Ti imploro dal profondo del cuore: non fare come con Vinyl. Davvero, non sto assolutamente scherzando. So che stai leggendo HBO, lo so benissimo, quindi vedi di non fare cazzate. Perché Vinyl è stato un duro colpo, ma sopportabile. Se mi cancelli anche Westworld dopo la prima stagione io non rispondo più di me stesso. Libero i cani, citando il caro Monty.
Perché così tanto astio mi potreste chiedere voi? Perché Westworld ha tutte le carte in regola per diventare una seriedellamadonna. Ma proprio che ti appare fiammeggiante in piena notte. Evitate battute, grazie. E ok, magari sono io che mi esalto facilmente dopo la prima puntata, però che puntata gente, di quelle che ti restano impresse fin dall’inizio, fin dalla sigla. Perché se già la sigla è fatta bene ti sale subito la scimmia per quello che vedrai, e se dopo quei 50 minuti circa la scimmia è diventata King Kong pronto a scassarsi di botte con Godzilla allora sai che alla HBO non sono buoni soltanto a far vedere delle tette o a permettere a gente in abito medievale di trucidarsi.
Ma andiamo con ordine. Ci potrebbero essere dei piccolissimi spoilerz innocui, vi avverto, ma nulla di grosso, quindi se volete continuare a leggere non c’è pericolo. Se invece preferite vedere prima la puntata fatelo, ma poi promettetemi che tornate qui e andate fino in fondo, ok? Bravi che siete.
La premessa è intrigante nella sua geniale semplicità: Jurassic Park con i robot. Con calma, ora mi spiego meglio. In un prossimo futuro non meglio precisato esiste un parco divertimenti (Westworld appunto) creato a tema Old Wild West (e non l’adorabile vaccata con Will Smith). Tutto è ricostruito fin nei minimi dettagli, a partire dai suoi abitanti: robot che non sanno di esserlo, ma si comportano e vivono esattamente come noi. In mezzo a loro quindi ci sono i ricconi che pagano fior di quattrini per vivere quell’esperienza lì, per poter ammazzare e stuprare ma anche per salvare e fare gli eroi. Insomma, per vivere al 100% senza preoccuparsi minimamente di alcuna conseguenza.
Assimilata un attimo questa cosa bellissima, bisogna addentrarsi nella ridda di domande che per forza ci saltano in mente. La prima è ovviamente questa: perché stracazzo dobbiamo rovinare anche questa serie tv con il patetico sottotitolo Dove tutto è concesso? Vi meritate il male, sempre e comunque.
Ma quindi da dove viene tutta sta roba? Beh, dallo stesso papà del Jurassic Park cartaceo: Michael Chrichton. Il caro Michelino aveva infatti scritto e diretto nel 1973 Il mondo dei robot (il cui titolo originale era ovviamente Westworld), uno dei capostipiti del genere sugli androidi dalle fattezze umane e soprattutto uno dei primi ad affrontare il tema della ribellione delle macchine. Perché lo sappiamo tutti che succederà, ma ci arriviamo. Cioè, Terminator deve tantissimo a quel film. Fatto sta che la storia di base era più o meno la stessa, tenendo conto che eravamo però a più di quarant’anni fa.
Ora siamo nel 2016, la tecnologia è migliorata giusto quel tanto che basta e a scrivere Westworld c’è Jonathan Nolan. Esatto, il fratello. Perché è lui che fondamentalmente butta giù la sceneggiatura dei suoi film. Il cavaliere oscuro non vi dice niente? A sto giro è pure lui dietro la macchina da presa, perciò chapeau.
Ma quindi cosa c’è di così fantasmagorico in Westworld? Le piccole cose. Questa prima puntata è una somma di piccole cose, un buonissimo frullato di accenni, di spunti, di ammiccamenti vari a tutta una fantascienza pregressa che fa da base ad un prodotto nuovo, ad una serie che sa benissimo grazie a chi è in piedi ma che già dal primo episodio sa camminare da sola con le sue gambe. C’è tantissimo Asimov, c’è tantissimo Dick, ma Westworld riesce ad assorbire la loro lezione per poter raccontare qualcosa di inedito, in un panorama fantascientifico che purtroppo rischia di diventare come le bustine del the di Paperone.
Questa grande disparità tra il chiuso ed asettico (quasi alla 2001) centro di comando del parco e l’ampiezza sconfinata di Westworld è pazzesca, così ben strutturata da farti sentire sulla pelle la differenza tra i due mondi senza nemmeno bisogno di parole.
Ma è la gestione dei robot il punto forte della serie. Questa loro umana inumanità, questo triste destino pronto ad abbattersi sulle loro teste giorno dopo giorno, mentre noi aberrante razza vivente non facciamo altro che fare schifo ogni giorno di più (semicit.). Evan Rachel Wood (quella di Basta che funzioni) è fenomenale nel suo ruolo, perfettamente credibile in questa doppia funzione di consapevolezza/non consapevolezza di chi e cosa è, come del resto tutti gli altri robot del parco. A parte Marsden che c’ha la faccia da pistola (cheridere) e non lo vedo troppo nel ruolo, ma spero migliori andando avanti.
Anche se a giganteggiare in questa prima puntata di Westworld è Ed Harris. Il suo misterioso personaggio è magnetico. Cinico, spietato, alla ricerca di qualcosa di più del semplice divertimento del parco. Sarà lui a mio parere la vera chiave di volta della serie, in grado di stravolgere gli equilibri e assottigliare sempre più la distanza tra il mondo reale e Westworld. Avranno preso spunto dal pistolero di Yul Brynner ne Il mondo dei robot, che a sua volta è la versione malvagia del personaggio interpretato dallo stesso attore ne I magnifici sette (l’originale eh, non quella vaccata del remake).
E poi scusate, se Sua Santità Anthony Hopkins si presta ad una serie, come fa a non acquistare già di base un valore aggiunto? Il suo “papà dei robot” è un anziano sognatore ancora pronto a cambiare le cose, che con uno spunto di malizia aggiorna le sue macchine per vedere cosa succede, forse stanco della banale ripetitività che ha creato.
Ottima anche la prestazione di Jeffrey Wright, perfetto contrappunto calmo e calcolatore alla caoticità di Westworld, ma anche lui con una punta di fascino verso le macchine che sta aiutando a “vivere”.
Perciò ora bisogna solo aspettare che il T-Rex esca dalla gabbia che qualcosa vada veramente storto. Perché siamo sull’orlo della catastrofe, ce lo ricorda anche il Professor Frink: “L’elementare teoria del caos ci insegna che tutti i robot prima o poi si rivoltano contro i propri padroni e presi da furore omicida fanno orge di sangue, calciando e mordendo con i loro denti metallici, distruggendo tutto e tutti”. Beh, più o meno dai. Ed è solo una mia impressione o potrebbe esserci una sorta di effetto Blade Runner? Che alcuni umani si rivelano poi robot o viceversa? E, soprattutto, sarà come nel film del 1973, dove Westworld è solo uno dei possibili mondi del parco? Non sarebbe male poter vedere anche il mondo medievale o quello romano (o anche altri a sto punto).
Insomma, qua siamo all’alba di una possibile serie tv pazzesca. Speriamo bene. (Che già la prima puntata è costata un fantastilione di dollari. Non. Andateci. A. Bagno. Grazie).
P.s. ricordatevi di passare dai nostri amici di Westworld Italia!