Dopo aver camminato con Voi a braccetto sul red carpet, presi dall’entusiasmo delle feste pasquali abbiamo deciso di dedicarvi un’altra settimana a tema. Giocando con la parola risurrezione (o resurrezione) abbiamo pensato a vari argomenti possibili, uno di questi era legato alla resurrezione artistica che nella storia del cinema hanno fatto alcuni attori o registi (per esempio un Travolta). L’idea però è stata accantonata per seguire la passione/ossessione di una del nostro gruppo (si, la stessa che odia il mio caro e giovane Nilsson) e ci siamo ritrovati a parlare di zombie.
Quale miglior occasione per parlare di un tema che ha invaso, come una vera e propria moda, tanti aspetti dell’intrattenimento. Videogiochi, cinema, serie tv, libri, fumetti hanno visto i cadaveri risorgere dalle tombe e piazzarsi su una tavola da surf cavalcando l’onda del gradimento.
Lo zombie, oltre ad essere il soprannome del vostro fidanzato/a più noioso/a, contiene dentro di se numerosi spunti di riflessione interessanti. Prima di tutto rappresenta il paranormale, il mistero, l’inspiegabile. La morte, vista come capolinea, diventa un nuovo punto di partenza per qualcosa che sfida le leggi della fisica ma anche quelle religiose. La capacità di risorgere dalla morte è concessa unicamente ad un Dio in praticamente tutti i culti che conosciamo.
In alcune opere di narrativa, troviamo come causa scatenante del ritorno alla morte proprio l’uomo. È l’uomo che con una serie di esperimenti, tentativi, cerca di superare il limite umano del non essere eterno. Lovecraft, con Herbert West, Reanimator, libera gli zombie dal cliché che li vedeva collegati ai riti vodoo e mette tutto nelle mani di un dottore e del suo farmaco. Anche se personalmente ricordo un certo dottor F. che cercò con successo di rianimare un cadavere, ed era solo il 1816.
È interessante sottolineare anche l’abbinamento apocalisse/zombie. Quando i morti escono dalle tombe o hai dimenticato la finestra del bagno aperta, succedono sempre cose brutte. Una di queste è l’apocalisse zombie. Cioè orde intere di morti che prendono i posti dei vivi. Lo fanno sul serio, inserendosi nella catena alimentare in una posizione sopra all’uomo. Bello non avere un nemico naturale, vero?
Sicuramente, chi aperto le porte del cinema a questi esseri in putrefazione è stato Romero con La notte dei morti viventi. Il regista non solo crea il capostipite di un genere horror (o cinematografico?) ma affronta temi che vanno oltre il misterioso mondo dei morti. Conduce lo spettatore a porsi delle domande, tutte riferite alla società americana di quei tempi ed è forse quella la vera genialità dell’opera.
Ora che ho fatto il sapientino, posso confessarvi che il suo secondo film – Dawn of the Dead – è il mio film di zombie preferito. Resistere a ondate di zombie dentro ad un centro commerciale è un sogno che ho fin da bambino. Un sogno che spero non si realizzi mai.
Godetevi la nostra settimana zombie.
P.S. Abbiamo in serbo per voi una sorpresina che siamo sicuri adorerete: l’Easter Apocalypse. Siete curiosi? Cliccate qui