoli sempre di più in modo razionale, può essere interpretata come la rappresentazione della depressione. Come si vede nelle prime scene R si perde nell’aeroporto, ha paura a conoscere cose nuove e non riesce a relazionarsi con gli altri.
L’incontro con Julie diventa così una liberazione, un motivo per cambiare se stesso e provare ad essere diverso. Ok è grottesca la situazione di uno zombie che sogna e ricorda sempre più il passato, però, forse in maniera ambiziosa sta a simboleggiare il fatto che si può uscire da una situazione scomoda se si ricevono i giusti stimoli.
C’è una scena chiave che rafforza questo concetto. M(Rob Corddry) è un’amico di R che per salvare la strana coppia, investe alcuni ossuti. Con questo gesto si può vedere come un cambiamento sia possibile mentre gli Ossuti con i loro volti scheletrici sono ormai abbandonati alla distruzione, accettando di essere spacciati. Queste tre fazioni, umani, zombie e ossuti, si scontreranno per ottenere il controllo della città in un finale adrenalinico tutto da gustare.
Tratto dall’omonimo romanzo di Isaac Marion, Warm Bodies è un film originale, perfetto per chi vuole incontrare uno zombie senza spaventarsi troppo.