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Westworld 1×07 – La mazzata sui denti

E niente, alla fine Edward Norton ci ha messo la faccia sul marciapiede, e con tutta la calma del mondo ci ha fatto schizzare i denti che manco Bolt li avrebbe raggiunti. E Westworld è pure enorme, quindi non li troverà mai, dobbiamo rassegnarci.

Dannato Nolan2. Odi et amo e bla bla bla, sempre platonicamente eh, che magari stai leggendo e potresti fraintendere. Ma chi prendo in giro, sicuramente stai leggendo. Ciao Jonathan, salutami mamma.

Bene, ho raggiunto il limite massimo di minchiate per l’introduzione di un articolo, posso entrare nel merito di questa settima puntata di Westworld. Già dal titolo originale dovevamo capire tutto: Tromp L’Oeil ci stava dicendo il tema fondante della puntata. E perché no, magari anche di tutta la serie.

Quindi andiamo a vedere cosa diavolo è successo tra canyon, vallate e stanze asettiche. Come al solito le recensioni delle vecchie puntate le trovate tutte qua. Noi proseguiamo, ricordando che d’ora in poi gli spoilerz saranno numerosi e molesti.

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Non sono ancora psicologicamente pronto per parlare del finale della puntata. Quindi lo farò alla fine. Devo elaborare la cosa, tanto se state leggendo questo vuol dire che anche voi vi siete presi quella bella mazzata sui denti, precisa e chirurgica come un intervento di Stephen Strange.

Quel maledetto tema di Alice nel paese delle meraviglie che si ripete, suggerendoci di trovare il bianconiglio che fugge, quando il bianconiglio non stava scappando da nessuna parte. Era lì, ma non sapeva di esserlo. Povera Elsie, spacciata fin dall’inizio. Meno male che è andata in ferie, pure il tipo che lo dice aveva una notevole faccia da #credici, l’avrà pure twittato dal suo tablet.

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Quindi ecco spiegato chi era il destinatario delle informazioni di Theresa: Westworld stesso. O meglio, il Consiglio che gestisce tutta la baracca, questo Delos Destination che aleggia sempre come un fantasma tra le guglie del castello. E tutto sto casino per cosa? Un backup dei dati fondamentalmente. Un backup della proprietà intellettuale del parco, del codice ideato da Ford e Arnold per gli host. Che in effetti fare un backup è sempre consigliato, soprattutto se hai intenzione di pensionare forzatamente il creatore di tutto l’ambaradan, creatore che quel codice non ha mai avuto intenzione di consegnarti. Perdere la possibilità di ballare il mambo orizzontale con robot programmati appositamente sarebbe una tragedia per l’umanità.

Devo ancora capire se mi sono innamorato o no di Charlotte. Caratterialmente sì, ma non posso donare il mio cuore a tutte le sgallettate che appaiono in tv, non è salutare.

Anche perché questo episodio di Westworld ha fugato i miei dubbi sull’altra campionessa di salto sull’asta: Clementine. Di lei sono ufficialmente innamorato, mi sbilancio così. Ho notato due belle personalità che prima non mi avevano colpito. Datemi quel codice, subito. Lo uso a fin di bene. Mio.

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Comunque, la finta dimostrazione per incastrare Ford serve a poco, non sono i suoi reverie ad aver mandato in tilt gli host. È direttamente lui. E Arnold. Entrambi per motivi diversi, e probabilmente pure senza sapere uno dell’altro. Ford non si scompone, non cede di un millimetro, resta lì imperturbabile con quello sguardo sornione da “tanto alla fine vi frego tutti io”. Anthony Hopkins è mostruosamente bravo, ma già si sapeva.

