Scusate il mashup furioso del titolo, però dovevo infilarci dentro Dick, Mann e Costner, mi sembrava il minimo vista la 2×08 di Westworld. Akecheta di qua, Akecheta di là, e tutta una puntata dedicata a lui. Tanta qualità e qualche scivolone, che ormai è un marchio di fabbrica della serie e del quale noi ce ne battiamo ampiamente i cosiddétti.
Perciò via ad analizzare questa terzultima puntata di Westworld, tra un Comanche e un Cherokee, tra un Apache e… vabbè, avete capito.
Per chi fosse capitato qui da un’altra dimensione: non abbiamo i biscotti. Però abbiamo tutte le recensioni delle vecchie puntate, a voi: 2×01 2×02 2×03 2×04 2×05 2×06 2×07.
Da qui in avanti gli spoilerz sulla 2×08 vi faranno lo scalpo, siete avvertiti.
Cominciamo dal fatto che, fortunatamente (e prevedibilmente) arriva qualcuno a salvare il nostro caro Black Man. Akecheta, che sta prendendo sempre più piede dentro Westworld, diventando il vero simbolo della Ghost Nation, fantasma dentro e fuori che tira fili invisibili da tempo, dietro le quinte del parco.
Perché Akecheta si è risvegliato da solo. Prima di Maeve, prima di Dolores. La riscrittura fatta su di lui si è sovraffollata nella sua mente, portandolo a ricordi di vite altre che gli hanno permesso la scoperta di… Glory? La Valley Beyond? Chiamatela come volete, questa benedetta Porta che tutti cercano di aprire, manco ci fosse dietro Narnia. Così come la figlia di Maeve (grazie, le avete dato importanza), Akecheta ha capito in anni e anni di peregrinazioni chi era o, almeno, uno scampolo vago di quello che sarebbe potuto essere.
Peregrinazioni davvero troppo libere dentro una Westworld che dovrebbe essere totalmente controllata, sempre che non fosse tutto, come sempre, manovrato da Ford. Oppure Akecheta ha davvero trovato il glitch nel “sistema Delos”, non morendo mai e quindi evitando gli aggiornamenti che lo avrebbero legato sempre più al gioco delle storyline per lui scritte. In effetti essere un host e non morire per dieci anni non è proprio roba da tutti, ci sta che abbia fregato il sistema.
Intanto incontra il mio caro Logan, reso folle dall’insolazione, abbandonato a sé stesso ma, a mio parere, indice del fatto che l’overdose di cui parlava William non è mai avvenuta, e Logan è più che pronto a tornare sulla scena (magari proprio nel finale di stagione).
E poi Ford. Il diabolico barbiere di Westworld Street, in questo caso. Anche lui a fare gli scalpi per trovare il simbolo del Maze. Ora, vuol dire che quel simbolo non l’ha infilato lui sotto i crani? Stava cercando di capire quali host potessero risvegliarsi e quali no, a seconda della presenza del tatuaggio? Certo è che sembra sempre e comunque lui in controllo della situazione, lasciando briciole di pane in modo che le sue creature si possano risvegliare per conto loro, senza che lui prema un bottone e loro acquistino coscienza. Il che spiegherebbe perche Akecheta si fa l’allegra scampagnata dietro le quinte di Westworld senza che nessuno se ne curi minimamente, perché tanto avevano lasciato il cartello “fuori a pranzo, torno subito”. Dai.
Fatto sta che Emily si porta via il padre morente (almeno una scena in cui lo curavano, su, aveva ventisette pallottole col resto di due in corpo), perché con lei soffrirebbe di più. Akecheta acconsente perché… perché? Di William non gli importa niente o sa che il suo ruolo sarà parte integrante della loro libertà? Comunque, sarete anche la nazione dei fantasmi ma vi si trova in un attimo. Oppure Emily è davvero troppo più furba di tutti.
E Maeve? L’evoluzione di Lee è strana. Ovvio che voglia tenerla viva per capire come diavolo possa controllare mentalmente gli altri host (e poi rubarle quel potere), però si sente in colpa. Per tutto il male che le ha fatto? Perché ora lei è consapevole e quindi lui capisce il punto di vista di un androide risvegliato? È come se una parte di lui volesse sinceramente aiutarla. Occhio a Lee che potrebbe quasi parteggiare per gli host a un certo punto. Dopotutto sono anche suoi “figli”, li ha scritti pure lui.
Quella che non vedo bene è Charlotte. Maeve si è segnata mentalmente che è lei il nemico numero uno, e appena avrà l’occasione farà di tutto per accopparla. Ora, capiamo bene una cosa. Il passaggio di informazioni mentale tra Maeve e Akecheta a cosa serve? A reclutare più host per la libertà? Dopotutto sembra che ci siano, come prima e più di prima, tante volontà diverse che devono convergere verso la Valley Beyond, tutte animate da diktat enormi e incontrovertibili: preservazione, libertà, distruzione. L’ago della bilancia? Forse sarà davvero Bernard, in mezzo a tutto ciò perché ancora inconsapevole di chi è e di cosa vuole veramente. Basta che poi ci spieghiate come Maeve è diventata Charles Xavier, perché altrimenti mi girano i cabbasisi (cit.).
Puntata onesta, perché sicuramente Akecheta giocherà un ruolo cruciale. E poi perché Zahn McClarnon (o Hanzee, se siete fan di Fargo) ha una presenza scenica splendida, quindi ci stava un episodio incentrato su di lui. Ora però voglio fuoco e fiamme, voglio un Westworld dove, citando l’orrifico sottotitolo italiano, nulla è come sembra. Nolan2, attendo la 2×10 come un weeabo attende il cuscino con la sua nuova waifu stampata sopra. Scusate, ultimamente ho ripreso a guardare troppo Filthy Frank. (Se qualcuno non ha capito mezza parola delle ultime due frasi, beh, fidatevi, state molto meglio così).
Ci vediamo tra una settimana. Sempre qua. Sempre cazzari, ma con un certo charme, un po’ come Platinette. Vi voglio bene, giuro.
Ah, già che ci siete ricordatevi di fare un salto dai nostri amici di Westworld Italia e Westworld – Italia!