E via che si ricomincia. Westworld ha svoltato l’angolo della seconda stagione, sorpassando la scorsa puntata molto così così per tornare sui binari prestabiliti, che preannunciano un gran bel finale. Non sminchiate, please. Perché questa 2×06 ammassa domanda dopo domanda, segreto dopo segreto, rabboccandoci il cocktail tropicale di ombrellini e frutta tagliata sui bordi.
Bene, dopo questo intro copacabana direi che si può cominciare. La ciccia è tanta e il tempo è poco, come dice John Goodman. Da bravo ossessivo compulsivo vi metto qua sotto gli articoli di tutte le altre puntate, sia mai che vi viene voglia di recuperarli, oppure siete capitati qui perché avete mancato l’uscita in autostrada e vi rendete conto che altre cinque recensioni di Westworld sono proprio quello che vi ci vuole per dare uno sprint alla giornata.
Noi andiamo a vedere cosa ci ha regalato questa 2×06. Seguiranno spoilerz massicci e cattivi, come di consueto.
Certo è che pronti via e non capiamo un cazzo. Perché quando Dolores si rivela la testatrice (si dirà così?) invece che la testata abbiamo tutti fatto un salto dalla sedia, su. Come Teddy nella prima puntata, come l’inizio di Buffy, il gioco delle parti di Westworld non finisce mai. Bernard vive un film dentro il film, proiettato nella sua mente come due fanali negli occhi di un cerbiatto. Ora, lo scambio con Dolores è una stringa di codice mai realmente avvenuto o sono proprio ricordi di Bernard? O, perché no, eventi oltre quello che noi stiamo vedendo, tanto nel mixer temporale siamo ormai oltre l’agitato, figurati il mescolato.
Perché l’allegra scampagnata Elsie/Bernard lì deve portare: a capire. Intanto, grazie alla parlantina sciolta della cara programmatrice (Nolan2 ha un fetish per gli spiegoni) sappiamo che nella Culla (sorta di mosaico dove tutto il backup degli host è contenuto) non si può entrare da remoto. Qualcuno (Ford, o addirittura Bernard ai tempi) ha fatto sì che questo nugolo di menti codificate si evolvesse, rispondendo agli eventuali attacchi esterni una volta che la ribellione delle macchine fosse iniziata. Bene, ecco spiegato come sia impossibile (apparentemente) fermarli.
E, forse, ecco spiegato il power-up di Maeve. Può essere che alcune menti fossero preprogrammate per evolversi molto più in fretta delle altre, sfruttando la Culla per controllare le storyline degli host una volta che la consapevolezza della propria natura fosse stata raggiunta. Alla fine è tutto lì, le “voci” mentali di Maeve potrebbero essere stringhe di codice che sfrecciano nei backup della Culla, niente di più semplice.
Certo è che ora lei questo potere deve usarlo sempre e comunque, a meno che non esista una sorta di contraccolpo. Perché quando arrivano gli indiani a prendere sta minchia di bambina dovrebbe subito fermarli e/o ucciderli. Non ditemi “eh ma era sconvolta dal fatto che era stata sostituita eccetera eccetera” perché vi mangio il cuore. C’è però mister indiano primo host che la vuole in qualche maniera, che sia pure lui consapevole? Ah, se sta porco belino di bambina non si rivela importante in qualche maniera io giuro che cago nel letto di Nolan2 (semicit.). Ciao Nigiriworld, ci mancherai.
Già che ci siamo facciamo un plauso al Baffo salvatore della patria. Povero Thor3, ce l’hanno tutti con lui. Straight Outta Delos, il nuovo capo del super team di estrazione ha voglia di perdere tempo come il Bianconiglio, e in due minuti decide che ora salva lui tutta la baracca. Anche se, sorpresa delle sorprese, quando andrà a recuperare Abernathy inchiodato da Charlotte ho come il sospetto che non lo troverà. Ah, molto figa sta roba cristologica dei chiodi, bravi bravi.
Ora però arriva il treno bomba, pronto a fare sfracelli a La Mesa e confermando l’incapacità di qualsivoglia addetto alla security di Westworld. Ma sapete perché tutto questo è possibile? Mi pare ovvio, c’è SuperTeddy! Niente più espressioni da “non so cosa ci faccio qui”, niente più faccette alla Mark Wahlberg, Ciclope è appena stato posseduto dalla Forza Fenice. (Ok, questa era molto nerd, scusate). Dolores lo guarda con un misto di “ho fatto la cazzata del secolo” e “voglio strapparti anche la pelle sotto le coperte”. L’inutile Teddy è solo un brutto ricordo? Chissà.
Forse è passata in sordina una cosa, ma neanche troppo: perché William adulto pensa che sua figlia sia un host? Era così sparita dalla sua vita che non sa niente del fatto che aveva iniziato strane ricerche in Bollyworld? Perché lei sembra fin troppo ambientata dentro il parco, non può averle cominciate da poco. E non ditemi che sono solo per ritrovare suo padre, non ci credo mai. Il caro Ed Harris la lascia lì per proteggerla o perché non è ancora convinto della sua mortalità? Sa che Ford era in grado di ricreargli una figlia, ma sa anche che la sua missione va oltre i rimpianti, i rimorsi, gli errori e le nefandezze. Deve portarla a termine, lei se la caverà e se ne farà una ragione in qualche maniera. Quanto ti amo, Black Man.

Così come amo Bernard, pronto a soffrire per comprendere, facendosi togliere la palla pazza che strumpallazza dalla testa. L’altra che vediamo nei suoi ricordi è quella per creare gli humanhost perfetti, dai, non prendiamoci in giro. Cioè, o è per trasferire la coscienza umana in un host o per umanizzare definitivamente l’host stesso. Fatto sta che abbiamo di nuovo lui, il padre-padrone, l’inventore della catena di montaggio, l’ex presidente americano, Rick Deckard, Indiana Jones e Han Solo: mr. Ford. Si è inserito nel codice di Bernard per spiegare, per spiegarci e, forse, per indicargli la via da seguire, un po’ come Minato e Kushina per Naruto. Westworld copia da Kishimoto, è palese. Voglio molto la prossima puntata per sentirlo, sperando ci sia effettivamente Anthony Hopkins come guest star e non usino un complicato sistema di leve e specchi per farcelo vedere.
Direi che abbiamo finito. Westworld si prepara a farci a pezzettini il cervello ancora una volta, noi restiamo con il fiato sospeso una settimana e poi esigeremo soddisfazione, sir. Tette e culi non più pervenuti, ormai mi sono arreso, la HBO ha gettato la spugna. Basta che continui a produrre la serie però, non facciamo scherzi come in passato.
Ci vediamo settimana prossima, sempre a queste coordinate, ok? Vi voglio bene, giuro. Magari non come a Clementine, ma… ecco, come a Elsie. Sì, dai, può andare.
Ah, già che ci siete ricordatevi di fare un salto dai nostri amici di Westworld Italia, Westworld HBO Italia e Westworld – Italia!