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Sapete qual è la cosa che ho apprezzato di più di questo episodio di Westworld? Gli accenni velati a tutto ciò che sarebbe successo o succederà. Tolto il già citato bianconiglio, la dimostrazione con Clementine ci rivela un’informazione cruciale per tutta la serie. Ci sono degli host che gestiscono il parco. O meglio, ci sono degli host pre-programmati per assolvere a determinate funzioni, anche di controllo. Quindi se qualcuno li programma perché non vedano certe cose loro non le vedranno, se qualcuno con le giuste competenze altera il loro codice per i propri scopi loro non potranno fare nulla per impedirlo. Se io dico ad un robot di controllare una porzione di Westworld senza fare altro, potrei anche mettergli accanto la pubblicità di Rita Ora per Tezenis in loop e il robot non si girerà nemmeno una volta. Molto poco plausibile secondo me, però succederebbe proprio quello.

Perciò la cosa si applica anche a Maeve, che come già detto è in qualche maniera “nascosta” ai radar del parco, visto che il suo codice era già stato manomesso dall’alto. Il suo “risveglio” è scritto fin dall’inizio, scienziati idioti a parte. Bisogna solo vedere fino a che punto le sarà permesso di andare avanti, perché potrebbe essere stato Arnold, e non Ford, ad averle concesso questa libertà.

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E l’ultima piccola rivelazione la fa Dolores. Ah, breve inciso, abbiamo esultato tutti quando William le è saltato addosso vero? Tensione sessuale eliminata, era ora. Dolores dice apertamente “io non sono una chiave” al suo bel cowboy, sottolineando il fatto che sarà proprio lei il punto di svolta di tutto Westworld, l’host che aprirà il lucchetto del labirinto permettendo a Black Man Harris di entrare (o di non entrare). Magari lo farà proprio con i suoi disegni, non c’è niente di più antico per creare una mappa.

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Dai, arriviamo al colpo di scena finale. Un colpo di scena studiato nei minimi dettagli, che si svela piano piano fino a calare la mazza in stile Negan. Capisci che uno fra Bernard e Theresa deve per forza essere un host, è dalla prima puntata che tutti sappiamo sarebbe successa una cosa del genere. Prima sembra lui quando non nota la porta, poi lei quando sbianca davanti ai fogli, ma alla fine è uno dei miei personaggi preferiti di Westworld il robot più inconsapevole di tutti: Bernard. Occhi sgranati e bestemmie in canna per tutti gli spettatori.

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Ford dimostra la sua glaciale divinità dentro il parco, questa onnipotenza che terrorizza Theresa fin nel profondo delle sue viscere. Ha creato Bernard per servirlo, facendolo pure soffrire come un cane per la morte del figlio. Tutto finto quindi? Moglie e figlio erano solo dei programmi nella sua mente? Plausibile, ma c’è forse una sottile possibilità per una “liberazione” di Bernard: Dolores. Il suo rapporto con la ragazza (che ora assume tutto un altro significato) potrebbe spezzare quel legame che lo unisce così indissolubilmente a Ford.

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E quindi Ford cosa cavolo vuole? Si sta delineando sempre più la sua figura come il vero villain di Westworld, con Arnold che diventerebbe quindi l’eroe che nell’ombra ha protetto tutto e tutti. Ma Ford, che già è Dio dentro il parco, vuole estendere questo suo dominio al mondo reale? Vuole una sorta di impero personale che ubbidisce al suo volere, o vuole dominare Westworld senza alcuna interferenza esterna? Oppure già lo sta facendo perché gli host sono molti più di quanto noi crediamo?

Il sacrificio è stato compiuto, proprio in onore di Dio. Non era quello voluto da Charlotte, e non era nemmeno quello di Elsie (che secondo me è tutto fuorché morta). Era Theresa, immolata sull’altare di Ford per fargli mantenere la sua totale divinità.

E se siete veri fan ricordatevi di passare dai nostri amici di Westworld Italia e Westworld HBO Italia!

Edoardo Ferrarese

Folgorato sul Viale del Tramonto da Charles Foster Kane. Bene, ora che vi ho fatto vedere quanto ne so di cinema e vi starò già sulle balle, passiamo alle cagate: classe 1992, fagocito libri da quando sono nato. Con i film il feeling è più recente, ma non posso farne a meno, un po' come con la birra. Scrivere è l'unica cosa che so e amo fare. (Beh, poteva andare peggio. Poteva piovere).
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